Taormina. Casa Grandmont, il progetto di social housing divide. Interviene Bolognari

Taormina. Casa Grandmont, il progetto di social housing divide. Interviene Bolognari

Carmelo Caspanello

Taormina. Casa Grandmont, il progetto di social housing divide. Interviene Bolognari

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lunedì 17 Febbraio 2020 - 09:59

Il Comune ha deciso di recuperare l’immobile, destinandolo ad alloggi sociali (sette) ed un Centro anziani. Il sindaco: "Non si tratta di edilizia economica e popolare. Ecco le finalità dell'operazione"

TAORMINA – Casa Grandmont divide. Ad accendere il dibattito la decisione del Comune di recuperare l’immobile, destinandolo ad alloggi sociali (sette) ed un Centro anziani. Sul progetto di social housing non mancano le critiche. Per fare chiarezza è intervenuto il sindaco, Mario Bolognari. “Probabilmente – esordisce –  c’è una scarsa informazione su uno strumento innovativo che si sta affermando in molte città italiane con risultati positivi”.

“Non è edilizia economica e popolare”

Il primo cittadino spiega intanto che “non si tratta di edilizia economica e popolare,  questo dev’essere chiaro e non è destinata a famiglie con reddito basso. Anzi, è destinata a famiglie che hanno, al contrario, un reddito medio-alto che non consente loro di accedere all’edilizia economica e popolare. Inoltre, gli standard di qualità delle abitazioni – prosegue Bolognari – deve essere alto e in linea con il risparmio energetico e l’uso di materiali ecocompatibili”.

La finalità dell’operazione

Il sindaco entra poi nel merito della finalità dell’operazione. “Lo scopo di questi insediamenti – chiosa – deve essere quello di promuovere l’integrazione sociale e di sviluppare relazioni tra gli abitanti e il centro storico circostante. Quindi i sette alloggi da progettare, se la Regione ci finanzierà l’opera, sono destinati a giovani coppie, ad anziani soli e ad altre categorie di persone che, altrimenti, verrebbero espulse dal centro storico, ma che hanno la capacità di pagare regolarmente un canone calmierato”.

Il progetto, tuttavia, non si ferma qui. “È previsto un centro sociale per gli anziani moderno – sottolinea il primo cittadino – con spazi destinati allo svolgimento di attività di integrazione e socializzazione (corsi di formazione, proiezioni, sale lettura e riunioni, ecc.). Nulla a che vedere con l’attuale Centro, ospitato nei locali di Corso Umberto, assolutamente inadeguato e di vecchia concezione.

Per quanto riguarda, invece, la destinazione voluta dal lascito della famiglia Grandmont – replica ad altre critiche, Bolognari – mi permetto di dire che questa finalità è perfettamente coerente con la volontà testamentaria, molto più dell’uso improprio fatto negli ultimi anni utilizzando l’edificio come uffici, centro informatico, sede consortile, ecc. Possiamo dire che torniamo alle origini vere della Casa Grandmont, in una chiave nuova e moderna. Un modo serio e concreto per recuperare un immobile che ha bisogno di un grosso investimento dal punto di vista edilizio, dopo anni di incuria e abbandono.

Chiedo a tutti: ci sono altre possibilità di finanziamento per recuperare alla fruizione pubblica questo immobile? Non mi sembra – conclude Bolognari – che ce ne siano, tant’è che in tutti questi anni non si è fatto assolutamente nulla”.

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