C’era una volta la Galleria Vittorio Emanuele…

C’era una volta la Galleria Vittorio Emanuele…

ELENA DE PASQUALE

C’era una volta la Galleria Vittorio Emanuele…

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giovedì 05 Gennaio 2012 - 23:07

Inascoltate le richieste di pulizia e manutenzione dello spazio, da parte dei gestori dei pochi locali rimasti all’interno della galleria dove sono tornati a regnare degrado e abbandono. Che fine hanno fatto le chiavi dei cancelli?

Come visto, il regolamento Cosap scalda gli animi di amministrazione e associazioni di categoria, che sempre più considerano palazzo Zanca una cattedrale nel deserto. Stavolta, dunque, non sono le chiacchiere, bensì i fatti che stanno a zero. Rimanendo in zona storica, e precisamente all’interno della Galleria Vittorio Emanuele, spazio che al termine della ristrutturazione (costata al Comune 800 mila euro, più altri finanziamenti) sarebbe dovuto diventare il fiore all’occhiello della città, basta dare una veloce occhiata per rimanere desolati e sconsolati. Le pareti, sia interne che esterne, sono state nuovamente iper-imbrattate di scritte e numeri, il pavimento ha perso il colore brillante che dava luminosità all’ambiente, la sporcizia è presente in ogni angolo, le botteghe sfitte ed abbandonate alimentano la sensazione di degrado.

Ma se l’occhio non dovesse bastare, anche il naso, anzi l’olfatto, ha da lavorare. Nel portico che affaccia sull’entrata laterale di via Oratorio della Pace, c’è chi ha ben pensato di fissare la propria dimora notturna, con tanto di angolo cottura e servizi igienici annessi: «Viene a dormire ogni notte – raccontare Claudio Cafarelli, proprietario di uno dei tre esercizi pubblici sopravvissuti (tre su otto) – e va via la mattina. Durante le ore di permanenza quella è casa sua, a tutti gli effetti». Poco male, viene da pensare. Se, infatti, questa è la considerazione e l’attenzione riservata ad uno degli angoli potenzialmente più “chic” della città, meglio allora che rappresenti un punto di ricovero per senza tetto che altrimenti rischiano di morire sotto la pioggia (considerando anche la mancanza di “vere” case di accoglienza). Una sorta di maledizione regna sulla Galleria, anzi sull’intera piazza Antonello: la condizione dei portici “di Vittorio Emanuele” ricorda perfettamente quella in cui, fino a qualche anno fa, versava palazzo Mariani, ex-palazzo delle Poste, oggi sede della segreterie universitarie. L’acquisto dello spazio da parte dell’Ateneo, nonostante i ritardi, ne ha scongiurato l’abbandono. Stessa sorte che si spera possa toccare alla Galleria, cominciando magari a tutelarne l’interno con la chiusura dei cancelli. Sempre che qualcuno ricordi dove siano le chiavi. (ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)

6 commenti

  1. E voi continuate a pensare che Messina possa risorge e risplendere come un tempo ,con tanto di articoli pieni di speranze e buoni propositi?!!!Svegliatevi accettate la realtà.L’unico cambio che si può fare, passa per la cultura ,la scuola, le regole ed il rispetto civile del mondo che ci circonda.Ma per creare tutto questo ci vogliono anni e anni di lavoro e partecipazione di tutta la società .Allo stato attuale non vedo nessun risveglio nessuna reale indignazione.

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  2. In Aprile durante uno dei miei viaggi a Messina sono entrato in galleria e , compiaciuto per l’aspetto ordinato ed elegante, ho scattato una foto che utilizzo come sfondo del mio computer. Mi rattrista sapere che in così poco tempo in questa strana città si possano fare tanti danni autolesionistici.

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  3. SL-santino limonata 6 Gennaio 2012 16:45

    Chiedo perdono per la banalità del commento che segue, ma mi chiedo: è davvero così difficile per i nostri amministratori sgomberare il lussuoso appartamento del povero senza tetto e chiuderlo con una passata di chiave???

    O forse sarebbe troppo oneroso per le casse comunali???
    Non me ne voglia il povero “homeless” ma sono certo che riuscirebbe a trovare in città una dimora altrettanto accogliente…

    Continuo a farla facile, ma non pensate che mettere degli impianti di video sorveglianza potrebbe agire come strumento di dissuasione per i vandali e perdigiorno che imbrattano i muri della nostra abbandonata città???

    Bbah…sempre più attonito!!!

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  4. la galleria Vittorio Emanuele III fu progettata per dare un salotto buono ai messinesi dopo il 1908,ma per realizzarla furono uniti tre distinti isolati della vecchia Messina. Uno di questi isolati era la chiesa di san Gioacchino (distrutta completamente dal sisma). Chiesa in cui per ben 11 anni dal 1711 si ebbe la lacrimazione di un bambinello di cera. Ogni volta che torno a Messina quindi guardo questa struttura con disprezzo perchè è stata un ulteriore violenza su Messina, è stata come un colpo di spugna sulla nostra identità sulla nostra memoria storica,che essa era alcova di barboni lo avevo notato da molto tempo e in cuor mio avevo pensato che non c’era destinazione più consona.

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  5. E ci ritroviamo a dire la solita frase che “queste cose accadono solo a Messina”. Ed è sempre vero perchè altrove una giunta di incapaci che non riesce a garantire il minimo decoro in un posto centralissimo, sarebbe già a casa da un bel pezzo. Per favore, non facciamo i soliti discorsi di destra o sinistra. NON ME NE FREGA NIENTE! Quelli eletti sono delle persone totalmente incapaci a cui non gliene frega niente della città perchè sanno di rimanere impuniti.

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  6. VERGOGNA XKI DISTRUGGE LA PROPRIA CITTà,VERGOGNA AI POLITICI NULLA FACENTI MA SOPRATTUTTO INCOMPETENTI!!!X RICOMINCIARE???C VORREBBERO POLITICI DEL NORD,POLITICI CON LE PALLE KE NON GUARDANO IN FACCIA A NESSUNO!!!XKè NOI MESSINESI NON MALEMU NA LIRA….X ADESSO SONO A VERONA,è UNA CITTà SUPER CURATA è UNO SPETTACOLO OSSERVARLA E MI FACCIO L AMARO IN BOCCA PENSANDO ALLA MIA POVERA MESSINA…DIO AIUTACI TU…!!!

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