Un anno a Messina: le parole chiave del 2023

Un anno a Messina: le parole chiave del 2023

Marco Olivieri

Un anno a Messina: le parole chiave del 2023

domenica 31 Dicembre 2023 - 16:02

Da Amam a Università. E, ancora, l'addio di Musolino e Previti, il trasporto pubblico, le priorità nel sociale: 365 giorni vissuti pericolosamente

MESSINA – Che anno è stato il 2023? Difficile, complicato, ma esiste un anno facile? Riviviamolo attraverso alcune parole chiave.

A come acqua. L’acqua pubblica è un tema decisivo nel presente e per il futuro, con l’opposizione dei Comuni a Messinaacque Spa. Acqua, sanità, istruzione devono essere pubbliche e, terminata la sbornia liberista dagli anni Ottanta in poi, bisogna ricominciare a dare valore al pubblico. Tuttavia, per fare questo, occorre una classe dirigente all’altezza nella politica e nella burocrazia.

A come Amam: fino a quando l’acqua non sarà 24 ore su 24, si continuerà ad assistere a disservizi e disagi per la popolazione, in un anno segnato dalle carenze in diverse zone. La strada degli interventi strutturali, compreso lo stop temporaneo, è quella giusta. Ma deve cambiare la gestione politica e della comunicazione, rafforzando i servizi di sostegno a chi quotidianamente vive il problema.

Amam e il Comune devono essere inflessibili nel richiedere legittimamente a chi può pagare la riscossione delle bollette, nessuno lo nega, ma devono anche tenere conto degli aspetti critici legati ai perenni problemi idrici. Esiste un servizio che funziona parzialmente e sempre peggio, allo stato attuale.

Il rimedio, in attesa delle azioni risolutive? Più assistenza e più sostegno alla cittadinanza. Si valuti l’ipotesi di ridurre le bollette e si rafforzi, lo ribadiamo, l’aiuto alle persone in tutte le sue forme. In questa fase, serve un piano straordinario per l’emergenza.

La A di Atm

A come Atm: positivi la svolta nei bus e l’abbonamento, a soli 20 euro, con “MoveMe”. Da migliorare il servizio nei villaggi e in alcune zone più distanti dal centro, oltre alla gestione di alcune situazioni che esasperano l’utenza, come nel caso del rilascio degli abbonamenti. Assieme alle tensioni tra società e sindacati, da ricordare il grande nodo irrisolto del tram, in attesa anche lì dei progettati interventi strutturali.

Basile

B come Basile, Federico Basile, sindaco di Messina. Che quadro emerge dall’amministrazione comunale nell’azione 2023? Un ritratto in chiaroscuro. Alcuni punti positivi; alcuni negativi soprattutto sul piano del respiro politico. Diventa centrale che la Giunta Basile gestisca al meglio i vari cantieri e i tanti interventi.

Il verde pubblico e ogni altro elemento devono essere oggetto di cura, di attenzione. Assieme a una responsabilizzazione dei dirigenti attuali, la nuova riorganizzazione della macchina amministrativa dovrà tenere conto delle esigenze d’efficienza e qualità. Diritti, servizi e doveri devono camminare insieme. Sembra banale ma a Messina tutto ciò appare innovativo. Non basta realizzare le cose. I controlli e le verifiche devono essere rigorosi. E serve una visione d’insieme.

Cordoli, isole pedonali e piste ciclabili

Anche nella gestione politica di isole pedonali (da valorizzare), cordoli e lavori per le piste ciclabili si può fare di più, comunicando meglio il progetto con i cittadini e prevenendo gli eventuali disagi. Ma senza mai dimenticare che un futuro con meno auto e più trasporto pubblico è la strada giusta, ancora di più per la caotica Messina. E che indietro non si torna, potenziando il trasporto pubblico locale e prevedendo servizi mirati per chi ha problemi di deambulazione.

Inoltre, l’aumento delle indennità della Giunta avrebbe dovuto essere rinviato. Siamo nella sfera dell’opportunità politica e, senza cavalcare i populismi, i gesti simbolici sono importanti, come segnale di vicinanza a una cittadinanza che in maggioranza soffre. E il costo della pur bella fontana danzante appare eccessivo, ad esempio. In più, non sono mancati errori evidenti nel gestire la polizia municipale, altro Corpo da rivitalizzare.

Non tutti i lavori possano essere messi sullo stesso piano, e non mancano i limiti, che questa testata segnala ogni giorno, come i timori legati alla sicurezza in zone come l’ospedale Papardo, con il nuovo parcheggio. Ma va riconosciuto al sindaco uno stile quasi sempre apprezzabile sul piano istituzionale e una programmazione in alcuni ambiti ambiziosa rispetto alla stagnazione trentennale. Una programmazione anche frutto delle amministrazioni precedenti.

Un quadro in chiaroscuro, con qualche nota positiva nonostante i limiti di un partito, Sud chiama Nord, che è rimasto ripiegato sulla figura politica, nel bene e nel male, di Cateno De Luca. Con le sue capacità amministrative ma anche con il suo stile di comunicazione in certi momenti inaccettabile, il populismo e l’assenza di una classe dirigente.

Ma torniamo alle parole chiave. M come Musolino e P come Previti: Dafne Musolino e Carlotta Previti. La prima, senatrice passata da Sud chiama Nord a Italia viva di Renzi, e l’altra esperta in progettazione e pronta a tornare in campo nel 2024 con il centrodestra, sono due spine nel fianco della Giunta Basile. Soprattutto Musolino è passata all’attacco. E le rotture, in particolare quella con Previti, mai spiegata fino in fondo, hanno fatto emergere la debolezza politica della Giunta Basile. Il tutto mentre il direttore generale Salvo Puccio è diventato il punto di riferimento nella programmazione e progettazione.

