Il Natale delle famiglie che hanno sconfitto la distanza e si ritrovano nel cuore

Il Natale delle famiglie che hanno sconfitto la distanza e si ritrovano nel cuore

Rosaria Brancato

Il Natale delle famiglie che hanno sconfitto la distanza e si ritrovano nel cuore

martedì 24 Dicembre 2013 - 15:46

Questa è la storia della famiglia Ardizzone che non sarà unita "fisicamente" a Natale ma è sempre insieme nel cuore. E' la storia di Edoardo e Flavia e dei due figli Antonella e Dario che da 15 anni vivono e lavorano a Milano. Laggiù hanno realizzato quei sogni che Messina nega a molti suoi figli. Ma non c'è amarezza nelle parole dei genitori, solo tanto orgoglio per i figli ed un immenso amore.

Ascoltando la storia di Edoardo e Flavia e dei loro figli Antonella e Dario il mio pensiero è andato ai versi di Gibran: “I vostri figli non sono figli vostri, sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Voi siete come l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e li tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo”.

Per la prima volta dopo 15 anni Flavia Ilacqua e il marito Edoardo Ardizzone non passeranno il Natale o il Capodanno con i loro figli, eppure, mentre mi raccontano di questi giorni, dei giorni passati e dei giorni futuri, dai loro occhi traspare solo l’amore, l’orgoglio per Antonella e Dario e la gioia per la strada che insieme continueranno a percorrere.

E’ amara Messina per i suoi figli più giovani, quelli che ormai da anni lasciano la città per studiare, lavorare, avere non solo un futuro migliore, ma un presente. E’ amara una città che invecchia vedendo andar via tutti i propri figli, anno per anno.

Flavia, insegnante di francese ed Edoardo, capitano di lungo corso o come dice sorridendo lui “autista di navi…”, hanno cresciuto i due figli con la speranza di vederli felici ed hanno dato loro gli strumenti per farsi strada nella vita con determinazione. La passione per “il mondo” l’hanno presa dal padre, la forza per non arrendersi mai dalla madre. Ci ha provato Dario, il più piccolo,a restare qui, ma non c’erano spazi. Ci ha pensato Antonella, a non andare via, ma la sua carriera universitaria non avrebbe avuto alcuna possibilità di iniziare nella città dei baroni e dei cognomi illustri. Adesso vivono e lavorano da oltre dieci anni a Milano e sono felici. Antonella è ricercatrice in economia e Dario è tecnico di radiologia all’Ieo di Veronesi. Un giorno un professore dell’Ieo si è rivolto a lui, neolaureato, per controllare le apparecchiature dell’Istituto insieme ad un collega. Pochi giorni dopo erano stati assunti con un contratto a tempo indeterminato, perché avevano conquistato sul campo quel posto. A Messina non sarebbe mai accaduto.

“Tempo fa è stato bandito un concorso per tecnici radiologi per il futuro polo oncologico- spiegano Edoardo e Flavia- Abbiamo proposto a Dario di farlo, lui ha partecipato, ma non se ne è saputo più nulla. In ogni caso in graduatoria era stato superato da persone con molta più esperienza, che hanno lavorato fuori per tutta la vita e adesso volevano rientrare”.

Antonella è ricercatrice e attualmente è visiting professor (sta facendo cioè ricerca e tiene qualche lezione) presso l’Università di Ithaca, negli Stati Uniti, studia diversi temi, tra i quali la misurazione dell'impatto economico di attività di imprese (che si occupano di riciclo) e di istituzioni (tra le quali anche Università) che operano sul territorio.

“In America l’hanno accolta come in famiglia, le hanno arredato casa, le hanno prestato auto, mobili, ha trovato pure un siciliano pasticcere che le ha fatto trovare un cannolo come benvenuto”. Antonella ha sempre viaggiato, anche quando ha fatto un anno di dottorato in Olanda ed il padre non ha esitato un attimo a prendere l’auto per arrivare fino a Rotterdam fin quando lei non si è ambientata.

“Noi non ci sentiamo soli, li sento sempre qui con noi”.

