Anfiteatro Sicilia, la Serata d’onore di Michele Placido

Anfiteatro Sicilia, la Serata d’onore di Michele Placido

Tos Siragusa

Anfiteatro Sicilia, la Serata d’onore di Michele Placido

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venerdì 25 Agosto 2017 - 06:02

Versi, parole drammatiche, musica e bel canto napoletano conditi da dialoghi di quotidiana leggerezza

Il gremito Teatro antico tindaritano ha tributato lo scros 19 agosto un plauso meritato all’artista Michele Placido; il celebre attore e regista ha diviso il palco con Gianluigi Esposito e Antonio Saturno rispettivamente voce solista e chitarrista. La Serata d’onore si è dipanata con naturalezza – quella che presuppone una precedente puntuale preparazione – e Placido non ha lesinato i suoi apprezzamenti per i suoi cosiddetti “affiancatori” (fin qui meno noti) raccontando la genesi – a suo dire improvvisata – del progetto, che li ha visti in giro per il nostro Paese sempre con adeguati riscontri.

Le origini pugliesi di Placido probabilmente hanno costituito un valido substrato per la costruzione dello spettacolo, che si è avvalso del contributo canoro e musicale dei due artisti campani. E così , fra le liriche “L’infinito” di Leopardi e “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio, la rievocazione dantesca delle immortali figure di “Paolo e Francesca”, “Le golose” di Guido Gozzano e, naturalmente, alcuni passi salienti del pirandelliano L’uomo dal fiore in bocca dell’intitolazione, non è mancato un tributo al magico Eduardo De Filippo, con citazione del suo discorso d’addio risalente a un trentennio fa a Taormina Arte nel sito archeologico “Teatro Antico”, riferimento questo che ha particolarmente commosso il pubblico. Le interpretazioni dell’artista non sono mai state misurate, ma sovente molto personalizzate, come per la più famosa lirica dannunziana, resa mettendo il focus sulla carnalità che i versi trasuderebbero (personalmente non reputo sia presente tale elemento, quanto piuttosto una ricerca estetizzante di musicalità figurativa). L’ interprete è apparso grande nella piece pirandelliana e nei versi(autentiche pennellate) del poeta crepuscolare Gozzano, purtroppo non celebrato come si dovrebbe. Esposito e Saturno hanno sovente anche rubato la scena a Placido, coinvolgendo gli spettatori nell’intonazione del bel canto partenopeo, e fra “Surdato nnamurato”, “Io te voglio bene assaje”, la magnifica “Reginella”, e, in precedenza, canzoni ricercate ottocentesche o del primo novecento, sono stati non solo di complemento ma validi protagonisti, riscuotendo spesso ovazioni. In chiusura, pur se non amo in particolare le serate per così dire “confezionate” intorno ad un grandissimo artista, non si deve sottacere che le quasi due ore sono trascorse assai piacevolmente con studiata leggerezza e grazia.

Placido – che è ammirevole nella sua professionalità versatile, in quanto è attore televisivo, cinematografico e teatrale, e regista – ha posto l’accento sullo spettacolo teatrale in preparazione (un suo sogno che si starebbe realizzando) di apertura della stagione 2017-2018 dello Stabile di Catania, Sei personaggi in cerca d’autore del sommo Pirandello, ove svolgerà il doppio ruolo di regista e interprete per la defezione dell’artista Pippo Pattavina, che, si è appreso dai giornali, avrebbe rifiutato di portare avanti l’interpretazione del padre, in contrasto con la direzione di Placido che gli avrebbe conferito inflessioni alla Martoglio,da lui reputate inaccettabili in quanto avrebbero mutato l’essenza sacrale del testo (e ciò è parso quasi ulteriore specchio del teatro nel teatro pirandelliano).

Tosi Siragusa

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