Ricordiamo anche l’approvazione, non di poco conto, del piano di riequilibrio, premessa per cambiare la struttura burocratica del Comune, con le nuove assunzioni. Ha sottolineato di recente Basile: “Cosa mi ha soddisfatto di più del 2023? Io credo che l’elemento che non ha avuto un’eco mediatico importante è l’approvazione del Piano di riequilibrio. Io sono un uomo di numeri e sembro freddo. Dopo undici anni, il Comune di Messina ha avuto il parere favorevole della Corte dei Conti, che non è certo tenera con gli enti locali. Credo che questo elemento, dal quale dipende una strategia di sviluppo portata avanti dal 2018, ci consentirà di andare ancora più avanti”.

M come Messina Servizi e Messina Social City. La prima promossa nella differenziata, con obiettivo il 65 per cento, e da rivedere nello spazzamento, augurandoci che i nuovi ingressi migliorino la pulizia delle strade. La seconda bene nello scuolabus e altri servizi ma da rivedere per quanto riguarda la realizzazione delle politiche sociali, assieme al ruolo indispensabile dell’assessora Calafiore.

Nel complesso, occorre una svolta nelle politiche sociali di questa città. Edilizia pubblica, formazione lavoro e attenzione alle periferie: si vada a copiare i modelli più virtuosi e si lavori per una svolta. L’assenza di una costante attenzione agli ultimi e la necessità di creare le condizioni di lavoro in questa città sono due elementi fondamentali su cui la Giunta Basile è chiamata ad alzare l’asticella dell’ambizione. In più, in questo disegno, serve il sostegno di una rappresentanza parlamentare regionale e nazionale spesso latitante.

Ponte, risanamento e messa in sicurezza

Lavoro, diritti, doveri e senso civico, giustizia sociale e più attenzione all’infanzia e all’adolescenza e, in generale, a chi soffre. Come ricorda Saro Visicaro, vanno nominati i garanti dell’infanzia e dei detenuti, ad esempio. Solo un primo ma necessario passo. E, ancora, ponte, risananamento, messa in sicurezza dei territori. Le altre parole chiavi di questo 2023, e avremo modo di tornarci, riguardano il tema divisivo del ponte e la necessità d’individuare le strategie giuste per rilanciare la questione meridionale; il risanamento da completare, in una prospettiva politica di reale cambiamento; la messa in sicurezza dei territori. E tutto ciò investe la necessità d’infrastrutture, i piani anti incendio e la prevenzione.

In definitiva, serve la politica, quella vera. A tutti i livelli. Si tratti di autostrade e reti ferroviarie, o della Casa dello studente, o del pronto soccorso del Policlinico, solo per citare altri tre sfiancanti nodi critici, l’immutabilità e la lentezza dei processi favoriscono la rassegnazione. Ogni giorno cerchiamo di responsabilizzare, su questo giornale, i cittadini, noi cittadini, sul piano del contributo significativo che possono e possiamo dare alla comunità. Tuttavia, il miglior alleato del qualunquismo, del tanto tutti sono uguali, “tutti rubano alla stessa maniera”, per citare “La storia” di De Gregori, è il politico che asseconda la realtà e non si sforza di cambiarla.

Il porto delle nebbie è anche quello della burocrazia, che trova in una politica spesso ricca di slogan e povera di sostanza un’alleata nel segno dell’immobilismo. A tutto questo vanno contrapposte delle alternative: nuovi meccanismi di selezione della classe politica e senza liste bloccate al servizio del leader di turno; partiti che abbiano una visione e un’ideologia adeguate ai tempi che stiamo vivendo; una nuova centralità dello Stato su alcuni settori chiave, come la sanità, e una valorizzazione dei Comuni al tempo stesso, rivedendo il ruolo delle Regioni.

Il caso Cuzzocrea e l’elezione di Giovanna Spatari

Chiudiamo con un’altra parola chiave del 2023: Università. È stato l’anno del caso Cuzzocrea, con le dimissioni del rettore e i contorni giuridici sono tutti da chiarire. E poi è avvenuta l’elezione di Giovanna Spatari. L’Università di Messina – e la nuova rettrice, la prima donna alla guida della comunità accademica nel sud d’Italia, ne è consapevole – ha bisogno di un passo in avanti nella progettualità, nell’idea di città universitaria in collegamento con il territorio, nei servizi per gli studenti e nella qualità della didattica, valorizzando quanto di positivo è stato fatto e innovando.

Di certo, va superata l’eterna contrapposizione tra il gruppo Cuzzocrea e il gruppo Navarra, con veleni annessi. È necessario che si affermi una nuova idea di Università, dove il conflitto (sano) sia quello delle idee. E non della logica dell’appartenenza.

Auguri a tutte le lettrici e a tutti i lettori.

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2 commenti

  1. Perché si continua a dire che gli abbonamenti MOVIE ME costano solo 20 euro ma non si menziona che ATM ne riceve altri 250 ad abbonamento dal comune nonché dai messinesi ?

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  2. Da come viene descritta Messina dal giornalista sembra New York tutto bene e bello, faccia un indagine di quante attività produttive hanno chiuso nell’anno 2023 nel solo Comune di Messina e quanta gente è andata via da Messina perchè con c’è lavoro anzi non esiste nella mente degli amministratori la parola “lavoro” Produttiva in senso generale. Tempostretto tenta di sollevare la questione, non stiamo a guardare sempre le cose per bene, guardiamo avanti.

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