E' scomparso il mimo francese Gerard Foucaux

E’ scomparso il mimo francese Gerard Foucaux

E’ scomparso il mimo francese Gerard Foucaux

martedì 09 Dicembre 2008 - 00:37

Il ricordo di Gigi Giacobbe. Oggi i funerali

Dopo Ciccio Previti, Enzo Raffa, Ugo Cassaro, Giuseppe Scarcella, Tano Cimarosa , è morto ieri Gerard Foucaux, per un male incurabile che lo aveva colpito pochi mesi fa. Aveva 50 anni Gerard e pur non essendo messinese, lo consideravo tale perché da 30 viveva nella nostra città, lui che a vent’anni aveva lasciato la sua nativa Rouen, in Normandia, dopo aver studiato l’arte del clown alla scuola di circo di Annie Fratellini e il mimo con il maestro giapponese Ikuo e aver maturato alcune esperienze in Francia e Germania. A distanza di tanti anni si esprimeva ancora in un curioso italiano dai chiari accenti francesi misto a cadenze tipiche messinesi. Ma a lui che era un “mimo- non gli importava parlare, esprimersi con le parole, gli bastava soltanto il suo corpo snodabile , le sue mani espressive e la sua faccia di gomma. Dinoccolato, magro, capelli come uno dei Beatles, terzultimo di nove figli, non amava parlare della sua infanzia per buona parte trascorsa in un orfanotrofio, ma molto volentieri discuteva degli ambienti teatrali cittadini. Agli inizi della sua difficile vita d’artista solidarizza con Nino Frassica e Nino Montalto, “due amici che si sono affermati – diceva con un po’ di rammarico – io rispetto a loro sono rimasto quasi un pagliaccio-. Lavora col Teatro Libero di Pippo Luciano, col Teatro Popolare di Enzo Raffa, partecipa a tutte le edizioni del “Gioco Festa- alla Villa Mazzini, organizzati da Ciccio Previti e poi il Comune, in maniera saltuaria, gli assegna l’incarico di realizzare dei corsi di mimo per le scuole elementari. Io l’avevo intervistato per il Giornale di Sicilia una ventina d’anni fa quando stava per partire per la Francia, perché il cantautore Pierre Selos, che conosceva da piccolo, gli aveva proposto di lavorare a Parigi come mino. Al suo ritorno a Messina lamentava che qui c’erano “troppi artisti non artisti- e non c’era da parte delle istituzioni alcun riconoscimento verso coloro che sono dei veri artisti. Quando gli chiesi perchè fra tante città italiane avesse scelto proprio Messina, mi disse che mentre si esibiva come saltimbanco a Parigi nella Piazza George Pompidou, giusto accanto al Beaubourg, fu avvicinato da un impresario di Bergamo, tale Paolo Ripamonti, pure pittore noto a Milano, che gli propose di lavorare in Italia. Qui si esibisce come saltimbanco, lo nota un giornalista che gli dedica un articolo e poi lo invita ad andare con lui a Vulcano. Isola in cui conosce una bella ragazza di Messina che dopo tre mesi lo pianta. Ed eccolo così ritrovarsi a vivere nella nostra città. Certo la sua non lunga vita è stata costellata da alti e bassi, più bassi che alti, qualche esibizione qua e là, qualche incarico scolastico e poi basta. Una vita quasi da clochard la sua, senza aver l’opportunità di emergere, né alcuno mai gliene ha dato la possibilità, neppure i vari assessorati scolastici che si sono succeduti negli anni e che avrebbero potuto in certo qual modo sostenerlo finanziariamente. Io lo incontravo spesso in quel bar di Via Cavour di fronte alla Sala Laudamo con una sigaretta senza filtro accesa e una bottiglia di birra in mano.-

Gigi Gacobbe

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