Intervista a Ninni Bruschetta: «Vivere solo di teatro? Sì, è possibile»

Intervista a Ninni Bruschetta: «Vivere solo di teatro? Sì, è possibile»

Intervista a Ninni Bruschetta: «Vivere solo di teatro? Sì, è possibile»

martedì 19 Gennaio 2010 - 21:59

L'attore messinese -vestirà i panni- di regista della rappresentazione -Lavori in corso- in scena al Vittorio Emanuele da mercoledì 20 a domenica 24 gennaio

L’incidente ferroviario di Rometta di alcuni ani fa in cui persero la vita otto persone: l’assassinio mafioso a Palermo di Don Puglisi: il dilemma sempre scottante del Ponte sullo Stretto con i propri sostenitori e denigratori riuniti sotto le sigle “Ponte-Si” e “Ponte-No”: il devastante terremoto di Messina del 1908, vero paradigma da cui presero vita tragiche vicende che arrivano ai giorni nostri…e altro ancora…fanno parte dello spettacolo “Lavori in corso” di Claudio Fava messo in scena da Ninni Bruschetta al Vittorio Emanuele da stasera e fino a domenica pomeriggio. Protagonisti sono il catanese David Coco e i messinesi Maurizio Marchetti e Antonio Alveario.Sulla scena pure il cantante Faisal Taher e Toni Canto alla chitarra. Le scene sono di Mariella Bellantone, i costumi di Cinzia Preitano. Assistente alla regia: Laura Giacobbe. Lo spettacolo è prodotto dai Nutrimenti Terrestri di Messina diretto da Maurizio Puglisi.

Questa l’intervista che ci ha rilasciato Ninni Bruschetta..

Dopo Il mio nome è Caino e L’istruttoria ruotanti attorno ai temi della mafia, ecco adesso un terzo lavoro Lavori in corso (che debutta mercoledì sera al Vittorio Emanuele) su un altro argomento scottante e molto dibattuto che è il Ponte sullo Stretto: lavori tutti scritti da Claudio Fava e di cui lei puntualmente è il regista. Cos’è che vi unisce e da cosa nasce questo vostro connubio?

“Potrei raccontare come ci siamo conosciuti, ma è stata una cosa molto normale, forse non sarebbe interessante. Così com’è stata normale la nascita della nostra collaborazione: dalla mia partecipazione, come attore, ai Cento Passi, che lui aveva scritto, al primo spettacolo e poi a quello necessario, direi, su Giuseppe Fava, suo padre. Come sa ho messo in scena anche molti classici nel corso della mia carriera di regista, ma sono dell’idea che il teatro da fare sia quello contemporaneo e che i temi vadano trattati, attraverso l’arte della drammaturgia, con un linguaggio diretto, moderno. Per questo Claudio è in qualche modo il mio autore ideale, perché sa porre questioni universali passando attraverso il racconto contingente e circoscritto della nostra terra. Ma soprattutto con Claudio condividiamo la necessità del teatro”.

I lavori accennati si sono succeduti a scadenza triennale. Lei sa già cosa ha in mente di scrivere prossimamente Claudio Fava?

“ In questo momento stiamo lavorando ad un progetto cinematografico e nello stesso tempo ci auguriamo che Lavori in Corso abbia lunga vita come L’istruttoria che ha circuitato per quattro stagioni consecutive. Quindi non è ancora tempo per pensare a un nuovo testo. Il bello di lavorare con un autore così è che lo spunto per un testo può nascere da un giorno all’altro, dalla cronaca, dall’attualità”.

Lei sa che a Messina, la sua città, si sono costituiti dei gruppi spontanei No-Ponte e Si-Ponte che in vari modi sostengono le due tesi contrapposte. Qual è la sua idea sul Ponte?

“Beh, la mia idea sul ponte è tutta in questo spettacolo. Venite a vederlo”.

La si vede spesso nelle reti Rai o Mediaset interpretare ruoli di commissari, di poliziotti, giudici etc..segno che lei ama anche l’attività di attore. Cosa vuole fare da grande?

“Da grande? Ho quarantotto anni! Mi piace fare l’attore sia al cinema che in televisione. La qualità in Italia è cresciuta e l’ambiente è piacevole. Il teatro, come dicevo prima, è una necessità. Anche se è più faticoso porta con se almeno il ricordo del rito, è appagante spiritualmente, se mi è concesso usare questa espressione”.

In questo Lavori in corso recitano David Coco catanese e Maurizio Marchetti e Antonio Alveario messinesi. Segno che per lavorare in teatro bisogna andare fuori dalla propria città, come del resto ha fatto lei. Perchè non c’è più nel cast il palermitano Claudio Gioè?

“ Si, questo è un vecchio problema, ma non credo che riguardi solo la nostra città. Io ho un buon rapporto con Messina, sono stato direttore del Teatro Vittorio Emanuele molto giovane ed ho avuto occasione di farmi conoscere e di conoscere il pubblico messinese, con cui ho sempre piacere e bisogno di confrontarmi. Sono anche soddisfatto di essere riuscito ad insistere sulle nostre forze e mi piace anche il fatto che molti messinesi siano stati direttori artistici dopo di me. Spero che la cosa prosegua in questo senso. Poi, se si fa teatro, andare a lavorare altrove è normale quando non necessario, è nella natura stessa del teatro.

Quanto a Claudio Gioè, purtroppo abbiamo avuto problemi con le date a causa di suoi impegni pregressi. David Coco ha accettato di sostituirlo ed ha fatto un lavoro straordinario. Sono molto soddisfatto”.

Secondo lei oggi si può vivere di solo Teatro?

“Si, è possibile. Non è il mio caso, ma insisto nel dire che chi lavora nello spettacolo deve fare teatro. Il teatro è il cuore dello spettacolo, chi conosce bene il teatro può fare tutto”.

Lei in qualche modo ha avuto successo sia in teatro nel cinema che in televisione. Cosa consiglierebbe a un giovane di Messina, della Sicilia insomma, che vorrebbe lavorare nel mondo dello spettacolo?

“E’ una cosa che faccio spesso. Non so riassumerlo brevemente, direi che valuto caso per caso. Alcune volte ho incontrato ragazzi che hanno fatto carriere brillantissime, sia attori che tecnici. La cosa importante è che abbiano chiaro in mente perché fare questo lavoro e che non siano spinti dalla vanità”.

Secondo lei il Ministero della Cultura, il Governo, s’interessa dei lavoratori dello spettacolo?

“Assolutamente no. Ed è questo il vero problema, cioè non è lo spettacolo o la cultura ad essere trascurata dalle istituzioni, ma è proprio la categoria dei lavoratori dello spettacolo a non essere minimamente tutelata” .

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