Scuola Leopardi, due mesi di chiusura e quella relazione del Genio Civile che Accorinti ha ignorato

Scuola Leopardi, due mesi di chiusura e quella relazione del Genio Civile che Accorinti ha ignorato

Francesca Stornante

Scuola Leopardi, due mesi di chiusura e quella relazione del Genio Civile che Accorinti ha ignorato

Tag:

lunedì 23 Gennaio 2017 - 23:58

A sollevare il caso è la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile che adesso esige chiarezza sui due mesi di chiusura della scuola di Minissale, interdetta a novembre dall'Ispettorato del Lavoro e poi riaperta grazie ad una relazione del docente catanese ingaggiato dal sindaco. Ma una relazione c'era già ed era stata siglata dal Genio Civile.

Pochi giorni fa la scuola Leopardi di Minissale ha riaperto i suoi cancelli. I 440 alunni dell’istituto, dopo due mesi di vagabondaggio tra plessi temporanei e attività extradidattiche, hanno perso lezioni e subìto disagi, così come le famiglie, i docenti, il personale. Un’intera comunità scolastica tenuta in balìa di una chiusura che poi è stata ritirata come se niente fosse. Alla Leopardi c’è stato anche il brindisi del sindaco Accorinti per festeggiare il rientro in classe. In attesa di capire cosa ci fosse da festeggiare, visto che la Leopardi ha riaperto non perché nel frattempo è stata messa in sicurezza, ma perché è arrivata quella famosa relazione del docente dell’Università di Catania ingaggiato dal primo cittadino per accertare la vulnerabilità della struttura, c’è chi adesso vorrebbe capire esattamente come sono andate le cose. E, se ci sono, verificare le precise responsabilità di una vicenda che sembra essere stata archiviata senza grosse conseguenze, quando invece ci sono dei passaggi poco chiari che meriterebbero un approfondimento.

E’ la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile a interpellare direttamente il Prefetto Francesca Ferrandino e il sindaco Renato Accorinti per fare luce sui due mesi di chiusura della Leopardi, a cominciare da quel provvedimento siglato dal Dirigente dell’Ufficio Territoriale del Lavoro, Gaetano Sciacca, che il 22 novembre chiudeva quel plesso per problemi di sicurezza. Per ricostruire bene tutta la vicenda bisogna ricordare che quel provvedimento dell’Ispettorato del Lavoro arrivò dopo che Comune e Prefettura decisero di non istituire il seggio elettorale in quell’edificio per carenze sismiche. Scoppiarono le proteste dei genitori che non si rassegnavano al fatto che quella scuola frequentata dai propri figli fosse stata dichiarata inagibile come seggio ma continuava a ospitare le lezioni per 440 alunni. E così la Leopardi fu costretta a chiudere da un giorno all’altro, mentre al Comune si contava di tenerla aperta fino a gennaio, quando cioè erano stati programmati i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della struttura. Due mesi dopo la stessa scuola, nelle stesse condizioni, ha riaperto grazie ad una relazione del prof. Caliò dell’Università di Catania, che ha decretato che in una parte dell’edificio si può continuare a svolgere regolarmente l’attività scolastica, mettendo tutto nero su bianco nella “Relazione sintetica per la riapertura parziale e temporanea del plesso scolastico G. Leopardi”.

Una conclusione a cui, già nello scorso mese di novembre, era giunto anche il Genio Civile di Messina che aveva stilato una sua relazione che metteva in luce la necessità di limitare parzialmente l’uso della struttura ma non l’urgenza di chiudere tutto come invece aveva deciso l’Ispettorato del Lavoro. Dunque per la presidente Barrile sorge spontanea una domanda: la chiusura poteva essere evitata?

“L’impossibilità di espletare l’attività didattica, a causa della ventilata vulnerabilità al sisma della Leopardi senza essere stata sancita dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, ha causato un ingiustificabile arresto dell’attività scolastica coniugato ad un considerevole allarme sociale” scrive la Barrile che chiede al sindaco se sia stato dato incarico all’Avvocatura Comunale di valutare l’eventuale sussistenza del reato di “Procurato allarme sociale”.

La presidente Barrile vuole sapere anche il “motivo per cui non siano state date disposizioni di riapertura della scuola stante la relazione tecnica dell’Ingegnere Capo del Genio Civile Leonardo Santoro che, avendo relazionato sull’idoneità parziale del plesso scolastico, ha di fatto anticipato le conclusioni dell’esperto chiamato dall’Amministrazione”. Relazione che la presidente Barrile consegnò nelle mani dell’amministrazione già lo scorso 5 gennaio. In pratica, perché il sindaco non ha tenuto in considerazione una relazione del Genio Civile e ha messo tutto nelle mani di una consulenza esterna che poi è giunta alle stesse conclusioni? Questi gli interrogativi su cui chiede di fare luce la presidente del consiglio comunale.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. perchè? perchè pecunia oleat ed ingranaggi girano.

    0
    0
  2. perchè? perchè pecunia oleat ed ingranaggi girano.

    0
    0

Rispondi a burrascanu Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007