Messina in mostra al Vinitaly: tanta qualità con le donne grandi protagoniste

Messina in mostra al Vinitaly: tanta qualità con le donne grandi protagoniste

Mauro Giordano

Messina in mostra al Vinitaly: tanta qualità con le donne grandi protagoniste

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giovedì 29 Marzo 2012 - 09:11

Le storie e la missione dei produttori di vino della provincia. Una grande vetrina, quella di Verona, dalla quale emerge la forza e l’apprezzamento per la cantine del nostro territorio e il livello dei tre “doc”

«Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione» scriveva Ovidio. E c’è tanta passione nel legame tra Messina e le sue cantine, anche quest’anno protagoniste del Vinitaly. Nei giorni in cui la città veneta è tornata a ospitare la fiera enologica più importante del mondo (dal 25 al 28 marzo), la provincia messinese si conferma un territorio dalle grandi potenzialità per questo settore. Una ventina gli operatori presenti, ospitati nel padiglione dedicato alla Sicilia, ogni anno tra gli spazi più visitati. Anche per la 46esima edizione della kermesse la delegazione siciliana può definirsi «prestigiosa»: 17 contesti produttivi, oltre 220 aziende vinicole, più di 2.500 etichette. Ma a rendere particolare la presenza messinese nella terra di Romeo e Giulietta c’è il ruolo di primo piano delle “donne del vino”.

Una vera e propria pattuglia rosa per mettere in vetrina le specialità della provincia, una straordinaria testimonianza di come affrontare la crisi in uno dei contesti economici più deboli dell’Italia. Un corollario di storie così affascinanti da suscitare l’attenzione dello scrittore toscano Andrea Zanfi, autore del volume Sicilia: diari di vendemmie…in compagnia di donne siciliane, presentato il primo giorno dell’evento. Nelle pagine del libro trovano spazio i racconti di queste «signore dell’uva», immortalate in degli scatti in bianco e nero durante le giornate nei vigneti.

E girando tra gli stand sono proprio loro a raccontare come Messina riesce a competere con le altre grandi realtà del panorama italiano. «Il nostro territorio può dare molto – spiega Nancy Astone dell’azienda agricola Cambria di Furnari – perché anche con poco riesce a offrire degli ottimi prodotti. Venendo a Verona ci proponiamo di voler raccontare la nostra terra attraverso le emozioni del vino». I tre grandi nomi della tradizione vinicola messinese sono tutti in bella mostra: Malvasia delle Lipari, Faro doc e Mamertino. Quest’ultimo è tra i più citati, proprio per la sua leggenda legata alle vittorie militari di Giulio Cesare, e al prestigio che questo vino godeva fin dai tempi degli antichi romani. Tutti e tre legati anche a particolari itinerari da poter seguire. Astone parla dei sacrifici per poter portare avanti un’attività simile ma poi ci sono le soddisfazioni come essere stati citati per due volte nella guida dei vini di Sicilia con 5 stelle.

Un’altra donna pronta a sottolineare cosa offre di buono Messina si trova nello stand di Colosi, marchio cittadino ma con base operativa a Giammoro, una realtà presente da tre generazioni. Secondo la moglie del titolare «il Vinitaly è un evento fondamentale, al quale non si può mancare, perché offre l’occasione di creare molti contatti. Speriamo che anche quest’anno sia fortunato». Un vero tempio della vino al femminile è la cantina Gaglio di Patti, gestita dalla signora Maria Teresa e dalla figlia Flora. Una realtà di sole donne. Anche nella loro selezione non manca il Mamertino, ma soprattutto spicca la voglia di continuare una tradizione che affonda le sue radici nei primi anni del ‘900. Oggi con una diffusione anche all’estero, soprattutto Canada e Stati Uniti d’America. E poi c’è Enza La Fauci, dell’omonima tenuta di contrada Mezzana a Messina, un nome storico grazie alla fama dell’Oblì Faro doc.

Ma oltre alla squadra rosa arrivano soddisfazioni anche grazie ad altre realtà. Come l’azienda agricola Virgona del piccolo comune di Malfa. In questo piccolo gioiello delle Isole Eolie viene prodotta una Malvasia unica, capace di far entrare Virgona tra le prime 100 cantine d’Italia. Infine c’è Vasari, dal 1628 sulle colline sovrastanti la valle del fiume Mela per produrre vini biologici certificati. Ruggero Vasari sfogliando l’album dei ricordi racconta quando nel 1975 lo spazio dedicato dal Vinitaly alla Sicilia e a Messina era limitato: «Ma siamo cresciuti, stiamo ottenendo ottimi risultati. Noi esportiamo molto all’estero, abbiamo rapporti consolidati con Stati Uniti, Giappone, Germania e altri Paesi europei». Lo slogan utilizzato da Vasari è «Quando si beve un bicchiere di Mamertino doc Vasari, si beve un sorso di storia». Come quella tra la provincia di Messina e il suo vino: una storia tutta da raccontare. (Mauro Giordano)

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