Schillaci: "Quando Scoglio mi disse che ero meglio di Pelè..."

Schillaci: “Quando Scoglio mi disse che ero meglio di Pelè…”

Piero Genovese

Schillaci: “Quando Scoglio mi disse che ero meglio di Pelè…”

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lunedì 01 Aprile 2019 - 10:00

“Il Messina è stato il mio trampolino di lancio verso traguardi importanti”. Totò Schillaci ricorda i tempi vissuti in giallorosso, in occasione della giornata dello sport e del tempo libero al Centro Commerciale Tremestieri.

L’attaccante, ricordato da molti per il suo trascorso nel Messina e per le sue prodezze e gol al Campionato del Mondo 1990, svoltosi in Italia, ricorda con grande gioia gli anni in giallorosso affermando che “il Messina è stato importante. Ero molto giovane – afferma – avevo 17 anni al mio arrivo, ma la Città dello Stretto mi ha dato tanto. Ho fatto parte di una squadra straordinaria ed è grazie a Scoglio che sono riuscito ad entrare nell’elite del calcio mondiale. Il professore era come un padre, è stato il primo a credere nelle mie capacità e senso del gol. Mi disse: “Tu sei meglio di Pelè”. Così amava caricare noi ragazzi e diceva: ‘Schillaci va lasciato libero, gli dai la maglia, va in campo e deve fare quello che si sente”. Così mi aiutò a crescere.

Ottimo anche il rapporto con la tifoseria. “Il pubblico del “Celeste” mi acclamava, ci acclamava. Mi considerava e ci consideravano leader e, ancora oggi, a distanza di anni, è bello che mi chiedano ancora inetrviste, autografi, foto. Ovunque vado sono da grande le manifestazioni di affetto da parte di tutti”.

Dal Messina il trasferimento alla Juve. “Il mio, racconta l’eroe di Italia ’90, è un caso singolare. Giocare i mondiali e diventare capocannoniere capita una volta su mille. Non era nelle mie aspettative ed è stato come vivere una favola. Capocannoniere del mondiale, scarpa d’oro, secondo nella classifica del pallone d’oro son cose che succedono solo a pochi”.

Dopo la parentesi all’inter, il viaggio in Giappone. “Mi è sempre piaciuto viaggiare – afferma Schillaci -. Ho aperto la stagione dei calciatori italiani all’estero e, anche lì, ho lasciato ottimi ricordi. Notano la serietà e la professionalità delle persone”.

Alle giovani promesse consiglia di credere nei propri obiettivi. “Fare il calciatore non è facile, è una vita di sacrifici – conclude – ma anche molto sana, con delle regole da rispettare e rispettandole che si fa carriera”.

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