Un messinese esausto ma non rassegnato: «Milano celebra Antonello. E Messina?»

Un messinese esausto ma non rassegnato: «Milano celebra Antonello. E Messina?»

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Un messinese esausto ma non rassegnato: «Milano celebra Antonello. E Messina?»

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domenica 24 Febbraio 2019 - 07:24

La riflessione di un giovane messinese che si è trovato a visitare la mostra di Antonello a Milano. E inevitabilmente non ha potuto non pensare alla sua Messina

«Sono un vostro lettore, vi scrivo in qualità di messinese esausto ma non rassegnato.

Faccio parte di quella moltitudine di giovani che lascia la propria terra natia per diversi motivi, ma senza mai dimenticare la mia città e le mie origini. Vivo a Milano da ormai 4 anni, ma non ho mai dimenticato Messina, anzi la distanza non ha fatto altro che aumentare la mia sensibilità verso la mia città.

Aspetto con impazienza i programmi Rai, quale Mare nostrum o Linea verde per far vedere a tutti i miei conoscenti lombardi la città positiva (un tempo anche fiera) da cui provengo. Oggi tuttavia, per la prima volta, mi son vergognato, anzi rammaricato.

Tornando da lavoro vedo una fila cospicua incamminarsi verso Palazzo Reale, sapendo dell’esposizione del nostro Antonello, da buon messinese incallito decido di entrare. Il mio senso di curiosità si tramuta in senso di orgoglio, ma subito dopo in malinconia e rabbia.

Dentro di me non mi capacito di come sia possibile che Messina, la città natale di Antonello, non abbia mai organizzato un evento sul talento dello Stretto, delle mostre espositive, dei percorsi turistici (la famosa Tomba di Antonello, mi chiedo come mai non sia fruibile alla città e ai turisti). Ma soprattutto mi chiedo come mai non esiste una fondazione che promuova nel territorio il genio di Antonello (stiamo parlando del genio assoluto del 400).

Mi chiedo: perché nella nostra città non accade nulla di tutto questo e dobbiamo aspettare eventi come quello di Palermo o Milano? Messina è una città che è stata privata di tutto, soprattutto della memoria, ci viene inculcato fin da piccoli il terribile terremoto del 1908 iniettandoci una dose nefasta di rassegnazione, costringendoci a pensare che è tutto finito, che non abbiamo più niente.

Mi chiedo allora perché non viene detto che nonostante i terremoti e la mala politica, Messina un tempo guidava fiera la Sicilia, non temeva l’impero spagnolo. Era tra i porti più grossi e protetti del Mediterraneo, ha dato i natali ad Antonello, Filippo Juvarra, Giuseppe La Farina, Francesco Maurolico.

Perché non si dice che, nonostante il terremoto, Messina ha un impianto urbano complesso e moderno a differenza di Palermo e Catania? Perché non si dice che se esiste la Comunità europea è soprattutto merito nostro? Non mi sembrano eventi tipici di una città “aunni nun c’è nenti” come direbbe qualcuno. Abbiamo avuto la capacità di dimenticare che siamo la città natale di Antonello, il messinese che tutto il mondo ci invidia».

Francesco Maria La Fauci

7 commenti

  1. Innanzitutto non è vero che Messina non ha mai organizzato una mostra per Antonello. Concordo nell’errore del ripetere sempre la nefandezza del terremoto, ma non concordo sulla questione storica. E’ inutile dire che Messina era era era….quella storia che noi “vantiamo” ha pesantemente deciso per Messina ormai relegata al ruolo di comprimaria “grazie” sopratutto alla inesistenza di una classe politica degna di questo nome.

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  2. Franco Maricchiolo 24 Febbraio 2019 10:31

    Caro Francesco, le tue parole dovrebbero toccare le corde della sensibilità (…) di alcuni politici, ma sono scettico su questo. Ci apostrofano come città di “buddaci”, ed è un termine che detesto (anzi, lo scrivo per la prima volta), ma chi lo dice non conosce tante realtà, come quella dei numerosissimi messinesi che col loro impegno, ovunque in Italia e nel mondo, portano in alto il nome di una città che comunque non ha saputo proteggerli. Ed allora, aggiungerei al termine budd… anche “allocchi”, perchè troppo spesso stiamo ad occhi sbarrati e bocca aperta a guardare ciò che altri sanno fare meglio di noi.

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  3. Questa città sta perdendo la sua memoria storica!! Si deve ripartire da zero e trovare nuova energia vitale altro che rassegnazione!!

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  4. Il paragone con Catania credo sia fuoriluogo. Il fatto che Catania abbia un impianto più antico ne accresce l’importanza e l’interesse nei suoi confronti.

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    1. Lei ha frainteso evidentemente il senso. Nessuno mette in dubbio il valore di Catania, anche Messina prima del terremoto aveva strade strette e frastagliate tipiche delle città siciliane, tuttavia in seguito alla ricostruzione, per motivi di sicurezza, la città presenta un impianto urbano con vie parallele e ortogonali tipiche delle città moderne. Messina da questo punto di vista presenta una realtà siciliana unica, in quanto è vero che ha pochi edifici storici ma è ricchissima di edifici liberty e interessanti palazzi moderni, oltre che una serie di arterie complesse (quali panoramica e circonvallazione) di cui le altre città metropolitane non sono dotate e questo è un dato di fatto.

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  5. SERGIO INDELICATO 24 Febbraio 2019 21:45

    Da tempo organizzo eventi culturali e rievocazioni storiche ma il numero di partecipanti è sempre esiguo rispetto ad eventi di certo meno culturalmente importanti. La ragione per cui non solo Antonello ma altri importanti opere custodite nel museo della città non sono affatto valorizzate. Basti pensare che ci sono voluti 20 anni per terminarlo.

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  6. Ogni città ha gli amministratori che si merita!!!!!!!!!
    Peddire!!!!!!!!!!

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