Lo SPAM ed i problemi di Posta Elettronica

Lo SPAM ed i problemi di Posta Elettronica

Lo SPAM ed i problemi di Posta Elettronica

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domenica 19 Ottobre 2008 - 00:27

Analisi di un problema di grande attualità

La posta elettronica è lo strumento che quotidianamente ci affianca in molte nostre attività, sia lavorative sia personali. Nata come sistema di messaggistica tra utenti della rete è, oggi, oggetto di abuso a causa della sua principale virtù, quella di garantire la raggiungibilità di un enorme bacino di utenti in ambito business e consumer. Un marketing spregiudicato veicola ogni giorno milioni di comunicazioni pubblicitarie generando un nuovo fenomeno illegale: lo spam.

Lo spam consiste in email pubblicitarie non richieste inviate da persone o organizzazioni che vogliono promozionare o vendere qualcosa in Internet. Tali soggetti sono chiamati spammers. Il problema è che la quantità di spam che giunge nelle nostre caselle di posta supera di gran lunga il numero di email legittime. Addirittura, per ogni cento email processate da un mail server (la macchina preposta all’elaborazione ed all’inoltro della posta elettronica) si arriva a punte di 80% di messaggi spam.

L’effetto dello spam è l’arrivo nella nostra casella di posta elettronica di email di ogni tipo che pubblicizzano dai medicinali agli orologi, dai casinò virtuali alle finanziarie. Ovviamente, dietro a tale fenomeno si è creato un business a livello mondiale ed è interesse di molti mantenere vivo tutto ciò. Dall’altra parte della barricata si contrappongono gruppi di admin (gli amministratori dei sistemi o delle reti) e di informatici professionisti che combattono con mezzi tecnologici gli spammers.

Contromisure contro lo spam

Esistono diverse contromisure applicabili nella lotta allo spam. Alcune soluzioni sono tecniche altre sono regole di buon senso da utilizzare preventivamente.

Il provider, cioè chi offre il servizio di posta elettronica agli utenti, può dotare le proprie macchine di speciali programmi, chiamati filtri antispam, in grado di identificare con sufficiente precisioni i messaggi di spam. In Italia, per legge, si deve recapitare la posta elettronica al destinatario in quanto è equiparata alla posta ordinaria. Il filtro antispam può dunque esaminare il messaggio di posta elettronica ma non può semplicemente eliminarlo dalla casella. Da considerare che il filtro antispam non è perfetto e potrebbe marcare come spam un messaggio invece lecito.

Prima di inoltrare i messaggi a destinazione, il sistema di posta elettronica può marcare i messaggi sospetti di essere spam magari aggiungendo la dicitura ***SPAM*** nell’oggetto del messaggio. Così facendo, l’utente può creare sul proprio computer un filtro apposito (in Outlook Express si può creare con la funzione “Regole messaggi-, figura 1) in modo da spedire i messaggi marcati direttamente nella cartella della posta eliminata.

Come per il provider, anche per il nostro PC di casa esistono programmi antispam come Spamfighter 4 o Spamihilator, installabili direttamente nel computer sul quale si utilizza la posta elettronica. Questi programmi intercettano tutte le mail in ingresso distinguendo le mail valide da quelle che non lo sono e permettendo di scegliere l’azione da compiere sulle email di spam.

Si possono trovare programmi antispam per il proprio computer mediante una semplice consultazione dei motori di ricerca usando le parole chiave -download programma antispam-.

Un paio di semplici regole possono aiutarci a mantenere pulita la nostra casella di posta. Innanzitutto non diffondere il proprio indirizzo utilizzandolo nei vari forum o blog presenti in Internet. Per tali attività si può creare una casella gratuita di posta aggiuntiva che, nel peggiore dei casi, si potrà semplicemente cancellare. Il proprio indirizzo va comunicato soltanto a persone fidate, meno si diffonde e meglio è. Un’ulteriore accortezza è quella di prestare attenzione alle campagne promozionali che si possono incontrare nei centri commerciali, presso le fiere o anche semplicemente per strada: se si compila un modulo per aderire ad una campagna sconti o di concorsi a premi miliardari si può evitare di inserire la propria email che altrimenti finirebbe nel circuito informatico delle promozioni.

Danni causato dallo spam

Ma si può quantificare il danno causato dagli spammers ?

