Intervista a Massimo Dapporto, un signore della Scena

Intervista a Massimo Dapporto, un signore della Scena

Intervista a Massimo Dapporto, un signore della Scena

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giovedì 17 Gennaio 2013 - 19:15

A tu per tu con uno dei più bravi e amati attori italiani. Interprete teatrale, di film e fiction TV, ma anche doppiatore, in scena al “Vittorio Emanuele", con l’Otello di W. Shakespeare. Figlio del grande attore di varietà e comico Carlo ci dice: «Prima del successo, tanta gavetta. Facilitati sono gli amici e i parenti dei politici». E alla fine dell’incontro, il suo personalissimo saluto ai lettori di Tempostretto.

Parlare con lui è un autentico piacere: la sua voce calda e pacata si farebbe sentire per ore. Non è un caso se, oltre ad essere attore di chiara bravura, Massimo Dapporto è anche doppiatore. Forse non tutti lo sanno, ma è sua la voce di Buzz Lightyear negli episodi di Toy Story. «Verso l’infinito e oltre!», per capirci. Fino a Domenica 20, Dapporto è a Messina, al Vittorio Emanuele, dove, dopo la commedia delle commedie, “Sogno di una notte di mezza estate” con Leo Gullotta, arriva un’altra opera di Shakespeare: "Otello", la grande tragedia della gelosia e dell'inganno, uno dei testi teatrali più famosi di tutti i tempi. Massimo Dapporto naturalmente è Otello, mentre il bravo Maurizio Donadoni interpreta Iago. Con loro recitano Massimo Nicolini (Cassio), Matteo Alì (Roderigo), Gabriele Tesauri (Montano), Angelica Leo (Desdemona), Federica Fabiani (Emilia), con la regia di Nanni Garella. Dopo Leo Gullotta, Tempostretto.it ha avuto il piacere di intervistare Massimo Dapporto che abbiamo incontrato nei camerini poco prima di andare in scena.

Tutte le volte che si mette in scena un’opera shakespeariana, -chiediamo-, il pubblico risponde bene. Si va sul sicuro? «Sì, ma questo accade non solo con Shakespeare. In Italia anche con autori come Pirandello. E succede perché autori di questo tipo sono immortali, in quanto hanno capito tutto dei difetti dell’umanità. Loro, avendo studiato a fondo la psicologia umana, hanno realizzato come siamo fatti, e noi, negli anni, non siamo mai cambiati». Come mai, chiediamo, il pubblico non chiede nuove opere teatrali e come possono allora i nuovi drammaturghi essere conosciuti? «Non le chiede perché non le conosce, dovrebbe prima avere una documentazioni scritta, soprattutto di autori italiani. Come si è detto, alcuni autori sono una sicurezza, sia per il pubblico, sia per le casse del teatro. Gli impresari non hanno il coraggio di affrontare le nuove scritture e la gente, stranamente, ama vedere sempre gli stessi spettacoli e gli stessi autori. È una favola che si ripropone sempre uguale, eppure sempre diversa».

“FIGLIO D’ARTE”

Quando gli chiediamo quanto abbia contato nella sua carriera artistica essere figlio di un grande del varietà e della comicità italiana come Carlo Dapporto lui ci risponde che ha iniziato a lavorare nel ’71, riuscendo ad avere i primi veri risultati solo quindici anni dopo. È stata una gavetta lunga e faticosa. «La domanda che pongo io ─ci dice─ invece è: quanto conta per un parente o un amico di un politico essere un parente o un amico di un politico per riuscire ad andare avanti in questo lavoro? Loro sono molto più facilitati dei cosiddetti figli d’arte».

CINEMA

«Ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri, è stato un periodo bellissimo. Quando si vivono delle belle emozioni forse non ce ne rendiamo conto mai abbastanza, è il ricordo che ti fa dire: che bei tempi che erano quelli! C’è da dire che questi grandi maestri li stiamo perdendo, un po’ alla volta, e i giovani pensano che si possa andare avanti tranquillamente senza di loro, senza alcun insegnamento»

TELEVISIONE

Nel 2006, Dapporto ha interpretato Giovanni Falcone in una seguitissima miniserie per la TV. «È stato un grande onore per me poter interpretare quel ruolo. Quando sono atterrato a Palermo per girare il film sono passato per la prima volta davanti alla stele di Capaci che ricorda l’attentato e l’ho guardata con una certa curiosità. Al termine delle riprese, quando sono ripartito e sono ripassato davanti, mi sono emozionato. Dentro di me ora avevo tutta la sua storia e avevo imparato molto».

ATTUALITA’

Chiediamo a Massimo Dapporto un parere sulla realtà politica italiana e se c’è una speranza che nutre per queste elezioni: «Sulla politica italiana, ─ci risponde─ io, da uomo di spettacolo dovrei stare zitto. Altrimenti faccio come Grillo, faccio un mio partito (ride). Quello che auspico è che si mantenga la dignità che si è riuscita a ricostruire in questi ultimi tempi e che chiunque ci governi riesca a portare avanti il nome dell’Italia pulitamente e non in maniera buffa». Informiamo Dapporto della situazione dell’Ente Teatro e della protesta che lavoratori, maestranze e orchestrali stanno portando avanti. Dalle sue parole traspare una leale solidarietà a coloro i quali si trovano in un clima di incertezza, cosa che coinvolge i teatri di tutta Italia, eppure, ciò che non si deve mai perdere ─sostiene─ è la buona volontà, valutando sempre se conviene scioperare con la conseguente chiusura dei teatri. «Io stesso devo prendere ancora tanti soldi, ma, purtroppo, se io mi fermo, si fermano anche attori che prendono una paga più bassa della mia. E allora preferisco andare avanti, sperando che si riconosca il sacrificio che fanno i nomi più grandi per aiutare i nomi più piccoli….» (CLAUDIO STAITI)

INTERVISTA VIDEO HD A MASSIMO DAPPORTO – CLICCA QUI

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