Mini casinò a Taormina: c'è chi dice sì, c'è chi dice no

Mini casinò a Taormina: c’è chi dice sì, c’è chi dice no

Redazione

Mini casinò a Taormina: c’è chi dice sì, c’è chi dice no

sabato 23 Agosto 2008 - 10:57

Il prossimo anno potrebbe aprire una filiale della nota sala gioco di Venezia

Si spaccano tra contrari e favorevoli i taorminesi, ma anche i siciliani in genere, sull’ipotesi della costruzione del Mini casinò a Taormina. In realtà molti sembrano essere quelli che vorrebbero la costruzione della sala da gioco nella -Perla dello Jonio-, ma non come -succursale- delle più celebri sale di Venezia, come in questo momento si profila.

Nei primi giorni di settembre in tal senso, decisivo dovrebbe essere l’incontro tra il sindaco di Taormina Mauro Passalacqua e quelli di Venezia Massimo Cacciari, in vista di un’apertura che potrebbe avvenire il prossimo anno. Ma ci sono già degli imprenditori locali che hanno detto sì alla sua nascita, con la volontà anche di investire, aggiudicandosi i diritti di ospitalità. Fermo restando la mancanza attuale di spazi comunali per collocare la sede, sono intervenuti molti proprietari di alberghi, ma anche il proprietario del Cinema Olimpia e il gestore della piscina comunale che vedrebbe bene la sala all’interno dei terreni siti in contrada Bongiovanni. In corsa dunque ci sono molti concorrenti, ma alla fine la decisione dovrà essere presa dal Comune, secondo ciò che ritiene più opportuno, ma sicuramente dopo aver ascoltato anche i pareri provenienti dalla parte lagunare del Veneto.

Minisale da gioco, ma cosa sono? -In Italia possiamo aprire, al momento, solo ‘negozi di gioco’ – spiega Mauro Pizzigati, presidente della Casinò di Venezia – anche se ovviamente si tratta di location eleganti, collocate magari all’interno di hotel rinomati, che nulla hanno a che fare con le sale giochi comuni. Si tratta di locali gestiti da terzi e non da noi, che pagano al casinò una royalty sugli incassi e che utilizzano il nome Casinò di Venezia Gaming Hall, e che dispongono delle nostre vetrine e merchandising, oltre a disporre di macchine dove si può giocare online ai giochi autorizzati da Aams-.

Intanto si agita il fronte del no, come detto, deciso a non accettare proprio una subordinazione al nord Italia. A schierarsi apertamente sono ad esempio gli -Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu-, d’accordo con quanti hanno definito la proposta, -indecente-. -Quest’ultima filiale – si legge in una nota – non disporrebbe di croupiers e neanche di tavoli verdi, ma soltanto di slot machine e di roulette telematiche, come i tanti -Bar dello Sport- delle città padane. Una vera e propria elemosina, anzi il classico osso che si butta al cane per non farlo abbaiare. Ci scandalizza, altresì, il fatto che la classe politica, le istituzioni, le rappresentanze parlamentari, che al momento elettorale dicono di essere siciliane e che si vantano di rappresentare gli interessi della Sicilia, non insorgano contro iniziative che, se accettate, legittimerebbero la posizione di monopolio di fatto dei Casinò del Nord-Italia, e di quello di Venezia in particolare-.

L’Fns ribadisce poi che la Sicilia ha diritto a propri casinò, il primo dei quali deve essere quello di Taormina (e per il quale è bene puntualizzare che si tratterebbe di una riapertura).

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