Potenziare l'assistenza pubblica nella nostra città, non ridurla

Potenziare l’assistenza pubblica nella nostra città, non ridurla

Potenziare l’assistenza pubblica nella nostra città, non ridurla

giovedì 06 Novembre 2008 - 13:42

Concordi sul tema i medici di Papardo, Piemonte e Policlinico

Dei tre ospedali pubblici cittadini, sono ben due quelli commissariati (Policlinico e Piemonte) ed il terzo in via di redifinizione (il Papardo). Abbiamo voluto ascoltare l’opinione di alcuni medici, tastando il polso al ‘malato’ sanità pubblica, mentre continuano a rincorrersi le voci su un accorpamento da definire di Piemonte e Papardo e quelle ancora più caotiche che giungono dal Policlinico, anche se recentemente è stato illustrato il piano di rilancio da parte del Commissario straordinario dello stesso nosocomio, voci che certamente non contribuiscono ad un rasserenamento dell’ambiente, a conquistare la fiducia dei pazienti ed al lavoro di medici e paramedici che avrebbero tutto il diritto invece di operare nella massima tranquillità, visto il delicatissimo ruolo da loro svolto.

“Non abbiamo dati precisi rispetto alla rimodulazione del Papardo – afferma Pippo Crosca, responsabile di Cgil medici nella struttura – Non siamo commissariati, che può anche sembrare consolante ma se non riusciamo ad individuare nemmeno le reali intenzioni ed il piano di rientro studiato per noi non saprei davvero cosa risponderle. Dal nostro punto di vista, riteniamo che la riduzione delle Aziende ed il loro eventuale accorpamento a livello regionale può avere certamente un senso ma non deve inficiare ovviamente la qualità dell’assistenza e deve anzi potenziare la possibilità d’assistenza delle strutture pubbliche (che è lo stesso punto di vista del Tribunale per i diritti del malato, che già abbiamo illustrato in un precedente articolo, n.d.r.). Qui da noi, abbiamo subito finora anche il peso- – continua il responsabile di Cgil medici – “della previsione di costituzione in essere del polo oncologico ed abbiamo subito di fatto una riduzione dalle 8 sale operatorie presenti alla metà delle stesse di oggi e a tutta una serie di sacrifici che adesso risulterebbero vani se il polo oncologico non dovesse essere realizzato, a parte le penali che si dovrebbero versare per i lavori intrapresi ed in fase avanzatissima da parte di alcune ditte.

Il deficit della gestione politica dei passati governi di centro-destra per la sanità già ammonta ad un miliardo di euro, una cifra rilevantissima, aggravata dall’impossibilità di poter assumere nuovo personale laddove sarebbe necessario come, ad esempio, in Chirurgia toracica, dove, solo per farle un esempio le ripeto, riscontriamo la presenza di soli 4 medici! Davvero pochi per le esigenze di uno tra i reparti più delicati dell’intera struttura. Riguardo alle altre realtà ospedaliere, ritengo che le possano illustrare meglio la situazione i medici di quelle stesse strutture.- – conclude Crosca – “Io le posso solo dire che la nostra personale opinione di medici è che un centro d’emergenza-urgenza debba rimanere comunque al Piemonte, insieme ad alcuni reparti chiave quali Cardiologia, Chirurgia, Rianimazione, Patologia neonatale, insomma una sorta di gruppo base con un numero sufficiente di posti letto che assicurino una tranquilla degenza ai pazienti.-

Dello stesso avviso, il direttore sanitario dell’ospedale Piemonte, dr. Conti, che dichiara: “Io ritengo che, sia per la sua allocazione geografica che per la sua stessa Storia, il Piemonte debba mantenere una posizione strategica almeno per l’emergenza e sono convinto che rimarrà, perché non potrebbe essere altrimenti. Sentiamo molto l’affetto dei cittadini per la nostra storica struttura e ce lo dimostrano spesso. Questa è ancora una struttura vitale, anche se una vecchia parte andrebbe ristrutturata da tempo.- E continua: “Sarà la politica a definire la rimodulazione della rete ospedaliera, anche se siamo già in una fase molto avanzata progettualmente e sarebbe un peccato, anche economico, pensando a ciò che si è investito, se dovessimo fare marcia indietro-.

Alcuni giorni fa avevamo ascoltato, per il Policlinico, la dottoressa Pizzo, che ci aveva denunciato una situazione in loco a dir poco caotica: anche nelle sue parole era viva la speranza che una rimodulazione della struttura sanitaria pubblica non inficiasse i livelli d’assistenza, già pericolosamente minacciati all’interno del suo stesso reparto ed in gran parte dell’ospedale, dalla mancanza di personale, mezzi e materiale reperibile. Riguardo ai mezzi, chiediamo la stessa opinione ai medici delle altre due strutture pubbliche cittadine, anche relativamente alla denuncia del Tribunale per i diritti del malato di alcuni giorni fa che, in sede d’intervista aveva denunciato una persistenza di ritardi negli screening diagnostici, riscontrabili specialmente per la struttura del Policlinico, che ha comunque un bacino d’utenza assai vasto. La speranza, relativamente a quest’importante struttura, è che il progetto di rilancio che la interessa riesca a risolvere tali pecche, piuttosto che aggravarle. Relativamente all’ospedale Piemonte, il dr. Conti, suo direttore sanitario, ci risponde: “Da ciò che ci risulta tramite l’Urp della nostra struttura e dalla nostra diretta esperienza di ogni giorno, pur non essendo state riscontrate grosse lamentele nella manifestazione di carenze, lamentiamo un problema di ammodernamento di mezzi, per cui, a volte, i medici sono costretti ad operare in condizioni non ottimali, compensate solo dallo stretto sodalizio che esiste tra medici e paramedici nel nostro ospedale. Abbiamo approntato un piano di liste d’attesa e ne attendiamo la validazione della Regione.- Per il dr. Crosca invece alcune problematiche, già note, sono in via di risoluzione, altre addirittura già migliorate sensibilmente. “Nella struttura della Cardiochirurgia c’erano stati dei problemi ma adesso si sta lavorando bene, come negli altri reparti- – ci confida Crosca – “Sarebbe opportuno, anzi, che tale clima produttivo rimanga il più possibile intatto-.

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