Oltre 500 serrate nel 2013, i commercianti chiedono aiuto e scendono in strada a protestare

Oltre 500 serrate nel 2013, i commercianti chiedono aiuto e scendono in strada a protestare

Francesca Stornante

Oltre 500 serrate nel 2013, i commercianti chiedono aiuto e scendono in strada a protestare

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martedì 11 Febbraio 2014 - 16:30

Un gruppo di commercianti messinesi, capitanati dal presidente di Confcommercio Carmelo Picciotto, si sono riuniti sul corso Cavour per dire basta al cocktail fiscale che sta uccidendo l'imprenditoria cittadina.

“Non possiamo più andare avanti così”. E’ il grido lanciato oggi da un gruppo di commercianti messinesi che si sono dati appuntamento sul corso Cavour per dire basta alle tasse che strozzano le imprese, per dire basta a quel cocktail fiscale che a Messina nell’ultimo anno ha costretto oltre cinquecento attività a chiudere battenti, che mette in ginocchio intere famiglie perché quando un’impresa deve far quadrare i conti arriva anche a dover licenziare i suoi dipendenti. Insieme ai rappresentanti di Confcommercio e al presidente Carmelo Picciotto si sono attaccati un cartello al collo, qualcuno l’ha appeso alle vetrine del proprio negozio, tutti hanno così provato a lanciare un sos a chi potrebbe far qualcosa per rilanciare l’economia cittadina. La crisi del commercio naturalmente non è solo messinese e le cause non sono da cercare solo in chi amministra la città, alla classe politica messinese i commercianti chiedono però uno sforzo in più in un momento tanto difficile. “Le imposizioni fiscali arrivano dal Governo, ma chi ci amministra non può solo eseguire caricandoci di tasse. All’amministrazione Accorinti chiediamo di programmare insieme un modello di sviluppo e crescita che possa aiutarci a continuare a lavorare” hanno detto oggi i commercianti.

Carmelo Picciotto ha snocciolato alcuni numeri che raccontano la crisi inarrestabile del settore. “Nell’ultimo anno hanno chiuso almeno 500 attività, un gran numero di esercizi commerciali è sul punto di chiudere ma paradossalmente sono "obbligati" a rimanere aperti perché anche le procedure per la liquidazione dell'attività ha un costo ugualmente insostenibile, ogni tre giorni ci troviamo addosso una nuova tassa, chi riesce a pagare si trova a sborsare decine di migliaia di euro ogni anno”.

I commercianti che oggi si sono radunati sul corso Cavour chiedono al Sindaco Accorinti un tavolo di confronto per programmare quali iniziative mettere in campo per capire se esistono soluzioni per alleggerire il carico fiscale sulle spalle delle imprese. A tal proposito nelle scorse settimane proprio Confcommercio era stata accanto al consigliere comunale Daniele Zuccarello che ha preparato alcune proposte che approderanno in consiglio e che se approvate porteranno alcune modifiche nel regolamento sull’occupazione suolo pubblico che agevoleranno molte imprese.

Intanto sono molti gli aneddoti di una quotidianità imprenditoriale ormai in crisi. “Durante il giorno non accendo più le luci all’interno del mio negozio perché così risparmio, mi bastano tutte le tasse che paghiamo per ogni cosa, tanto da essere ormai costretti ad una sorta di evasione per la sopravvivenza” racconta un commerciante di ceramiche. Gli fa eco la proprietaria di una parafarmacia aperta da neanche un anno: “sulle spalle ho solo 9 mesi di attività e ho ricevuto una Tares che supera i 500 euro, è insopportabile”. Protesta anche il gestore di un bar storico della città che non si spiega perché si è ritrovato in mano una Tares da duemila euro per un locale di 50 mq.

I commercianti chiedono aiuto.

Francesca Stornante

Martedì, 11 febbraio, 2014 – 18:30

8 commenti

  1. non riesco ad essere solidale con i commercianti messinesi…

    da quando vivo qui non mi è mai capitato neppure una volta di avere la sensazione di avere a che fare con persone normali (normalmente gentili, normalmente capaci di offrire prodotti di qualità etc.).
    il loro calo di fatturato è certamente figlio di un malessere generalizzato – non stanno peggio solo loro – che si unisce ad una qualità di servizio che (per la mia esperienza, ma potrei essere sfortunato o troppo esigente) mi sembra pessima.

    è chiaro che, se il modo di affrontare la crisi è spegnere le luci e tenere il negozio al buio, c’è qualcosa che non va nel modo stesso di pensare di queste persone… e lo stesso credo del barista che sostiene di essere particolarmente sfortunato nel pagare una tares da 2.000 euro (cosa dovrebbero dire le famiglie???). le attività come i bar sono ovviamente quelle che devono smaltire di più e pagare di più. che poi la tares a messina è una tassa per un non servizio è argomento diverso che in altre sedi va trattato.

    la crisi c’è ovunque e ovunque chiudono le attività commerciali. si deve provare ad avere la forza di resistere, ma non è con queste lamentele che si potrà ottenere granché…

