L’associazione universitaria Artu in campo contro la violenza sulle donne

L’associazione universitaria Artu in campo contro la violenza sulle donne

Laura Calcagno

L’associazione universitaria Artu in campo contro la violenza sulle donne

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domenica 26 Novembre 2017 - 06:10

Sensibilizzare i giovani: questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto ieri mattina nell’Aula Cannizzaro presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Messina

“Uomini che non sanno amare, essere vittime di violenze oggi” è il titolo della conferenza organizzata dall’associazione universitaria ARTU, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

L’incontro, tenutosi ieri mattina nell’Aula Cannizzaro presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Messina, ha richiamato l’attenzione di un nutrito pubblico, di studenti e non. Presente anche Giovanni Ardizzone, presidente uscente dell’Assemblea Regionale Siciliana.

La tavola rotonda, organizzata per sensibilizzare i giovani messinesi riguardo ad un argomento così importante ed attuale come la violenza di genere, si è aperta con l’intervento della vicepresidente di Artu, Valentina Coppola, che ha portato i saluti dell’associazione agli intervenuti; successivi sono stati gli interventi di Roberta Mele e di Rosy Chiofalo, studentesse di giurisprudenza e componenti dell’associazione, che hanno introdotto all’auditorium il problema della violenza contro le donne e il modo in cui viene percepito dal punto di vista sociale e giuridico.

La prima relatrice ad intervenire durante la conferenza è stata la Prof.ssa Tiziana Vitarelli, associato di diritto penale presso l’Università di Messina, che ha illustrato come il concetto di violenza psicologica costituisca una lacuna giurisprudenziale nell’ordinamento penale italiano, che, tuttavia, è completo per quanto riguarda le norme che regolano i crimini di omicidio e violenze in genere. Dopo l’intervento della Prof.ssa Vitarelli, a dare un altro punto di vista sulla violenza contro le donne, è la Dott.ssa Carmela Lo Re, ginecologa presso il Policlinico “Gaetano Martino”, che ha portato all’attenzione degli uditori come il ruolo dei medici di Pronto Soccorso sia fondamentale nell’iter di denuncia successivo ad una violenza; la ginecologa Lo Re ha ribadito come l’accoglienza senza pregiudizi della vittima da parte dei medici, sia importante per la psiche della paziente.

Ha concluso la conferenza l’intervento del Prof. Clemente Cedro, psicologo clinico, psicoterapeuta e aggregato di psichiatria nel Dipartimento Di Scienze Biomediche e Odontoiatriche dell’Università di Messina. Il Professor Cedro ha fatto presente al pubblico intervenuto come il comportamento violento dell’uomo possa essere considerato come una anomalia.

Secondo Cedro la psicopatologia dell’uomo violento è un fenomeno transculturale e pertanto dovrebbe essere trattato clinicamente come qualsiasi altra psicopatologia. Clemente Cedro, come la dottoressa Lo Re, hanno puntualizzato come la maggior parte delle violenze contro le donne avvengano in ambito familiare e come, senza un intervento clinico, sociale e giurisprudenziale, non si arriverà mai a circoscrivere questo dilagante fenomeno.

Di seguito l’ Intervista a Roberta Mele e Rosy Chiofalo, componenti dell’associazione Artu.

Cosa vi ha spinto, in quanto associazione universitaria, ad organizzare questa conferenza? Secondo voi il problema della violenza contro le donne è un argomento poco trattato tra i giovani?

R. C.: Ciò che ci ha spinto ad organizzare questo convegno è stata innanzitutto la ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Personalmente credo che il tema della violenza contro le donne sia poco trattato e soprattutto in modo superficiale. Lo dimostra principalmente il fatto che i casi di violenza di genere accaduti nel messinese abbiano avuto rilevanza mediatica solo quando trattati sulla TV nazionale, anche in modo trash in programmi come Pomeriggio 5. Questo è un tema che dovrebbe essere riproposto durante tutto l’arco dell’anno e non solo in giorni specifici come questo.

Secondo voi la Scuola e l’Università come potrebbero sensibilizzare i ragazzi su questo argomento, soprattutto negli anni della formazione?

R. M.: Sicuramente si deve agire sulla formazione dei ragazzi, fin dall’asilo. Noi come Artu abbiamo deciso di organizzare questo convegno per sensibilizzare l’opinione pubblica. Questo problema deve essere trattato prima in famiglia e successivamente a Scuola e all’Università. Noi come associazione agiamo sul sociale con varie tematiche e abbiamo fortemente voluto trattare questo argomento perché non viene spesso approfondito tra i giovani.

In quanto associazione universitaria quali sono, secondo voi, i problemi sociali che affliggono maggiormente i ragazzi oggi?

R. C.: In generale credo che qualsiasi problema sociale si presenti anche in ambito universitario.

Quali sono i progetti futuri della vostra associazione? Potete anticiparci qualcosa?

R. M.: Ancora non possiamo dire nulla in dettaglio, ma riguarderanno sempre i problemi sociali e politici che riguardano i ragazzi; ovviamente prendendo anche spunto da ricorrenze come questa del 25 novembre.

Laura Calcagno

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