Parla il prof. Ricci: “Io, pestato a sangue senza sapere perché”

Parla il prof. Ricci: “Io, pestato a sangue senza sapere perché”

Veronica Crocitti

Parla il prof. Ricci: “Io, pestato a sangue senza sapere perché”

Tag:

venerdì 25 Ottobre 2013 - 16:44

Lunedì mattina, alle 12.20, un professore dell'Istituto Minutoli è stato avvicinato da un ragazzo e pestato a sangue. Setto nasale rotto, un occhio gonfio, sangue sparso ovunque, una corsa all'ospedale e 30 giorni di prognosi. La polizia indaga ma l'ipotesi più accreditata è quella della spedizione punitiva

“E’ lei il professor Giuseppe Ricci?”.

Si era appostato dinnanzi al cancello chiuso dell’Istituto Minutoli, lunedì scorso, intorno alle 11.00. Un ragazzo, poco più che 20enne, in attesa sul suo motorino.

“Quando sono uscito dalla scuola, ho notato questo ragazzo che si avvicinava all’interno del cortiletto. Mi ha chiesto se fossi il professor Ricci, ma io gli ho detto di no”. A parlare è Gaetano Lo Presti, professore della Scuola Minutoli che, quel lunedì, si stava recando alla sua macchina subito dopo aver finito il proprio orario scolastico.

Ma il ragazzo non cercava Lo Presti, lui voleva Giuseppe Ricci ed avrebbe aspettato per incontrarlo.

Circa un’ora dopo, la campanella delle 12.15.

Questa volta a lasciare l’istituto a bordo della propria auto è lui, il vero Ricci, l’insegnante di sostegno dell’Istituto.

“Sono uscito, ho preso la macchina e mi sono avviato al cancello. Ho notato che c’era un ragazzo fermo, ma non ho fatto molto caso. Poteva essere il fratello di qualche alunno in attesa della campanella”, testimonia Ricci.

Quel ragazzo, però, non era il fratello di nessuno.

“Si è avvicinato – continua – e mi ha domandato se fossi io il professor Ricci. Ho subito risposto di sì, come potevo immaginare che un istante dopo avrebbe iniziato a pestarmi? Neanche il tempo di scendere dalla macchina che lui ha iniziato a colpirmi con pugni veloci e violenti. Non sono più riuscito a capire nulla”.

Un setto nasale rotto, un occhio nero e gonfio, gli occhiali spezzati in due, sangue sparso ovunque, una corsa all’ospedale Piemonte e 30 giorni di prognosi.

E probabilmente il pestaggio sarebbe continuato se altri due professori non avessero notato la scena da lontano e, con la macchina, avessero iniziato a suonare.

E’ stato solo a quel punto che il giovane, spaventato, ha lasciato Ricci sanguinante ed è scappato via su un motorino.

Gli stessi professori poi sono riusciti a prendere la targa ma, dalle ultime ricerche, sembra che il numero non corrisponda ad un veicolo siciliano. Forse dunque qualche errore nella trascrizione oppure un mezzo proveniente da fuori.

“Ho subito denunciato perché mi hanno detto che era d’obbligo per casi del genere. Il motivo del pestaggio? Non saprei. Potrebbero esserci migliaia di ragioni. Ho vari sospetti ma non ho nessuna certezza. Avevo anche saputo che qualcun altro mi aveva già cercato nei giorni precedenti, ma non la stessa persona. Io non avevo mai visto questo ragazzo”.

Le indagini sono ancora in corso. La polizia ha già richiesto le registrazioni della videosorveglianza del Minutoli in quanto si ritiene che in una di esse possa esserci il colpevole.

L’ipotesi più accreditata sembra comunque essere quella di una spedizione punitiva.

“E’ stata un’esperienza tremenda. Mi hanno anche detto che altri professori si sono sentiti male per la vicenda tanto da dover richiedere l’intervento del 118 – confessa ancora Ricci – e questo mi rammarica molto. Continuo a ricevere chiamate da alunni e insegnati che mi augurano una pronta guarigione e che, come me, si domandano cosa sia realmente accaduto. E se qualcuno insinua che l’Istituto Minutoli, o i suoi alunni o chiunque lavori là dentro, c’entri qualcosa si sbaglia veramente di grosso”.

Veronica Crocitti

@VCrocitti

11 commenti

  1. Auguri al professore. Da quello che mi dicono amici professori si capisce che non contano più niente nella società di oggi e che questo episodio benché non comunissimo è solo la punta dell’iceberg del comportamento degli alunni di oggi che poi saranno quelli che ci ritroveremo in qualsiasi posto nell’immediato futuro.

    0
    0
  2. Giuseppe Ramires 25 Ottobre 2013 21:16

    Atto gravissimo. Tutta la mia personale solidarietà al Prof. Ricci. E una riflessione: le scuole, che non sono situate proprio al centro, sono troppo spesso abbandonate a se stesse. Io insegno al Liceo Ainis, a Provinciale, e più di una volta ho dovuto personalmente chiamare la Polizia o i Carabinieri per far cessare l’insopportabile frastuono di stereo-auto messi al massimo da giovanotti perdigiorno che pensano in questo modo di rendersi simpatici. Qualche anno fa un gruppetto di questi bulli li abbiamo dovuti addirittura affrontare di persona io e l’allora preside Lia Stancanelli. Non sarebbe l’ora che chi ne ha il potere stabilisse un pattugliamento efficace e magari, qualche volta, prendesse per la collottola uno di questi bulletti di periferia, giusto per dare il buon esempio?