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  2. aggiungo anche che in una città di 242.000 abitanti una “riunione” di 22 persone all’aperto non dovrebbe essere neppure definita come “protesta dei commercianti messinesi”…

    per non dire delle foto scattate di fronte al compro oro… “tipo di negozio” tra gli emblemi dell’odierno malessere…

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  3. MessineseAttento 11 Febbraio 2014 18:03

    Questo è un articolo serio in cui si snocciolano le vere cause della crisi commerciale che attanaglia l’Italia intera. Una pressione fiscale ormai vicina al 70%, insopportabile per tutti, anche per i grandi centri come Milano, dove, anche lì, il numero delle saracinesche abbassate, o convertite in bazar cinesi, aumentano giornalmente.
    Giusto dare voce a questi operatori che puntano il dito su ciò che davvero comporta la crisi, non come quella pagliacciata sullo spazio pedonale, che certuni vogliono fare passare come l’unico vero nemico del commercio messinese. Il tutto aggravato da dati assolutamente non verificati, gettati in pasto all’opinione pubblica, troppo spesso bacchettona, e che ledono il normale cittadino favorevole alla possibilità di togliere un pezzettino di centro all’infausto traffico veicolare.

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  4. Il Piano Tariffario TARES 2013 è semmai illegittimo rispetto al p r i n c i p i o delle direttive europee e delle norme italiane, così sintetizzato, c h i p i ù i n q u i n a e p r o d u c e r i f i u t i p a g a. Intanto è FALSO che un BAR di 50mq, categoria 24 delle attività commerciali, insieme alle pasticcerie, con una tariffa pari a €/mq 16,21, abbia una TARES di €2.000. Non si può protestare urlando FALSITA’. Calcolo la tariffa per il BAR: TRIBUTO mq50 x16,21 = €810,5; TRIBUTO PROVINCIALE 5% DI €810,5 = € 40,5; MAGGIORAZIONE 0,30 x mq50= €15, per un totale di €866, non DUEMILA EURO. Una famiglia di 5 componenti in abitazione di 50mq, in proporzione paga un tributo molto, ma molto più alto di €422, così calcolato TRIBUTO 50mq x 2,10 = €105 + €292 = €397; TRIBUTO PROVINCIALE €20; MAGGIORAZIONE €15. A Messina, da sempre, le utenze attività commerciali sono favorite rispetto alle famiglie, pur inquinando di più e producendo più rifiuti, infatti tocca a loro sotanto il pagamento del 30% del costo totale, mentre alle famiglie il 70%. E’ una vecchia divisione contra legem, impregnata dal voto di scambio, a cui bisogna porre rimedio, è la quantità dei rifiuti prodotti il metodo previsto dalla legge per la ripartizione tra le utenze domestiche e non. Naturalmente anche gli €866 sono una bella somma per un BAR di 50mq, come lo sono ancora di più i €422 di quella famiglia in 50mq, l’obiettivo comune è puntare ad una riduzione dei costi del servizio, alla raccolta differenziata, a ricavi CONAI, a un contenimento della spesa per il personale, quello amministrativo in particolare, ad una qualità del servizio reso ai messinesi, a una Messina più pulita.

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  5. Commercianti chiudete pure.
    Il sindaco, l’amministrazione ed il consiglio comunale hanno ben’altro a cui pensare:

    Occupanti del Pinelli
    Migranti del Palanebiolo
    Cinguettio degli uccellini nell’isola pedonale
    Cittadinanza al Dalai Lama

    Quanto alla Tares, c’è poco da lamentarsi, le somme da pagare sono soltanto raddoppiate rispetto allo scorso anno.
    Se non avete pane potete sempre mangiare brioches

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  6. Se non siete soddisfatti chiudete e basta.
    Sarete ospiti a pranzo dal magnifico Signorino ed a cena potrete accomodarvi alla mensa di S. Antonio, così avrete modo di apprezzare il disagio altrui.
    Per quanto riguarda i vostri collaboratori, se avete benzina sufficiente accompagnateli a Piazza Muricello per giocare a carte sotto gli alberi.
    Ma come vi passa per la testa per reclamare il riconoscimento di quache sostegno da parte di una giunta comunale che non sa da dove cominciare?
    Quelli erano disonesti questi assolutamente incapaci, che non hanno vergogna.

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  7. MessineseAttento 12 Febbraio 2014 14:43

    Lei chi ha votato, forse coloro che oggi hanno perso il sonno perchè la magistratura li inchioderà alle loro responsabilità sulla gestione rifiuti!?
    Lei è talmente ferito dalla sconfitta, su tutti i fronti, della politica clientelare, che tenta, maldestramente, di farci credere che la responsabilità della tares raddoppiata sia di questa amministrazione?
    Lo capisco che molti di coloro che si cibavano delle misere molliche concesse al popolo dalla politica mangia tutto, oggi tendono a scaricare sulla nuova amministrazione le responsabilità financo della crisi commerciale.
    Ma, badi bene, il popolo messinese l’anello al naso lo ha tolto da diverso tempo ed il suo spasmodico tentativo di resuscitare la vecchia politica, ormai in putrefazione, è miseramente fallito.

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  8. Prenderli ad uno ad uno e farlgi una bella verifica fiscale.

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