Autorità portuale, al via il dragaggio del porto di Milazzo. Si lavora anche sul fronte Tremestieri

Autorità portuale, al via il dragaggio del porto di Milazzo. Si lavora anche sul fronte Tremestieri

Autorità portuale, al via il dragaggio del porto di Milazzo. Si lavora anche sul fronte Tremestieri

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venerdì 24 Luglio 2015 - 13:15

L'Autorità portuale, nonostante i venti soffino verso l'accorpamento ad altre realtà, viaggia spedita verso gli obiettivi individuati. Al via i lavori di dragaggio del porto di Milazzo, gli altri passi avanti riguardano l'estensione delle competenze per il porto di Tremestieri.

Nonostante le voci sempre più ricorrenti di accorpamento, l’Autorità portuale dimostra di essere un Ente efficiente e capace di attuazioni strategiche per risolvere problematiche complesse a vantaggio del sistema portuale di competenza.

Due i punti messi a segno dal Presidente De Simone e dal Segretario Generale Di Sarcina in queste ore.

Il primo è l’avvio dell’importante e atteso intervento di dragaggio del porto di Milazzo, dal 2000 nella circoscrizione di competenza dell’AP messinese. Il progetto che risale al 2008, e che prevede l’escavazione dei fondali, ha incontrato numerosi impedimenti, tra legislazione confliggente e in continua evoluzione, difficoltà nelle varie fasi dell’appalto, reperimento dei finanziamenti. Nonostante le articolate prescrizioni imposte dal Ministero dell’Ambiente e dopo aver portato a buon fine i lunghi e complessi monitoraggi ambientali eseguita da ISPRA, la ditta Scuttari, aggiudicataria dei lavori per un importo di 10 milioni e 600 mila Euro, è ormai a buon punto con le correlate opere di banchinamento ed ha cominciato il dragaggio che porterà i fondali ad una profondità di 11 metri. In sinergia con gli altri Enti coinvolti, fra cui il Comune di Milazzo, i vertici dell’Authority sono soddisfatti per il risultato raggiunto. Il dragaggio infatti è effettuato in area SIN (sito di interesse nazionale) dove vige una normativa ambientale di particolare rigorosità e farraginosità che rende tali interventi in Italia quasi impossibili da realizzare, tanto che l’AP messinese può vantare di essere riuscita a raggiungere un obiettivo in assoluta controtendenza rispetto a molti altri porti italiani che ancora si ritrovano a dover affrontare pastoie normative e operative di complessa risoluzione.

Il secondo risultato strategico ottenuto in queste ultime settimane è connesso all’ampliamento dell’approdo di Tremestieri. In un momento storico in cui il Governo si accinge a definire gli accorpamenti delle Autorità portuali italiane e a ridurre drasticamente il sistema di governance dei porti, grazie alla forte attività sinergica fra l’Authority e le istituzioni politiche nazionali, regionali e cittadine nei giorni scorsi si è raggiunto l’importante obiettivo di estensione della competenza territoriale dell’Ente portuale alle aree in cui si realizzerà il nuovo porto di Tremestieri. Prossimamente saranno avviate le procedure di consegna delle aree dalla Regione Siciliana all’Autorità Portuale. Quelle stesse aree su cui la COEDMAR srl avvierà a breve i lavori di completamento del porto per conto del Comune di Messina. Anche in questo caso una delicata e complessa opera di concertazione con il Ministero Infrastrutture e Trasporti e con le forze politiche e amministrative ha riconosciuto all’Autorità portuale un ruolo da protagonista, non tanto nella gestione dell’appalto correttamente seguito nelle sue varie fasi dal Comune di Messina, ma nell’opera di sensibilizzazione per giungere alla realizzazione di un’opera che completerà perfettamente il sistema portuale dello Stretto, ristabilendone l’antico ruolo strategico di connessione per merci e persone tra la Sicilia e il continente europeo, di completamento imprescindibile del corridoio TEN-T scandinavo-mediterraneo e di piattaforma logistico-marittima per le autostrade del mare. Per giungere a tali risultati l’estensione della circoscrizione dell’AP delle aree demaniali marittime regionali rappresenta uno strumento indispensabile per impegnare nuove aggiuntive risorse da destinare alla realizzazione al porto di Tremestieri, la cui gestione rientrerà nella specifica competenza dell’Authority messinese. Per far ciò si è reso necessario concordare e sottoscrivere un Protocollo d’intesa con la Regione Siciliana che disciplina ruoli e rapporti fra le due amministrazioni, lasciando comunque alla regione le attività collaterali di alta sorveglianza. Il nuovo porto di Tremestieri a regime riuscirà a garantire l’attracco contemporaneo di 3 navi dedicate all’attraversamento dello Stretto e 3 invece destinate alle Autostrade del Mare. Inoltre, è intenzione dell’AP implementare al più presto tale infrastruttura con depositi per il rifornimento di LNG.

L’importo necessario per la realizzazione dell’opera portuale è di 73 milioni di Euro che, unitamente all’impegno previsto dall’Autorità per il banchinamento e il dragaggio del porto di Milazzo e la realizzazione del pontile a Giammoro, costituiscono un’iniezione di risorse finanziarie per sole opere marittimo-portuali di oltre 100 milioni di Euro con imponenti ricadute non soltanto economiche ma anche occupazionali.

2 commenti

  1. CastorinaCarmelo 25 Luglio 2015 10:33

    L’impatto ambientale dei costruendi nuovi moduli di approdo a Tremestieri necessita di studi molto particolareggiati visto le specificità mareali dell’area dello stretto in questione.Se si facesse un opera di monitoraggio attenta sulle variazioni subite dall’orografia della costa a “Nord” dell’attuale manufatto ci si accorgerebbe quanto l’arenile si sia ridotto a Nord (zona alta marea) ed invece quanto si è ripascimentato a Sud del porto (Mili Marina), generando onde di marea nuove per il sito e pericolose per i bagnanti specialmente per i bambini. Quindi coniugare intelligentemente sviluppo industriale e salvaguardia dell’ambiente è quanto mai necessario per la savaguardia degli ecosistemi e per custodire al meglio la vita in mare.

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  2. CastorinaCarmelo 25 Luglio 2015 10:33

    L’impatto ambientale dei costruendi nuovi moduli di approdo a Tremestieri necessita di studi molto particolareggiati visto le specificità mareali dell’area dello stretto in questione.Se si facesse un opera di monitoraggio attenta sulle variazioni subite dall’orografia della costa a “Nord” dell’attuale manufatto ci si accorgerebbe quanto l’arenile si sia ridotto a Nord (zona alta marea) ed invece quanto si è ripascimentato a Sud del porto (Mili Marina), generando onde di marea nuove per il sito e pericolose per i bagnanti specialmente per i bambini. Quindi coniugare intelligentemente sviluppo industriale e salvaguardia dell’ambiente è quanto mai necessario per la savaguardia degli ecosistemi e per custodire al meglio la vita in mare.

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