Promozione, sinergie e infrastrutture le vie per lo avviare lo sviluppo della Sicilia

Promozione, sinergie e infrastrutture le vie per lo avviare lo sviluppo della Sicilia

Promozione, sinergie e infrastrutture le vie per lo avviare lo sviluppo della Sicilia

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martedì 28 Giugno 2011 - 15:09

Dal convegno sul "turismo, sviluppo e infrastrutture" è uscita fuori un'analisi dura ma condivisa tra i diversi attori

Competitività, infrastrutture, promozione. Questi i tre nodi principali sui quali si è bloccata l’industria del turismo in Sicilia, secondo quanto emerso questa mattina nel corso del convegno organizzato dalla Cgil di Messina insieme alla Filcams, la categoria che segue i settori commercio turismo e servizi, dal titolo “Quale economia del turismo in Sicilia. Modelli, infrastrutture, promozione e sviluppo”.
Un’iniziativa pensata per mettere a confronto e a sistema diversi interlocutori dei settore e cercare di fare analisi e proposte, se non progetti. Oltre ai dirigenti della Cgil locale, regionale e nazionale- Carmelo Garufi segretario generale della Filcams Messina che ha curato l’introduzione; Michele Pagliaro della segreteria regionale della Cgil Sicilia e Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina, e Franco Martini segretario nazionale della Filcams che ha chiuso i lavori, erano infatti presenti il presidente di Confindustria Sicilia Alberghi e Turismo, Sebastiano De Luca; il presidente di RFI, Dario Lo Bosco; il professore Michele Limosani dell’Università di Messina; Laura Biason, direttore di Confindustria Messina e l’assessore regionale al turismo Daniele Tranchida. Ha moderato la tavola rotonda che si è svolta nella seconda parte della mattinata, il giornalista Mino Licordari.
Drastica e tutto sommato condivisa, seppur con le specificità proprie di ciascun settore, l’analisi: il turismo che potrebbe essere la prima industria della Sicilia e della provincia di Messina non riesce a decollare nonostante le enormi potenzialità del territorio tanto dal punto di vista naturalistico quanto da quello storico culturale. Anzi. Secondo Banca d’Italia rispetto al 2009, nel 2010 le presenze turistiche in Sicilia sono scese del 22% e quelle straniere del 9,4%. E mentre in alcune regioni italiane, Trentino -Alto Adige o Valle d’Aosta, il turismo costituisce circa il 30% del PIL, in Sicilia, secondo l’Istat, non si arriva nemmeno al 10%.
Una condizione che penalizza non solo l’economia dell’isola, facendo di un potenziale tesoro un problema, ma che danneggia fortemente anche i lavoratori di settore, sempre più compressi, anche a causa della crisi globale, tra contratti a tempo determinato sempre più brevi e lavoro irregolare.
“E’ necessario che la Regione sostenga l’emersione del lavoro irregolare e la destagionalizzazione attraverso un piano di incentivi alle aziende che assumono con contratti regolari – ha chiesto Carmelo Garufi, segr. Gen. Filcams Messina che ha poi citato alcuni esempi virtuosi, “Per arginare il lavoro nero poi si dovrebbero attivare misure specifiche come l’elaborazione di un bando dedicato al turismo ed ai lavori stagionali, come avviene in molte altre regioni Italiane , Puglia, Toscana ed Emilia Romagna”.
Dal lavoro alle imprese che, sia nell’intervento di De Luca che nel contributo di Biason, hanno denunciato il collo di bottiglia della burocrazia, vera impasse per chi vuole investire o deve rispondere a domande di un mercato che si muove e cambia sempre più velocemente, al ritmo di internet, dell’online, dell’informatizzazione.
Non solo burocrazia ma anche mancato dialogo e programmazione nei livelli dirigenziali di governo . Questo l’aspetto sul quale si è fortemente soffermato il professore Limosani che ha ricordato che per promuovere effettivamente e concretamente il turismo in una distretto occorrano interventi calibrati e importanti, non una pioggia di piccole misure che disperdono risorse senza essere riuscire ad essere incisive.
Il presidente di RFI – rete ferroviaria italiana-, Dario Lo Bosco ha difeso le scelte del governo e di FS sulle scelte rispetto al Mezzogiorno parlando Di investimenti , imputando invece una certa responsabilità nelle difficoltà di FS in Sicilia alla Regione per i forti investimenti nel trasporto gommato piuttosto che su rotaia. Un tema e un’ottica che è stata fortemente attaccata da segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano che citando tutti i principali rapporti sul tema dello sviluppo del turismo e dell’economia nel Mezzogiorno – Svimez, fondazione Curella, studio Federalberghi/Confindustria; Banca d’Italia- ha ricordato che il principale ostacolo allo sviluppo del turismo in Sicilia è lo stato delle infrastrutture, “Poche carenti, fatiscenti e si continua a tagliare invece di investire”.
Una posizione sostanzialmente condivisa dall’assessore Tranchida che ha parlato di necessarie sinergie, di collaborazioni, di attivazione di misure per destagionalizzare il turismo e farne quindi una fonte di sviluppo.
Appuntamento tra un anno convocato da Franco Martini, segretario generale della Filcams nazionale, che nelle conclusioni ha ricordato come l’Italia negli ultimi 10 anni sia passata da un incontrastato primo posto per numero di turisti stranieri al 6° posto di quest’anno, una perdita di posizioni che senza interventi di promozione e sostegno non solo al turismo ma più in generale alle politiche legate alla valorizzazione dei territori, non potrà che aumentare.
Per Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina, “Il bilancio conclusivo dell’iniziativa è fortemente positivo perché siamo riusciti a fare dialogare tra loro attori diversi ma tutti nodali per lo sviluppo di un settore, quello del turismo che può rappresentare davvero un vòlano per il futuro economico della Sicilia e dei lavoratori siciliani. Resta un limite forte nei mancati investimenti e anche nel progressivo disimpegno del governo nazionale e delle aziende che dal governo dipendono, come FS. Un ostacolo che deve essere superato”.

FOTO STURIALE

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