Negli Stati Uniti sono all’ordine del giorno le battaglie legali contro gli spammers e costano all’incosciente pirata decine o centinaia di migliaia di dollari. In Italia, sul sito del Garante della Privacy si possono trovare casi, più in piccolo, di aziende che, inviata un’email pubblicitaria non richiesta e citate in giudizio si vedono costrette a pagare multe di 250€ al reclamante.

Il danno, a mio avviso, è quantificabile sotto due punti di vista. Di certo c’è una notevole perdita di tempo per pulire via la mondezza che ci giunge nel computer sotto forma di posta elettronica.

Il primo ad essere danneggiato è l’utente della casella di posta. Si potrebbe trovare costretto a dover cambiare indirizzo email a causa del troppo spam. Cambiare casella è un pò come dover cambiare numero di cellulare e cioè è un trauma!

Chi, invece, non cambia casella di posta si trova a dover effettuare giornalmente, e sovente a più riprese, la cernita dello spam per controllare se nella rete è finita per sbaglio qualche mail importante e scambiata dal sistema per spam.

Per non parlare del nervosismo che sopravviene quando ce la prendiamo con il computer chiedendoci perché la maledetta macchina è così stupida da non distinguere le mail giuste da quelle sbagliate…

Il secondo danneggiato è il gestore della posta elettronica, il cosiddetto provider.

Come si può vedere in figura 2 ben l’80% percento del traffico di posta in entrata e che viene gestito è composto da spazzatura. Facendo due calcoli, se le mail gestite sono migliaia al giorno (oppure migliaia ogni ora) vuol dire che la macchina spende una quantità enorme di risorse a processare spazzatura. Per risorse s’intende primariamente la potenza di calcolo del server e la banda (più precisamente il canale per il transito dei dati) disponibile per le trasmissioni in rete. Tali risorse, durante il processamento dello spam sono impegnate e non possono erogare servizi regolarmente pagati dagli utenti.

Un danno verso il provider è quindi il mancato utilizzo delle risorse trovandosi esse impegnate a processare posta pubblicitaria degli spammers.

Altro danno è la necessità di dover gestire sistemi di protezione che richiedono essere controllati ed aggiornati costantemente e che, di conseguenza, obbligano il provider a spendere tempo (e denaro) per il personale incaricato di ciò.

In un momento di calma della giornata andiamo a vedere cosa sta facendo un server di posta. In figura 3 si vedono sette connessioni in corso di cui due sono lecite e ben cinque … sono di spammers. Con un pò d’esperienza la spazzatura si riconosce a colpo d’occhio. Per i più curiosi posso aggiungere che il secondo rigo in figura composto da N/A, N/A, N/A tratta di un controllo che fanno gli spammers per verificare che un server di posta sia attivo, cioè non è un vero proprio invio di posta ma solo un test di connessione.

La Legislazione Italiana

La posta elettronica ed il proprietario della casella sono tutelati dalle attuali leggi italiane. E’ importante conoscere tre punti fondamentali :

1) La posta elettronica è equiparata alla posta cartacea;

2) L’indirizzo di posta elettronica è un dato personale;

3) Non è permesso inviare email pubblicitarie senza avere un permesso del destinatario prima dell’invio.

Nel Codice Penale la corrispondenza elettronica è equiparata a quella cartacea secondo la legge 23 dicembre 1993 n. 547, art. 5 : 1. Nell’art. 616 del codice penale, il quarto comma è sostituito dal seguente:

-Agli effetti delle disposizioni di questa sezione, per -corrispondenza- si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza-. Vuol dire che il provider è tenuto a consegnare la posta elettronica sempre e comunque, anche trattandosi di spam.

Il solo indirizzo email costituisce dato personale come indicato nel Bollettino n.29/giugno 2002, pag.75 del Garante per la Privacy (rif. http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=29864) dal titolo -Reti telematiche ed Internet – L’indirizzo e-mail è un dato personale- che così recita : “dato personale- è “qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale-. In quanto tale, per il provider l’email è un dato da proteggere sulle proprie macchine eroganti servizi Internet mediante le opportune misure di sicurezza.

Non si possono inviare e-mail per pubblicizzare un prodotto o un servizio senza prima aver ottenuto il consenso del destinatario, anche quando si tratta solo del primo invio. Ribadendo un principio fondamentale per l’uso degli indirizzi e-mail, l’Autorità ha sottolineato che un indirizzo di posta elettronica per il solo fatto di essere reperibile in rete non autorizza comunque un suo uso indiscriminato. Tutto ciò è dettagliato sul sito del Garante nell’informativa n. 277 del 29 maggio 2006 (rif. http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1289917).

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