Una petizione per salvare la biblioteca di Stromboli

Una petizione per salvare la biblioteca di Stromboli

Marco Ipsale

Una petizione per salvare la biblioteca di Stromboli

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mercoledì 03 Luglio 2019 - 09:10

Raccolte 13mila firme ma l'Arcidiocesi, proprietaria dell'immobile che finora ha concesso gratuitamente, le ignora. Trovata un'altra sede ma serve del tempo per trasferirsi

STROMBOLI – “La Biblioteca di Stromboli è chiusa da alcuni mesi e non sappiamo se e quando potremmo riaprire quella porta”. Le attività dell’associazione Scuola “In mezzo Al Mare” che si preoccupa della formazione, dell’istruzione e della socializzazione dei ragazzi dell’isola, sono sospese da quasi un anno.

La proprietaria dell’immobile è l’Arcidiocesi di Messina, che ha ospitato gratuitamente la biblioteca nei suoi otto anni di attività. Da tre anni ospita anche gli schermi del Museo del Cinema.

“Vorremmo regolarizzare la nostra presenza ma ora, da quanto abbiamo appreso dall’Arcidiocesi, la biblioteca sta chiudendo per decisione dell’arcivescovo, di intesa con il parroco di Stromboli. Per questo motivo, ci siamo già attivati per trovare una nuova sede che possa ospitare, valorizzare e sostenere le nostre attività di volontariato. La soluzione è vicina ma ci vorrà del tempo per rendere accogliente la nuova sede e completare il trasferimento. Nel frattempo, purtroppo, i nostri libri e il Museo del Cinema restano chiusi dietro quella porta. Paralizzati e impotenti, chiediamo il vostro sostegno. Desideriamo riaprire la porta della biblioteca e continuare a offrire un servizio alla comunità, in attesa della nuova sede dove ci trasferiremo appena possibile. L’istruzione su una piccola isola, l’esistenza di una biblioteca in mezzo al mare, la possibilità di offrire ai nostri ragazzi stimoli nuovi e attività extrascolastiche, insieme alla passione per la storia della loro terra che cerchiamo di trasmettere grazie anche alla presenza del Museo del Cinema, sono i nostri obiettivi”.

L’associazione ha lanciato una petizione, che ha finora superato le 13mila firme. “Ma l’Arcidiocesi ci ha comunicato di volerle ignorare e di voler procedere comunque con la chiusura e la ridestinazione dei locali ad altre attività a discrezione del parroco”.

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