Vittorio Emanuele: il Cda contro la Regione, i sindacati contro il Cda. Replica di Tranchida

Vittorio Emanuele: il Cda contro la Regione, i sindacati contro il Cda. Replica di Tranchida

Danila La Torre

Vittorio Emanuele: il Cda contro la Regione, i sindacati contro il Cda. Replica di Tranchida

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martedì 21 Agosto 2012 - 14:58

Conferenza stampa del consiglio d’amministrazione dell’Ente teatro per fare il punto sulla situazione economica. Ai tagli regionali si è aggiunto il problema dei ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti

Una nuova tegola si è abbattuta sul Teatro Vittorio Emanuele. Dopo i tagli operati dalla Regione, che hanno costretto il Consiglio d’amministrazione a sospendere gli spettacoli in calendario sino al 31 dicembre 2011, l’Ente si ritrova ad affrontare anche il problema degli stipendi dei lavoratori, causa mancanza di liquidità in cassa. I 69 dipendenti iscritti sul libro paga attendono infatti lo stipendio di luglio e tra pochi giorni matureranno anche quello di agosto. Una situazione che sta creando allarme non solo tra i lavoratori, che a fine mese si ritrovano con zero euro sul loro conto corrente, ma anche tra i componenti del Cda, che stamattina hanno tenuto una conferenza stampa, indetta prima di ferragosto, con l’obiettivo di fare il punto sulla “Situazione e prospettive del Teatro di Messina dopo il taglio al finanziamento regionale".

Il primo a prendere la parola è stato il presidente Luciano Ordile : «L'incontro di oggi – ha affermato – arriva in un momento estremamente drammatico per l'Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, perché, oltre al problema del taglio ai finanziamenti regionali che di fatto pregiudica una buona parte della nostra attività, ce n'è un altro molto più impellente e di importanza che non esito a definire capitale. I nostri dipendenti non hanno ancora ricevuto lo stipendio di luglio e, al momento, non sappiamo se la Regione ci metterà in grado di pagare quello di agosto. Chiediamo l'aiuto di tutte le forze della città».

Come ammesso sia dal presidente Ordile che dal sovrintendente Paolo Magaudda il problema stipendi è legato alla mancata presentazione del conto consuntivo dell’anno 2010, dovuta – secondo quanto spiegato stamattina nella lunghissima conferenza stampa – dal cambiamento di regole nella compilazione del consuntivo, che ha creato non poche difficoltà vista l’assenza di personale competente e specializzato all’interno dell’Ufficio di Ragioneria , in cui sono impiegate ben 9 persone, rendendo necessario un accordo con l'Ordine dei Commercialisti, affinché provvedesse a tutti gli adempimenti previsti dalla legge. Sul nodo del consuntivo , Ordile ha tuttavia precisato che «è prassi consolidata che la Regione eroghi comunque le somme che riguardano gli stipendi» e ha confermato la disponibilità del direttore generale dell'Assessorato al Turismo, Marco Salerno, annunciando praticamente in diretta l’arrivo dell’ l'autorizzazione a procedere da parte dell'Assessorato all'Economia.

Il sovrintendente Magaudda ha ricordato che «il contributo regionale è passato da 6.962.000 a 5.492.000. Un taglio di 1.470.000, pari a quasi il 22% in meno, avvenuto in corso d'opera e con il bilancio preventivo già approvato dalla Regione. Non sarà possibile – ha detto – fare tutto quello che è stato programmato, ma faremo il massimo possibile, considerato che in questi mesi siamo riusciti a realizzare dei risparmi. Sarà poi il Consiglio di amministrazione a decidere che cosa programmare fra le diverse opzioni, elaborate insieme con i direttori artistici». Particolarmente duro l’intervento del consigliere di amministrazione Francesco Rizzo: «Il Teatro di Messina è sotto mirino , c'è una volontà politica di distruggerlo da parte dell'assessore al Turismo. Lo dimostrano tre circostanze: il taglio al finanziamento, l'invio di un commissario ad acta per le tabelle di equiparazione e la pianta organica e la mancata erogazione di fondi per gli stipendi». Rizzo non nasconde le divisioni che esistono all’interno del Consiglio d’amministrazione e ammette che lui e altri consiglieri avrebbero preferito una presa di posizione molto più decisa da parte dell'Ente: «Su questo non c'è unanimità e per questo alcuni consiglieri sono assenti». Assente alla conferenza di oggi la vice-presidente Daniela Faranda.

