Rete No Ponte: -l’8 agosto per dire no all’ennesima “mucca da mungere”

Rete No Ponte: -l’8 agosto per dire no all’ennesima “mucca da mungere”

Rete No Ponte: -l’8 agosto per dire no all’ennesima “mucca da mungere”

mercoledì 29 Luglio 2009 - 10:55

Il movimento contro il Ponte prepara la manifestazione che riaccende la battaglia contro la mega opera, considerata “inutile, dannosa e non voluta”

“Stanno andando avanti, stanno costruendo il loro “Ponte” fatto di colate di cemento, speculazione, disprezzo per la democrazia. I cittadini che scenderanno in piazza l’8 agosto a Messina non si opporranno semplicemente ad una singola opera, ma ad una concezione sbagliata, ad un modello perverso.” Va giù duro la -Rete No Ponte- in vista della manifestazione organizzata per riaprire il fronte, mai del tutto chiuso in verità, della battaglia contro la mega opera, per la quale il Governo Berlusconi si è impegnato ad avviare i lavori entro i prossimi cinque mesi. Opponendosi a un’impostazione politica che persegue la logica delle “grandi opere inutili, dannose e non volute” , la -Rete No Ponte- chiede di “ri-orientare la spesa pubblica verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, e verso infrastrutture di prossimità, come il traghettamento pubblico dello Stretto.”

Tra le adesioni all’iniziativa dell’8 agosto si contano quelle di associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Legambiente), di partiti e soggetti politici (Sinistra e Libertà, Rifondazione comunista, Pdci, Plc, Bene Comune, Federazione anarchica siciliana, Unità comunista), sindacati (Rdb, Cub, Cobas, Orsanavigazione), centri sociali (Cartella, Zetalab, ExKarcere, Ask, Auro), reti territoriali (Coordinamento catanese No G8, Cordinamento ibleo per la difesa dalle nocività), comitati cittadini (Giovani e Messina, Energia messinese), un’infinità di piccole e grandi realtà, tantissimi cittadini. Numerosi pullman arriveranno da Palermo, Ragusa, Siracusa, Catania, Reggio Calabria e Cosenza. Questi concreti segnali di mobilitazione e non da ultimo le numerose presentazioni sul territorio del libro “Ponte sullo Stretto e mucche da mungere” , sono, secondo la “Rete No Ponte”, “l’inequivocabile testimonianza di una consapevolezza che non si è mai sopita.”

“Nel corso degli anni – proseguono i rappresentanti del movimento contro il Ponte – si è passati senza pudore dall’esaltazione del mercato e dell’iniziativa privata ad un interventismo statale degno dell’IRI, finalizzato però al trasferimento di denaro dalle tasche dei cittadini (quella parte di cittadinanza che paga le tasse) ad un ristretto circolo di contractors ben legati alla politica. Il Ponte come i rifiuti, l’acqua privatizzata come l’economia di guerra sono le “mucche da mungere” che arricchiscono pochi speculatori ed aumentano la distanza tra ricchi e poveri, spesso con metodi autoritari.

Pietro Ciucci ha da pochi giorni aggiunto alla carica di presidente dell’Anas e della Società Stretto di Messina (di cui Anas è azionista con l’82%) l’incarico barocco di “Commissario Straordinario per il riavvio delle attività”, con il compito specifico di “rimuovere gli ostacoli” frapposti al Ponte. La formula è inquietante, anche perché più volte il governo ha minacciato “l’uso dell’esercito” contro quelle “minoranze” che oseranno opporsi all’avvio dei cantieri. Ma c’è anche l’aspetto economico, non meno preoccupante. In sessanta giorni, Ciucci dovrà “adeguare” i contratti stipulati con Impregilo (vincitrice di una gara dai contorni mai chiariti) e con “le società affidatarie dei servizi di controllo e verifica della progettazione definitiva ed esecutiva”.

Pur non essendoci ancora un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro “in conto impianti”, ovvero soldi destinati all’acquisto di fattori produttivi “a lungo ciclo di utilizzo”. Soldi da spendere subito, e male. Secondo i ministri Matteoli e Tremonti, già alla fine dell’anno potranno essere avviati i “cantieri a terra”, cioè tutte quelle che opere pensate in vista del Ponte, ma altrettanto inutili e forse ancora più dannose del “mostro sullo Stretto”.

Un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che dovranno collegare il casello del Ponte alle strade ed alla ferrovia della città, e raddoppiare le corsie in previsione di un aumento del traffico che non ci sarà. Già da sole, le opere correlate trasformeranno l’area dello Stretto in un immenso cantiere per un tempo indefinito. Nessuno crede ai sette anni promessi da Ciucci, basta vedere l’esempio dell’ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria, gestito da Anas ed in parte da Impregilo, avviato nel 1990, costato 17 volte di più, perennemente “infiltrato” da tutti i clan di camorra e ‘ndrangheta presenti lungo il tracciato. E intanto prosegue il “sacco edilizio” della città di Messina.

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