Sportello antiusura a Messina, l'emendamento della discordia tra Russo e i consiglieri pro De Luca

Sportello antiusura a Messina, l’emendamento della discordia tra Russo e i consiglieri pro De Luca

Marco Olivieri

Sportello antiusura a Messina, l’emendamento della discordia tra Russo e i consiglieri pro De Luca

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giovedì 21 Aprile 2022 - 10:12

Il consigliere Pd polemizza con i colleghi che ribattono: "L'investimento è poco chiaro". Riserve anche dalla segretaria generale

MESSINA – L’emendamento della discordia sullo sportello anti-usura. Al momento di votare ieri l’emendamento n. 40, inserito nella delibera n. 645 relativa al bilancio di previsione finanziario 2022/2024, si è scatenata una polemica tra il consigliere comunale Alessandro Russo, del Partito democratico, e i consiglieri a favore della precedente amministrazione De Luca. Nello Pergolizzi, Serena Giannetto, Giuseppe Schepis e Francesco Cipolla hanno votato contro lo stanziamento di 25milaeuro, approvato dalla maggioranza, più diecimila euro in bilancio.

Russo: “Risorse fondamentali per combattere l’usura e aiutare le vittime”

Ecco la dichiarazione di Russo dopo il voto: «Il Consiglio ha votato l’emendamento che ridà finalmente delle risorse per far ripartire lo sportello antiusura del Comune. Uno sportello di assistenza per famiglie e per chiunque abbia problemi con l’usura, le estorsioni e la criminalità organizzata: tutti i Comuni seri e civili in Italia lo hanno. A Messina funziona grazie all’accordo tra Caritas, Fondazione “Pino Puglisi” e Comune di Messina. Questo è l’esito della votazione, con favorevole anche il collega Gioveni che ha votato a voce: quindici a favore e i quattro consiglieri di Cateno De Luca e del suo candidato sindaco “ologramma in carta carbone” (il candidato Federico Basile scelto da De Luca, n.d.r) hanno votato contro. Questa è la Messina che vogliono… Imbarazzante».

Pergolizzi: “Mancanza di chiarezza nell’investimento economico”

Ecco la replica del consigliere Nello Pergolizzi: «Nessuna riserva da parte nostra sulla misura antiusura ma sulla mancanza di chiarezza riguardo all’investimento economico. I contributi da parte dei Comuni alle associazioni sono vietati per legge. Abbiamo votato contro perché non è chiaro a che cosa vengano destinati i 25mila euro stanziati, più i diecimila in bilancio. Leggiamo di contributi per bollette luce, acqua, gas. Ma questa è una violazione di legge. Verificheremo sulla correttezza del contributo dato in passato. Così come non è a norma dare un contributo a una singola associazione e non a tutte le realtà associative».

La segretaria generale: “Che cosa pago come Comune sostenendo questo sportello? Non è chiaro”

Riserve sono state espresse, in aula, anche dalla segretaria generale Rossana Carrubba: «In riunione con il dirigente Salvatore De Francesco, ho chiesto lumi: non ricordavo, da quando mi sono insediata, che esistesse questo sportello antiusura. Con trentacinquemila euro io acquisto un servizio: che cosa pago come Comune? Che cosa acquisto: ore di lavoro? Beni? Per fare le cose bene, bisogna essere chiari. Il punto è: cosa acquisto con i trentacinquemila euro? Non entro nel merito dell’utilità dello sportello o della finalità meritoria. Entro nel merito – ha sollevato il problema la segretaria generale – su come viene fatta questa spesa e quantificata. Dobbiamo svolgere bene questa finalità meritoria: quello che non mi è chiaro è come si devono spendere», ha evidenziato la dottoressa Carrubba.

Ha ribadito la segretaria generale: «Se dobbiamo fare questo sportello, e ben venga, in linea con il mio controllo di legittimità, ho chiesto al dottor De Francesco come vengono spesi questi trentacinquemila euro e se sono sufficienti. Più darsi che ne servano molti di più. Ma io, con questi soldi, cosa pago? Cosa acquisisco, se di servizio si tratta? Non emerge cosa ci faccio con questi soldi. Quali professionalità servono? L’azienda speciale ha, per esempio, i nostri psicologi già pagati dal Comune. Luce, telefono, internet, acqua e riscaldamento: dove paghiamo queste utenze? Si tratta di un atto carente sul piano amministrativo. La spesa pubblica deve essere precisa, puntuale e diretta ad acquisire professionalità in modo chiaro», ha insistito Carrubba.

Russo: “Segretaria e consigliere avrebbero dovuto approfondire la relazione annuale della Caritas”

Ecco la risposta di Alessandro Russo, consigliere Pd: «La vaghezza doveva essere semmai fatta rilevare in fase di approntamento dell’emendamento, presentato dal dirigente responsabile, con tutti i pareri di regolarità e legittimità. L’emendamento era votabile così com’è, perché i pareri preventivi garantiscono l’assoluta legittimità del contenuto e della proposta d’emendamento. Il commento della segretaria generale – ha sostenuto dopo il voto il consigliere del Partito democratico – attiene al merito politico della scelta d’aula d’approvare o meno quell’emendamento».

Ha messo in risalto Russo: «La segretaria non può sollevare le sue perplessità senza documentare dal punto di vista della legittimità e non di merito. Lei è chiamata solo a dare quel parere. Parlare di bollette e utenze è fuori dal suo ruolo. Ecco perché è stata giustamente ripresa in aula, con toni accesi ma educati, per carità. L’aula deve scegliere cosa votare e cosa non votare. Il parere di legittimità, reso in forma di valutazione del contenuto dell’emendamento, era fuori luogo. Si tratta di una scelta politica che attiene al Consiglio».

Ha ricordato il consigliere del Pd: . «La Caritas, con il Comune e la Fondazione “Pino Puglisi”, da sedici anni gestisce questo servizio e annualmente presenta al Comune le relazioni d’andamento dell’attività. E il dirigente responsabile lo sa, altrimenti non avrebbe proposto quel tipo d’emendamento. Di conseguenza, la segretaria generale e il collega consigliere Pergolizzi, piuttosto che parlare genericamente, avrebbero dovuto venire in aula approfondendo le relazioni. Non si può andare in aula parlando genericamente di bollette. Avrebbero dovuto soffermarsi sulle relazioni presentate».

“Dati impressionanti sull’usura nel Mezzogiorno”

Ha precisato ancora il consigliere: «Si tratta della cifra minima che serve per affidare il servizio per un anno, altrimenti le associazioni non possono nemmeno accedere ai fondi antiusura del ministero. Ricordo il grave dramma, un’emergenza, delle famiglie vittime dell’usura nel Mezzogiorno: i dati sono impressionanti».

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