La musicista Anna Geniushene si è formata al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca ed è stata molto applaudita a Messina
Sabato 25 Ottobre alle ore 18:00, nell’auditorium del Palacultura di Messina, si è tenuto il concerto d’inaugurazione della stagione musicale della Associazione V. Bellini.
Il concerto è stato preceduto dai saluti del Presidente dell’associazione, professore Giuseppe Ramires, che successivamente ha dato la parola al sindaco di Messina, Federico Basile, presente in tutte e tre le inaugurazioni delle associazioni musicali cittadine, per i saluti augurali
Dopo il concept Trio ospite della Filarmonica Laudamo e la Ayso Orchestra che ha inaugurato la stagione dell’Accademia Filarmonica, ecco per la V. Bellini una eccellente pianista, a testimonianza della elevata e variegata offerta musicale che le tre Associazioni sono capaci di proporre al pubblico messinese.
La pianista russa Anna Geniushene, che si è formata al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca, dal quale sono usciti fra i più straordinari pianisti russi, si è esibita in una performance di livello assoluto, proponendo un programma vario e complesso.
La prima parte del concerto è stata dedicata innanzitutto a Schumann, del quale pa pianista ha eseguito “Waldszenen” (Scene della foresta) op. 82.
La produzione pianistica di Schumann, sicuramente quella che maggiormente racchiude la sua straordinaria ispirazione e sensibilità musicale, appartiene quasi tutta ai suoi anni giovanili, ove la sua fantasia partorì capolavori come “Carnaval”, “Kleiseriana”, “Studi Sinfonici”, solo per citarne alcuni.
Nella maturità il compositore tedesco si dedicò prevalentemente alla musica sinfonica e da camera, e la produzione pianistica rimase marginale. L’unica eccezione è costituita proprio da “Waldszenen”, composta nel 1848. Si tratta di una raccolta di 9 Klavierstucke, di profonda spiritualità artistica, ove la natura è l’assoluta protagonista. Tutti i brani sono infatti caratterizzati da un sentimento di totale immedesimazione con la natura, come avvenne già nella Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven, e gli unici brani in cui tale magia viene alterata sono proprio quelli in cui è presente la figura umana – “Jager auf der Lauer” (Cacciatore in agguato) e “Jagdlied” (Canto di caccia), non a caso i meno riusciti e ispirati sotto il profilo artistico. I 9 brani sono, nell’ordine: “Eintritt” (Entrata), un dolcissimo canto ispirato alla natura; “Jager auf der Lauer” (Cacciatore in agguato); “Einsame Blumen” (Fiori solitari); “Verrufene stelle” (Luogo maledetto) ove la natura manifesta il suo aspetto enigmatico e sinistro ; “Freundliche Landschaft” (Paesaggio ridente); “Herberge” (Locanda); “Vogel als Prophet” (Uccello profeta) brano misterioso e desolato, probabilmente il più pregevole della raccolta; “Jagdlied” (Canto di caccia); “Abschied” (Addio).
Nell’ eseguire questo capolavoro Anna Geniushene ha dimostrato una notevole sensibilità artistica, rendendo in maniera assai efficace i vari e diversi stati d’animo che ogni singolo brano della raccolta esprime.
La prima parte del concerto si è conclusa con “Estampes”, di Claude Debussy. Si tratta di una raccolta di tre brani che costituiscono uno dei più mirabili esempi di descrittivismo geografico del compositore francese. Non si tratta di impressionismo tout court, in quanto i colori, i suoni, gli odori evocati sono sempre trasfigurati, direi “proustianamente”, dalla nostalgia e dal ricordo.
Il primo brano “Pagode” rievoca i templi giapponesi, con l’utilizzo della arcaica pentafonia, in una affascinante atmosfera statica.
Il secondo, “Soirée dans Grenada”, evoca invece l’atmosfera spagnola, a lui tanto cara e molto in voga fra i musicisti dell’epoca. Curiosamente Debussy non visitò mai né il Giappone né Grenada, ma l’esperienza concreta non era per lui indispensabile; famosa a tal proposito la sua affermazione provocatoria, a proposito del secondo brano “Se lì non si sente precisamente tale musica, beh! Tanto peggio per Grenada”.
Il terzo brano, “Jardins sous la pluie”, fu ispirato da un dipinto di Bonnard “Rue le soir sous la pluie” e descrive il cadere della pioggia mentre dei bambini intonano una filastrocca, fino a quando la pioggia diventa un temporale, espresso con accordi in fortissimo.
Anche per quanto riguarda Debussy la pianista ha esibito un pianismo raffinato ed elegante, e nel terzo brano – “Jardins sous la pluie” di difficilissima esecuzione sotto il profilo tecnico, ha esibito un virtuosismo pianistico trascendentale, che ribadirà in modo ancor più evidente nella seconda parte del concerto, tutta dedicata alla musica del suo Paese d’origine.
Dopo Le “Variazioni su un tema di Mozart” di Michail Ivanovic Glinka – famoso principalmente per la sua opera “Ruslan e Ljudmila”, la cui musica non trova spesso spazio nelle sale da concerto, che consistono in alcune gradevoli variazioni, originariamente composte per arpa e pianoforte, su un tema tratto dal Flauto magico, per l’esattezza il motivo intonato da Papageno con il carillon magico, Anna Geniushene ha eseguito la Variazione in fa maggiore op. 19 n. 6 di Ciaikovskij. Il brano fa parte dei “Six morceaux” (sei pezzi) composti nel 1873, una raccolta che vede un’evoluzione del pianismo del musicista russo nel senso di un maggiore uso del cromatismo, anticipando quasi Skrjabin, e contiene diversi passaggi di notevole difficoltà tecnico-pianistica.
Infine i due brani – Liebeslied (Pena di Amore) e Liebesfreud (Gioia di Amore), composti per violino e pianoforte da Fritz Kreisler, famoso violinista virtuoso e compositore austriaco, coetaneo e amico di Sergej Rachmaninov, che li trascrisse per pianoforte. Mentre il primo, probabilmente più ispirato, ha un andamento abbastanza tranquillo, molto cantabile, il secondo rappresenta un pezzo di inaudita difficoltà tecnica, affrontata con disinvoltura e naturalezza dalla straordinaria pianista, che ha strappato autentiche ovazioni da parte del pubblico presente.
Di grande difficoltà anche il bis proposto da Anna Geniushene, “Miserere du trovatore” di Franz Liszt, eseguito in maniera impeccabile, coniugando ancora una volta eccezionale virtuosismo e intensità interpretativa.
