Nessun partito vuole le dimissioni di Buzzanca subito. Ecco perchè

Nessun partito vuole le dimissioni di Buzzanca subito. Ecco perchè

Rosaria Brancato

Nessun partito vuole le dimissioni di Buzzanca subito. Ecco perchè

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domenica 08 Luglio 2012 - 15:00

Il tam tam politico indica Buzzanca come intenzionato a voler correre per le Regionali d'autunno. In tanti gli chiedono di dimettersi subito da sindaco per avere i margini di votare ad ottobre anche per le amministrative e quindi evitare un lungo commissariamento fino a maggio. In realtà nessuno vuole le sue dimissioni subito, vi spieghiamo il perchè.

Stavolta Buzzanca non ha nessuna responsabilità. Molti di quelli che dicono: “deve far chiarezza, se vuol candidarsi alle Regionali deve dimettersi subito in modo da consentire di andare alle amministrative ad ottobre accorpando le elezioni al Comune con le regionali”, in realtà sperano che lui non lo faccia.
Se davvero Buzzanca si dimettesse domani consentendo l’accorpamento delle amministrative alle regionali d’ottobre e quindi scongiurando un lungo commissariamento, causerebbe un infarto a tutti i partiti che hanno ben altri piani.
Il punto infatti è questo: se il sindaco si dimette a settembre per candidarsi nuovamente all’Ars scatterebbe un lungo commissariamento fino alla prossima primavera, se lo fa subito, possono esserci i margini per votare a fine ottobre anche per le amministrative di Messina.
Ipotesi questa che converrebbe ai messinesi costretti a non subire l’ennesimo commissario per tempi lunghi, ma non ai partiti (tutti, dal Pdl al Pd passando per l’Udc e l’Mpa).
Il voto autunnale è infatti non solo l’ aperitivo di una lunga stagione elettorale ma il banco di prova per alleanze e candidati, un test dal quale dipenderanno le altre competizioni.
I vertici dei partiti, in pieno clima d’antipolitica guardano con ansia le elezioni regionali e sanno che, persino in Sicilia, potrebbero restare sul campo morti e feriti e che se vogliono restare in piedi devono essere abili nell’arte dello “scambismo”( che non ha nulla di erotico ma riguarda le casacche e le poltrone).
Se qualcuno in autunno fa cilecca come e dove sistemare i trombati delle Regionali? Tranquilli, ci sono altre due tornate nel 2013 e una miriade di posti da coprire.
E se sbagli alleato e ti tocca lo sfigato che fa flop? Anche in questo caso ci sono altri due giri di boa per poter tornare a galleggiare cambiando barca.

Ecco perché nessun partito si azzarda a metter fretta a Buzzanca per decidere o dimettersi subito.
Non glielo chiederà neanche il Pd, che è alle prese con una crisi d’identità da manuale di psichiatria, in grado di cambiare idea ogni 24 ore. Dopo aver governato con Lombardo improvvisamente illuminati sulla via di Damasco annunciano prima una possibile futura sfiducia, poi dicono di volerci pensare, poi sposano con gioia la mozione di sfiducia dell’Udc, ma quando deve essere messa all’ordine del giorno, i deputati Pd non la votano. Ma pochi istanti dopo lo scampato pericolo il segretario regionale Lupo dice: abbiamo sbagliato, dovevamo votarla.
Tra parentesi ci chiediamo che senso abbia votare una mozione di sfiducia pochi giorni prima delle dimissioni di Lombardo dopo averlo sostenuto dal 2008, chi prima, chi dopo, chi sottobanco, chi platealmente.
E’ chiaro che siamo in mano a dirigenti politici, per dirla con il regista Almodovar “sull’orlo di una crisi di nervi”.
Lombardo dopo le dimissioni dell’assessore Caterina Chinnici ha dichiarato: “La sostituirò con un sindaco di un comune con meno di 20 mila abitanti così non è incompatibile”. Non ha detto la sostituirò con un altro altrettanto bravo o competente, no, il governatore vuol sostituire un assessore regionale con un con un sindaco perché, in campagna elettorale il “peso” di un primo cittadino, anche solo di un paese di 3000 anime vale più di quello di una persona competente. Il deputato messinese Giovanni Ardizzone lo ha paragonato a Cimabue (il fraticello di uno spot di Carosello che “fa una cosa e ne sbaglia due…”) perché l’incompatibilità tra assessore e sindaco esiste senza limiti di popolazione.