Secondo il consigliere d'amministrazione Gustavo Ricevuto, i problemi dell’attuale consiglio d’amministrazione dipendono essenzialmente da «eventi sfortunati e coincidenze disastrose». Di tutt’altro avviso i sindacati, che in un comunicato firmato da Di Guardo della Slc- Cgil, Allegra della Fisetl Cisl, Alessi della Uilcom Uil parlano espressamente di «incapacità gestionale della dirigenza e del Cda dell’Ente», imputando a loro l’attuale drammatica situazione.

Un giudizio severo, che tuttavia non impedisce al presidente Ordile di essere ottimista per il futuro : «Tengo a dire forte- ha detto a conclusione della conferenza – che non sono qui per celebrare il funerale del Teatro di Messina. Troveremo anche mezzi innovativi, come sponsorizzazioni e i contributi europei, per reperire risorse ». Intanto, non si fa attendere la replica del l'assessore regionale per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo, Daniele Tranchida, che risponde alle accuse lanciate stamattina nei suoi confronti.

«Il taglio del 22% dei fondi regionali al bilancio del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e' un provvedimento preso per motivi di bilancio, ed è equivalente, e per certi versi inferiore, a quello subito da altri enti lirici e teatri siciliani In particolare – sottolinea Tranchida – relativamente al pagamento degli stipendi, va sottolineato che la Ragioneria generale ha bloccato i provvedimenti di spesa in base a un decreto dell'assessorato all'Economia, per effetto del blocco determinato dal patto di stabilità', in attesa di una suddivisione delle quote di riparto entro fine mese. L'assessorato, comunque, ha presente la difficoltà' in cui versa il teatro e segue l'evolversi della situazione per poter procedere al trasferimento delle somme non appena sbloccate, nel più breve tempo possibile». (Danila La Torre)

3 commenti

  1. Solo per certi versi…Tranchida sa benissimo che a Messina arrivano le briciole di Catania e Palermo…..eppure le briciole vengono tagliate e…… per certi versi, essendo briciole, sono inferiori ai sostanziali soldoni che vengono dati ai teatri di Catania e Palermo.
    Tranchida vuole dire che se togli 1 a Palermo o Catania per ottenere la stessa cifra deve togliere 20 0 30 a Messina che vive di briolagine regionale.Ogni 20 o 30 che dai a Palermo e Catania dai 1 a Messina.
    E’ vergognosa la differenza…Tranchida riesce a vedere i tagli al teatro di Messina inferiori…per certi versi, ai ricchissimi
    finanziamenti dei teatri di Catania e Palermo….E’ come se togli una Ferrari ad un ricco dalla sua collezione…. il povero, per certi versi, è meno penalizzato o meglio non può dare di più perchè se gli togli tutto quello che ha…. non raggiungerà mai il valore di una Ferrari…in questo senso Tranchida ha ragione Messina è il povero….

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  2. FRANCESCO TIANO 22 Agosto 2012 11:11

    E’ il teatrino della politica a fare da cornice al mal funzionamento dell’Ente. Mi sembra incomprensibile abbattere i contributi del 22% anzichè richiedere la riduzione delle spese superflue.
    Adesso si spenderà di più per l’ottenimento delle somme aggiuntive che arriveranno dopo le proteste, più o meno accese degli addetti ai lavori, e per volontà del politico di turno che aggiungerà un suo personale merito da rappresentare nella prossima campagna elettorale.
    I fatti concreti sono: mancanza di figure specializzate, incapacità gestionale collettiva e controversie tra dirigenti legati ai partiti. La città subisce ancora una volta e dovrà aspettare il consolidamento di una coalizione politica forte, che riesca a resistere nel tempo e che si trovi radicata in tutte le amministrazioni dell’Isola. Si opera, nella sostanza, ad impedire all’avversario di costruire e consolidare, anche perchè il vero confronto basato sulla qualità ed il merito li pensionerebbe tutti.
    Franco Tiano
    MPLI Messina (PDL)

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  3. E ai precari chi ci pensa..?

    E’ giusto veder tutelati i diritti dei 69 dipendenti (a proposito; che ci faranno mai tutti questi impiegati al V.E. ?),ma alle maestranze superqualificate che fanno davvero funzionare il teatro, parlo di costumiste, sarte, tecnici audio, luci etc.etc.da sempre assunti con RIDICOLI CONTRATTI DA PRECARI è possibile che non parli mai nessuno ? Che nessuno si batta per la loro tutela ? Mi piacerebbe che il giornale indagasse sul trattamento riservato a queste persone; sono certo che ne scoprirebbe delle belle……..!!

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