Fp Cgil denuncia: "La sicurezza non è un optional, bisogna intervenire". Ma l'emergenza carcere è ignorata dalla politica
MESSINA – Il segretario generale di Fp Cgil, Francesco Fucile, ha raccontato di un’aggressione “grave” ai danni dei poliziotti penitenziari del carcere di Messina. Secondo quanto affermato dal sindacalista, si è verificata nella tarda mattinata del 25 luglio. Fucile ha spiegato: “Un detenuto si è improvvisamente scagliato contro un assistente capo coordinatore e un ispettore della polizia penitenziaria. Dopo essere stato immobilizzato e riportato alla calma, lo stesso detenuto ha sferrato una violenta testata a tradimento verso un altro agente intervenuto in soccorso, costringendolo a ricorrere urgentemente alle cure del Pronto Soccorso”.
L’agente ferito ha riportato un trauma cranico
E ancora: “L’agente ferito ha riportato un trauma cranico non commotivo, tumefazione ed escoriazione allo zigomo sinistro, con una prognosi di sette giorni. L’aspetto più incredibile e inaccettabile è che si tratta di un detenuto già noto per aver compiuto gesti violenti, che da tempo risulta allocato in una sezione detentiva precaria, senza che sia stato disposto il suo trasferimento in un altro istituto”.
Fp Cgil: “La sicurezza nelle carceri non è un optional”
La Fp Cgil ha ribadito che eventi come questi potrebbero essere evitati intervenendo “con tempestività e determinazione per rafforzare le misure di sicurezza, migliorare la gestione dei detenuti problematici e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e dignitoso per tutto il personale di Polizia Penitenziaria, già ridotto all’osso”. Fucile ha terminato: “La sicurezza nelle carceri non può più essere considerata un
optional: deve diventare una priorità assoluta”.
La rimozione del problema carcerario in violazione della Costituzione
Lo abbiamo evidenziato più volte. L’impressione è che si continui a ignorare, a livello politico, gli enormi problemi strutturali dell’istituzione carcere. Solo per comodità, o pigrizia, parliamo di emergenza. Qui servono interventi strutturali ma tranne i garanti dei detenuti e pochi politici, dai radicali a Ilaria Cucchi e Ilaria Salis, toccate dalle vicende carcerarie in maniera drammatica, il carcere è uno dei grandi rimossi della società italiana.
I suicidi in carcere
Detenuti e agenti, nelle carceri italiane, sono “prigionieri” di una politica senza coraggio. Occorre una profonda riforma perché, al di là del caso del singolo istituto, il carcere contraddice i principi della Costituzione, non puntando al recupero di chi è ristretto e non favorendo il renserimento del detenuto nella società, salvo eccezioni. Nel 2024 si sono suicidati 91 detenuti; nel 2025 (dato aggiornato a qualche giorno fa) già 42 persone si sono tolte la vita nelle celle del nostro paese, oltre a tre agenti penitenziari (fonte www.giustiziainsieme.it).

Col manganello lo curano, prendiamo esempio dai poliziotti americani o anche spagnoli. Ma voi di tempostretto essendo di rifondazione comunista e anche oltre non siete d’accordo.
Sempre dalla parte dei detenuti….lasciateli stare, il carcere dovrebbe rieducare! Questo lo dico alla polizia penitenziaria.
Testimonianze e fatti precedenti indicano che succede benissimo anche il contrario, inutile l’indignazione falsa buonista