Trio Boccherini: raffinata esecuzione della rara musica da camera al Palacultura

Trio Boccherini: raffinata esecuzione della rara musica da camera al Palacultura

giovanni francio

Trio Boccherini: raffinata esecuzione della rara musica da camera al Palacultura

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mercoledì 06 Dicembre 2023 - 10:30

Di scena domenica il trio d'archi per la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo

MESSINA – Il Trio Boccherini, composto da Suyeon Kang al violino, Vicki Powell alla viola e Paolo Bonomini al violoncello, di scena domenica al Palacultura, per la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, ha proposto un programma di assoluto interesse, eseguendo due Trii per archi, di Beethoven e Mozart, nella medesima tonalità di mi bemolle maggiore, ed entrambi in 6 movimenti.

Il Trio per archi è un genere abbastanza raro nella letteratura musicale, a differenza del Quartetto d’archi o del Trio con pianoforte, e deriva dalla barocca Sonata a tre.

Beethoven scrisse 5 composizioni per questo organico, le ultime tre delle quali (i Trii Op.9) costituiscono già delle composizioni importanti, che preludono ai più importanti Quartetti che seguiranno. Mozart compose un solo brano per trio d’archi, ma di eccelso valore artistico, il Divertimento K 563, eseguito dal Trio Boccherini nella seconda parte del concerto.

Il Trio in mi bemolle maggiore Op.3, di Beethoven, eseguito nella prima parte, è invece un’opera minore, se pur assai gradevole, giovanile, composta all’età di 23 anni, ed ha come modello proprio il Divertimento di Mozart, che invece rappresenta il capolavoro assoluto di questo genere musicale.

Il Trio ha un carattere leggero, ove Beethoven non raggiunge il pieno equilibrio fra i tre strumenti, con il violino in funzione prevalente, mentre la viola è spesso utilizzata solo come strumento di accompagnamento. Ci sono tuttavia alcuni elementi di estremo interesse, come l’uso del contrappunto, e soprattutto gli ispirati temi dell’Andante e dell’Adagio, di carattere intimo e lirico.

Il Divertimento K 563 di Mozart è stato definito da Einstein “Il Trio più bello e più perfetto che sia mai stato scritto”, definizione ineccepibile, trattandosi di un capolavoro insuperato nel suo genere. Tutto è apparentemente leggero ma incredibilmente complesso e profondo, anche i due Minuetti, a confronto dei quali quelli di Beethoven impallidiscono, sono frutto di una sapiente e consumata maturità artistica.

I tre strumenti sono trattati alla pari, in una simbiosi armonica senza precedenti.

Il momento più importante di questo splendido brano è senza dubbio l’Andante, il cui tema, armonicamente raffinatissimo, viene variato mirabilmente, e costituisce uno dei più riusciti esempi di tema con variazioni che il salisburghese ci abbia lasciato.

Ottima la prova dei tre musicisti, protagonisti di una performance equilibrata e cristallina, molto precisi tecnicamente e affiatati.

Un concerto da camera di musica colta che ha suscitato l’entusiasmo del pubblico presente, il quale ha tributato i meritati applausi ai tre musicisti, provenienti da tre continenti diversi, che costituiscono sicuramente un organico di eccellenza.

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