Queste elezioni regionali serviranno per testare alleanze che dovranno durare almeno un anno e garantire il mantenimento del potere a più persone possibili.
Ne sono una prova il fuggi fuggi da un partito all’altro alla ricerca di un posto sicuro, ne è una prova la neogiunta Ricevuto, fatta col bilancino e misurata al centesimo per non sbagliare, ne sono una prova improbabili alleanze che durano lo spazio di un mattino e i 10 candidati alla Presidenza. Le truppe cammellate son già ai nastri di partenza, perché dopo l’assalto al Palazzo d’Orleans ci saranno le altre tappe e se si sbaglia la prima non si dovrà sbagliare la seconda.
Ai partiti messinesi non può importare di meno se Palazzo Zanca viene commissariata per due, quattro o dieci mesi. Sono troppo intenti a dividersi il bottino. L’arte della guerra non prevede che il rispetto dei cittadini sia al primo posto. L’unica cosa che non vogliono commissariata è la propria fetta di potere.
Ecco perché Buzzanca, se vuol correre per l’Ars, si dimetterà a settembre, con buona pace di tutti, alleati e nemici, futuri candidati e futuri trombati, riciclati di ieri, di oggi e di domani.
Rosaria Brancato

5 commenti

  1. Bella disamina, Rosaria. Leggo con piacere i tuoi articoli che sintetizzano, tra il serio e il faceto, sulla quantità di sporcizia che stà alla base di taluni personaggi che da anni dominano la scena politica messinese.
    E’ preoccupante il futuro politico che si prospetta tra qualche mese: vedremo sempre le solite facce di culo, che oramai sono scolpite indelebilmente nelle nostre menti. La corsa all’oro è partita, ancora una volta…

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  2. L'Osservatore 8 Luglio 2012 16:20

    Spero solo, mi auguro che alla fine su queste beghe di poltrone prevalga il buonsenso dei singoli…
    No, che avete capito? Non quello dei partiti e dei politici locali, che come ha ben detto Rosaria, non gliene può fregar di meno di Messina e dei suoi cittadini,(meditate gente, meditate…) ma degli stessi messinesi: che non si ricordino dell’orgoglio di essere MESSINESI solo durante la Vara e alle vittorie del Messina Calcio ma sopratutto davanti alla scheda elettorale, facciano valere gli interessi collettivi di una città che sta morendo per inerzia, incapacità e ignavia.
    Ce la possiamo fare, ma con il concorso di tutti spazzando via questa inetta classe politica che non ci è stata data per volere divino.

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  3. Anch’io mi auguro che arrivi un commissario.
    Ma non per ragioni politiche. Perchè solo un commissario potrà mettere occhi (e mani) ai bilanci di Palazza Zanca e “annunciarne” il dissesto finanziario.
    Poi voglio vedere il consiglio comunale come si giustificherà e come proverà a mondarsi l’anima per ripresentarsi alle prossime amministrative.
    Non smetterò mai di ripeterlo: Alessandria è stato il primo di una lunga serie.
    Per l’occasione, ho già preparato una scorta di pop-corn per godermi lo spettacolo (sic!).

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  4. sig.ra Brancato,lei non dice una cosa,che il Buzzy è stato il più GRANDE sindaco che i buddaci abbiano avuto,quindi ogni sua decisione va rispettata a “facciazza di cittadini che lo hanno votato.Iddu si guarda i so mpari e si ni futti du prossimo.

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  5. salvatore mammola 9 Luglio 2012 09:30

    Carissima Rosaria, sono d’accordissimo con te su tutto quello che hai scritto tranne che sul “tutti i partiti”. Sono certo che ti riferisci ai cosidetti partiti tradizionali. L’Italia dei Valori è in effetti l’unico “Partito” che vorrebbe le elezioni Amministrative e Regionali ad ottobre, sia per risparmiare denaro pubblico sia per non essere costretti a subire un commissario; anche se qualcuno dice che difficilmente un commissario farebbe gli stessi disastri di Buzzanca.

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