Tindari, “Penelope” apre il Festival. Stasera Gioele Dix e' Telemaco

Tindari, “Penelope” apre il Festival. Stasera Gioele Dix e’ Telemaco

Tindari, “Penelope” apre il Festival. Stasera Gioele Dix e’ Telemaco

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venerdì 25 Luglio 2014 - 21:48

L'attrice Maddalena Crippa splendida regina di Itaca, figlia dei Tindariti, ha aperto la rilettura dell'Odissea di Maifredi. Il canto di Telemaco è affidato invece a Gioele Dix

E’ iniziata nel segno di “Penelope”, l’edizione 2014 del Festival “Teatro dei due Mari”, che ha aperto i battenti ieri al Teatro Greco di Tindari con la prima di quattro rappresentazioni di “Odissea – un racconto Mediterraneo”, il progetto concepito nel 2011 da Sergio Maifredi.

In scena, a leggere e commentare brani dal XXIII canto del poema Omerico, nei panni di Penelope, è stata Maddalena Crippa. L’attrice ha vestito i panni della regina di Itaca, doppio femminile di Odisseo. Anche lei, con un’astuzia, sta ritardando il tempo in cui cedere ed andare sposa di uno dei proci che assediano la sua reggia. E con astuzia non accetterà d’istinto il suo sposo che ritorna dopo dieci anni di guerra e altrettanti di mare, lo metterà alla prova: chiederà alle ancelle di spostare dalla stanza degli sposi il letto, quel letto che proprio Odisseo aveva intagliato in un tronco d’ulivo per radicato a terra.
Odisseo a quel punto le rivelerà il segreto che il letto custodisce e le darà quindi prova certa di essere lo sposo atteso da vent’anni.

Penelope con Tindari ha in un rapporto particolare, poiché imparentata con i Tindaridi, che la fondarono nel 396 avanti Cristo.

La maratona omerica continua stasera con “Il viaggio di Telemaco”. A leggere e commentare pezzi dai canti I-V, dal XV e dal XVI sarà Gioele Dix, che racconterà il vagare di Telemaco alla ricerca del padre e il loro commovente incontro finale. Odisseo, infatti, appare solo a partire dal V canto.

Un viaggio in direzione ostinata e contraria, che da Itaca risale in senso inverso la rotta per Ilio alla ricerca del padre. Ma è anche il viaggio di un ragazzo che cerca di diventare un uomo, di assumere i gesti e il ruolo del padre.

In scena saranno protagoniste l’intelligenza e la raffinata capacità analitica di Gioele Dix, che svelaeranno la potenza dei canti di avvio del poema omerico. Canti fondamentali per comprendere poi la complicità di Odisseo e Telemaco nel momento del ritorno dell’eroe in patria. Sarà Telemaco prima ancora di Penelope, a riconoscerlo ed ad accettarlo, seppur tanto cambiato da dieci anni di guerra e dieci di mare.

Anche in questo caso, le origini della fondazione di Tindari si incrociano col peregrinare di Telemaco, che incontrerà a Sparta Elena di Troia, figlia di Tindareo (capostipite dei Tindaridi) e il marito Menelao.

“Odissea – Un racconto mediterraneo” restituisce alla narrazione orale, al cantore vivo e in carne ed ossa, le pagine dell’Odissea lette in silenzio durante gli anni della scuola. Un poema, quello di Omero, che è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti.

“Odissea – Un racconto mediterraneo” è una rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Pubblico Ligure, fondato nel 2007 da Sergio Maifredi e Corrado d’Elia.

“Ho scelto l’Odissea perché è la più antica storia della letteratura occidentale, nata per essere letta ad alta voce, a differenza di altri capolavori. L’Odissea è tridimensionale, già teatrale, affidata a una voce e un corpo; è una parola condivisa da raccontare all’intera comunità”, spiega Maifredi.
“La vicenda è già tutta nei primi versi, per cui l’importante è come viene raccontata. Io ho scelto di trovare una forma, riaffidandola a moderni cantori, e scommettere su come doveva funzionare, scoprendo che l’intero racconto dura dodici ore, 30 minuti a canto. L’aspetto particolare, però, è che non è necessario leggere tutta la storia, ma chiedere al cantore, quasi fosse un jukebox, di ascoltare solo le vicende di Circe, ad esempio, e non il resto. Per noi, un punto fondamentale è che adesso siamo a Tindari. Si tratta di uno straordinario corto circuito, perché si può ascoltare Omero in un luogo che ha visto in scena la tragedia, che nel suo dna ha proprio i poemi omerici. Poter essere in un teatro greco, insomma, è assolutamente straordinario, una circostanza che dà compimento ideale al progetto”, conclude il regista.

Gli appuntamenti successivi legati a “Odissea”, nell’ambito del Festival “Teatro dei due Mari”, saranno il 3 agosto, con Paolo Rossi ne “La maga Circe”, e l’8 agosto, con l’unica tappa siciliana de “Le sirene, Scilla e Cariddi”, protagonista Teresa Mannino.

DATE DEL FESTIVAL TEATRO DEI DUE MARI

03 Agosto: Paolo Rossi – La maga Circe

08 agosto: Teresa Mannino – Le sirene, Scilla e Cariddi

12 Agosto: Silvia Siravo – e l’alba si tinse di rosa

16 agosto:Mariangela D’Abbraccio – Elena di Ritsos

20 Agosto: Edoardo Siravo e Marco Simeoli – Miles Gloriosus

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