Da 15 anni l’arco della famiglia Ardizzone ha lanciato le due frecce a Milano. I figli ritornano in estate, o a turno a Natale, ma quest’anno sono entrambi in America.

La ricercatrice adora il mare e quanto tornano non mancano mai la granita caffè con panna al bar Torino e l’arancino. Ma gli anni passano e la vita reale, non quella dell’infanzia e dell’adolescenza è altrove.

“Non lo so dove sarà la nostra vecchiaia, se a Milano, in America, in Australia. Ci sposteremo dove loro saranno- racconta Flavia- Ma voglio dire una cosa che riguarda i giovani messinesi. Dobbiamo aver fiducia, sono davvero speciali. Leggo ad esempio di quelli che partecipano ai progetti di Start up, vedo in loro tanta voglia di fare, di dare. Dobbiamo credere in loro”.

La vigilia di Natale Flavia sarà come sempre alla Mensa di Sant’Antonio, lei è una delle volontarie che ogni settimana conoscono il volto più vero di questa città. Poi tornerà a casa, dove attenderla ci saranno il marito e la suocera. Dopo cena andranno a Messa, nella chiesa di Sant’Antonio Abate.

“Forse il momento più particolare sarà quando guarderò il coro e non li vedrò. Da piccoli sono cresciuti in questa comunità. Dario faceva il chierichetto. Ma non mi addolora questo Natale così. Ho sviluppato un senso più profondo di collettività. Vorrei potere dare un messaggio a quanti hanno perso il lavoro, stanno soffrendo a Messina in questo momento”.

Questo senso di collettività l’ha portata, in un Natale senza luminarie per le strade, a prendere l’albero che aveva a casa e addobbarlo nell’androne del palazzo, per condividere questo momento con tutti. Peccato che qualcuno abbia trovato persino il modo di lamentarsi…..Siamo diventati incapaci di dire grazie, di sorridere, di comprendere persino i gesti più spontanei e semplici.

Non ha amarezza Flavia perché i suoi figli per lavorare e per vedere riconosciuti i loro talenti sono dovuti andare via. Neanche Edoardo è triste nel saperli lontani. Entrambi sanno che è anche questo essere genitori, volere solo e sempre il bene e la felicità dei propri figli, ovunque sia e qualunque sia questa felicità. Edoardo è tornato in Olanda tutte le volte che Antonella lo ha chiesto, quando credeva di non farcela, di non essere abbastanza forte. E’ tornato lì il tempo necessario.

La famiglia al tempo di facebook è molto più unita di quanto si pensi. Si scambiano foto, si scrivono, si sentono, ci sono le emozioni che corrono in rete.

A Edoardo sorridono gli occhi quando racconta la vita dei suoi figli, che si sono fatti strada con caparbietà lontano dal nido, perché in questo nido se non hai il cognome giusto, la raccomandazione giusta, il merito non vale nulla.

Sono stata felice di avere incontrato i coniugi Ardizzone perché ho imparato tanto. Pensavo che avrebbero lamentato il dolore di una città che non sa essere madre per tutti i figli, invece ho imparato la gioia del vedere felici i propri figli, del sapere che saranno insieme stasera nel cuore e domani, tra un mese, in un luogo fisico,non importa quale.

Perché, come diceva Gibran: “la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri”.

Buon Natale alla famiglia Ardizzone, a Flavia, Edoardo,Antonella e Dario, che sono uniti anche a migliaia di chilometri di distanza, anche quando il fuso orario capovolge il mondo, anche quando a tagliare il panettone si è solo in due.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. il prezzo da pagare per chi nasce al sud e non ha santi in paradiso

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  2. bonanno giuseppe 25 Dicembre 2013 08:12

    Anche Noi storia simile …ma con ALITALIA e METROMARE (evitando i soliti regali a volte inutili) il NATALE da sempre lo passiamo insieme….mah……………..

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  3. VOTO QUESTA FAMIGLIA…
    Come personaggio dell’anno del sondaggio tempo stretto.

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  4. Grazie carissima Rosaria, sei insuperabile! Cuore gonfio di orgoglio, occhi pieni di lacrime..Ops, occhi…sorridenti!

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