Il rinnovato impegno politico dei credenti a Messina

Il rinnovato impegno politico dei credenti a Messina

Il rinnovato impegno politico dei credenti a Messina

domenica 08 Febbraio 2009 - 17:07

Una proposta di etica personale e comunitaria di cristiani della Chiesa di Messina, aperta a tutti gli uomini e donne di buona volontà

Dalla due giorni biblica, grande occasione per riflettere e ritrovarsi, alle parole di sprono dell’Arcivescovo, mons. Calogero La Piana, altrettanto importanti: la comunità di credenti di Messina s’interroga e rilancia il proprio impegno, che diventa politico nell’assunzione d’uno stile di vita più coerente e responsabile a fronte dei tanti problemi che vive la nostra città. E’ pronta una prima bozza di documento comune, nel quale si comincia con una sensazione, che si fa consapevolezza: di fronte a problemi vecchi e nuovi che affligono Messina, gli stessi non sono adeguatamente affrontati – lo si stigmatizza nel documento – dalla classe politica, che non riesce a fornire “soluzioni ispirate al bene comune e a dare risposte immediate ai tanti bisogni delle persone di questa comunità. La politica” – leggiamo nella nota – “sembra, anzi, ispirata a scopi di carriera, interessi particolari e di pochi privilegiati, mentre il consenso espresso nel voto appare spesso controllato o, almeno, condizionato da pressioni, promesse, che finiscono per assegnare deleghe in bianco ad un personale politico poco competente e meno ancora ispirato al servizio alto di carità verso gli altri. Quei comportamenti sono — come denunciato dal nostro Pastore — ispirati a logiche di potere, di interessi privati, di clientele e consorterie di pochi gruppi famigliari e sociali; per gli altri pochi ‘favori’ purché ci si conformi e ci adegui al (mal)costume politico e sociale.” I credenti della nostra città confessano quindi di non voler più “restare indifferenti, apatici, né tantomeno complici verso quei comportamenti e scelte che opprimono la dignità della persona umana e non garantiscono quei diritti fondamentali, quali la casa, il lavoro, i servizi pubblici – scuole, trasporti, ospedali, strade sicure e pulite, ambiente curato e fruibile – a molti nostri fratelli. E’ stato impossibile fin qui dare casa a troppi che vivono ancora in baracche, come pure completare strutture pubbliche come gli svincoli, mentre la città fatica o non ha ancora compreso quale sia la sua vera e profonda vocazione economica, verso cui orientarsi in modo deciso e coerente.” Non si vuole restare a guardare “perché da questa condizione depressa” – prosegue la nota – “ e rassegnata, la nostra città crediamo fortemente possa risorgere e noi vogliamo come Gesù far uscire Lazzaro dal suo sepolcro di morte, per vivere una vita rinnovata e splendente”.

La comunità dei credenti s’impegna a realizzare, a partire dallo stesso 2009, due laboratori rivolti ai giovani: un laboratorio di politica e cittadinanza attiva ed un laboratorio/incubatore di impresa. I contenuti, gli obiettivi ed il metodo di funzionamento si definiranno con un concorso di idee di imprenditori, professionisti, organizzazioni sociali e di categoria.

A cominciare da “noi cristiani e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà”, continua il documento, quasi come una sorta di codice etico da assumersi quale metodo e stile di vita, nell’intento di fornire un contributo ad una radicale e decisa svolta nelle condizioni civili e morali della città, la comunità di credenti propone un decalogo di regole da seguire che sono esposte di seguito:

1. Nel vivere civile vi sia sempre un pieno e sincero rispetto delle regole, soprattutto nei luoghi di lavoro e nei luoghi e spazi pubblici;

2. Venga rispettato l’ambiente e i beni pubblici, a cominciare dall’acqua dolce e salata, come patrimonio prezioso da custodire, preservare e mantenere. E’ grave responsabilità omettere di denunciare ogni abuso e violenza sull’ambiente e le cose pubbliche.

3. Occorre ridurre gli sprechi, in ispecie quelli alimentari e delle fonti energetiche, scegliendo di differenziare da subito i rifiuti domestici, anche avvalendosi di cooperative giovanili per la raccolta porta a porta;

4. Usare sempre i mezzi di trasporto pubblici e occasionalmente quelli privati e questi non possono ostacolare la viabilità cittadina, gli spazi pubblici, i marciapiedi;

5. Nell’accesso agli uffici pubblici rinunciare a raccomandazioni, conoscenze che possono prevaricare gli altri o farci godere di ingiusti vantaggi;

6. Quanti lavorano nei servizi pubblici, in particolare nella sanità, nella scuola e nella formazione, nella giustizia ed in altri settori della Pubblica Amministrazione sentano una grande responsabilità nello svolgimento del loro ruolo, ed ispirino le loro attività a criteri di legalità, giustizia sociale e per la promozione della persona umana;

7. Quanti svolgono un’attività economica privata o famigliare favoriscano l’inserimento lavorativo e la loro stabilizzazione; garantiscano, altresì, i diritti di quanti lavorano con competenza, professionalità e responsabilità;

8. L’associazionismo e ogni gruppo organizzato, orientato a fini sociali e di solidarietà, anche con l’ausilio di coordinamenti e consulte e reti sociali, controllerà che nel bilancio comunale sia inserito un apposito capitolo di spesa per le politiche sociali e giovanili, ispirate a politiche di prevenzione, piuttosto che riparative;

9. Nei quartieri degradati si costituisca da parte di comunità di cristiani un luogo di incontro, almeno uno all’anno per i prossimi tre anni, per sperimentare relazioni umane non violente e ispirate al rispetto per sé e verso gli altri e per l’ambiente circostante;

10. Non si partecipi ad alcuna organizzazione o gruppo, tanto più se segreti, che favoriscano la posizione personale e che non sia a tutela dell’interesse generale.

(Foto Sturiale – Irrera)

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