    0
    0
  3. Professore piú che mettermi a fare distinzione fra scuole di periferia e non (l’Ainis é in pieno centro) guarderei ai bulli che sono fra i banchi e al potere che ha la scuola di rimetterli sulla retta via. In altre parole per qualcuno ci vorrebbero le vecchie legnate non metaforiche. Inoltre lei non ha piú potere perché in una società fondata sull’immagine e sul denaro si intuisce quanto lei conti. I miei rispetti.

    0
    0
  4. ed è con le legnate che la scuola ha il potere di rimetterli sulla retta via? a posto siamo

    0
    0
  5. Una volta, i maestri ed i professori erano onorati e rispettati, in quanto depositari e dispensatori di civiltà e cultura.
    Nella società degli zalli arriccchiti, dei prepotenti, degli arroganti ignoranti, dei figli di, di quelli che non possono andarsi a prendere un caffè perchè i vigili li perseguitano… non conta più cosa sai, ma cosa hai.
    Mi auguro che questo zallo con le pezze al culo venga preso e possa ricevere almeno parte delle percosse inflitte.

    0
    0
  6. Ha ragione meglio che le legnate se le prenda il professore oppure una donna o qualche bambino o qualche carabiniere o qualsiasi cittadino inerme.

    0
    0
  7. Intimidazione Punizione. Ma non parlatte di bullismo. Dite: Malavita in erba. E di erba ce ne sarà anche tantissima.
    Solidarietà? Ce ne sarà sempre tantissima a Messina. Sincera e di facciata. Magari qualcuno da solidarietà e poi se la ride con gli altri.
    “Il babbeo , solo a lui poteva capitare.. Che si credeva? Di fare davvero il professore in una scuola come questa?”
    A Messina sappiamo benissimo come funziona per chi non si adegua.
    A Messina la solidarietà si spreca ed è per questo che non cambia nulla anzi va sempre decisamente peggio.
    E poi il solito commento dei benpensanti…”si, lui dice che non sa nulla, ma qualcosa deve aver pur fatto” a peggiorare le cose.
    Se era un nero a quest’ora avrebbero pure organizzato una manifestazione, il sindaco avrebbe perlomeno indetto una conferenza stampa per deplorare il degrado….., ma Ricci è solo un bianco per giunta “insegnante di sostegno”.

    Non sarà solo quel ragazzo “borderline” (come ormai si preferisce definire i disadattati”, è tutta la città di Messina ad essere borderline.

    0
    0
  8. lei ai suoi figli….ammesso che ne abbia….li prenderebbe a legnate per educarli?

    0
    0
  9. lo ripeterò migliaia di volte e poi inizierò di nuovo, in questa città manca la legalità, e chi con un minimo di cultura ed educazione è migrato lontano, per quei pochi che sono rimasti non rimante che vivere sottotono senza mai alzare la testa per paura di incontrare il tipo giusto che la stacca in un colpo solo. Ci vuole un maggio presidio delle forze dell’ordine una migliore efficenza della magistratura e pene severissime

    0
    0
  10. Tutti moralisti…come se a voi i prof o le maestre non vi hanno mai messo dietro la lavagna o non vi hanno mai preso per le orecchie…almeno una volta c’era il senso di rispetto per quelle istituzioni perchè se una volta la maestra o la/il prof chiamava i genitori per raccontare quello che facevano a scuola i figli i genitori non se la prendevano con “l’educatore” come succede oggi ma con il pargolo indisciplinato.
    Stessa cosa vale quando eravate a casa..”Quando ci vogliono sono meglio del pane” si diceva…nessuno di voi è mai stato inseguito con il cucchiaio di legno o con le ciabatte in mano da vostra madre..
    oggi,invece, i neo genitori sanno già tutto, dimenticando quello che gli è stato insegnato…e poi ci ritroviamo generazioni di imbecilli…

    0
    0
  11. Parla il prof. Ricci: L’articolo è stato scritto con intenzioni diffamatorie dal momento che in quell’anno ero insegnante di sostegno in utilizzazione in questa scuola. Vi chiederete perché diffamatorie ? Cercherò di spiegarvelo in modo semplice, usando poche parole visto il limite necessario. L’insegnante di sostegno , in molte realtà scolastiche è considerato insegnante di serie “B” , spesso viene relegato in stanzette polverose dove la pulizia giornaliera è solo un utopia o peggio in gabinetti inutilizzati e antibagno a volte anche funzionanti, dato che in casi gravi , l’alunno/a che gli viene affidato , non riesce a rapportarsi in un contesto (anche se esiguo) di classe. Diffamatorie perché la nostra realtà sociale è istintivamente avversa all’handicap e la nostra città ne fa da rappresentanza. Diffamatorie perché l’articolo fu pubblicato senza neanche chiedermi come si sono realmente svolti i fatti ne mi fu chiesto il permesso per la sua pubblicazione. Diffamatorio perché il mio caso è stato archiviato dalla procura della Repubblica , nonostante io abbia riconosciuto il colpevole. Adesso sono passato al sostegno già da quattro anni per tutti i motivi elencati.

    3
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007