Vittorio Emanuele, i vertici chiedono aiuto alla deputazione regionale

Vittorio Emanuele, i vertici chiedono aiuto alla deputazione regionale

Francesca Stornante

Vittorio Emanuele, i vertici chiedono aiuto alla deputazione regionale

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lunedì 15 Aprile 2013 - 16:09

Hanno rispesto all'appello dei vertici del Teatro otto deputati regionali messinesi su undici che oggi si sono incontrati con il Presidente Ordile e iL Cda per discutere della difficilissima situazione del Vittorio.Già presentato un emendamento affinché sia ripristinato almeno il contributo 2012 pari a 5.492.000 euro.

Con soli 4 milioni di euro a disposizione il Teatro Vittorio Emanuele può prepararsi a chiudere battenti. Lo ha detto chiaramente alcuni giorni fa il Presidente Luciano Ordile, lo ha ripetuto anche il Sovrintendente Paolo Magaudda durante uno dei tanti faccia a faccia con lavoratori e sindacati. Per questo i vertici dell’Ente hanno chiesto aiuto alla deputazione regionale. Forse avrebbero potuto e dovuto farlo prima. Soprattutto per provare ad evitare di arrivare quasi ad un punto di non ritorno. Oggi però la deputazione ha risposto in modo massiccio.

C’erano i deputati messinesi all’Ars Filippo Panarello, Franco Rinaldi, Santi Formica, Pippo Laccoto, Pippo Currenti, Marcello Greco, Valentina Zafarana, Nino Germanà e c’era anche il Presidente della Provincia Ricevuto. Non c’erano però i lavoratori che hanno pazientemente atteso fuori dalla sala, insieme alla stampa, per capire se Palermo lancerà un salvagente allo storico Vittorio che vive uno dei suoi momenti più difficili.

Il Presidente Ordile attraverso una lunga relazione ha messo in evidenza i punti chiave della crisi del teatro messinese proprio a partire da quel finanziamento che anno dopo anno si è ridotto fino a non bastare più neanche per coprire le spese e pagare gli stipendi, figuriamoci per pensare ad una seria programmazione. E’ stata sottolineata anche l’assoluto comportamento discriminatorio riservato proprio al teatro messinese e per fare ciò Ordile ha inserito nel documento presentato alcuni dati. Vediamo nel dettaglio: Messina: 4.592.000 nel 2012, 4.000.000 nel 2013, -12,49%; Bellini di Catania: 12.790.000 nel 2012, 11.750.00 nel 2013, – 8,1%: Teatro Stabile di Catania 2.430.000 nel 2012, 2.200.000 nel 2013, – 9,47%; Teatro Massimo di Palermo: 7.680.000 nel 2012, 7.150.000, -6,9%; FOSS Palermo: 8.226.000 nel 2012, 9.000.000, + 9,41; Teatro Biondo di Palermo: 2.870.000 nel 2012, 2.400.000, -16%.

Dati e cifre che in realtà in questi mesi soprattutto i sindacati hanno snocciolato spesso provando a svegliare i cosiddetti “piani alti” del teatro.

Sul problema orchestrali invece il Presidente ha spiegato che il Cda ha preparato l'ipotesi di un disegno di legge che istituisce un'orchestra per tutto il territorio della Provincia di Messina e che quindi lavori per tutte le istituzioni (per esempio, Taormina Arte). “Grosso modo, l'idea è che l'Orchestra sia agganciata amministrativamente al Teatro di Messina, lavori anche per altre importanti manifestazioni sul territorio (a cominciare, appunto, da Taormina Arte) e sia disponibile anche alle esigenze dei singoli Comuni, secondo un calendario di impegni da stabilire ogni anno e che occuperebbe in maniera costante i professori musicisti. Abbiamo consegnato il nostro progetto ai sindacati per raccogliere i loro suggerimenti che non sono mai arrivati”. Non mancano gli attacchi a quella che definisce una campagna denigratoria andata avanti in questi mesi. Ma l’incontro di oggi non doveva servire per le polemiche, quindi meglio soprassedere.

I vertici del Teatro hanno chiesto ai deputati messinesi di girare l’invito al governo di Palermo perché faccia scelte chiare, in un tempo di crisi economica come questo perché la cultura non è una cosa di cui si parla e basta ma che si deve fare concretamente. È evidente a tutti come il contributo previsto nella bozza del bilancio regionale, di soli 4 milioni di euro, sancirebbe la "morte" del Teatro di Messina dal punto di vista della programmazione. Infatti in ambito della Commissione Cultura (di cui Greco è presidente e Panarello e Zafarana sono componenti) è stato già presentato un emendamento affinché sia ripristinato almeno il contributo 2012 pari a 5.492.000 euro. Ma, come è stato sottolineato da Rinaldi e da altri deputati, occorre che il governo trovi la copertura finanziaria. E il problema non è solo questo, come hanno ricordato Formica, Laccoto e Currenti: è necessario seguire un'altra via, quella che risolva il precariato dell'Orchestra e di altro personale. Ma l'unità di intenti per questa battaglia, come ha ricordato Germanà, è assolutamente certa. Unanimità anche sull'idea di sancire la necessità che i teatri siciliani si coordinino nelle loro varie programmazioni, al fine di realizzare importanti risparmi.

“La vostra azione congiunta, al di là degli schieramenti, può evitare che sia portato a compimento un altro atto gravissimo contro la nostra città, mentre Palermo e Catania sono penalizzate in misura molto minore. E sono terribili e devastanti le conseguenze sull'occupazione: tutti i precari, a cominciare dai professori d'orchestra e continuando con tecnici, sarte eccetera, non avranno alcuna possibilità di lavorare! E altrettanto accadrà per gli attori e i registi messinesi. cui abbiamo sempre cercato di dare ampie possibilità di espressione. Per non parlare di tutto l'indotto che si crea in città, in occasione delle produzioni, soprattutto per quel che riguarda le opere liriche. Insomma, Messina corre il pesantissimo rischio di subire un danno irreparabile sia sul piano strettamente culturale sia su quello economico. Nessuna persona di buon senso può negare che la cultura ha anche un valore economico, e rilevante per giunta. Mobilitatevi, salvate il Teatro di Messina, la maggiore istituzione culturale della città e della provincia che rappresentate! Il CdA del Teatro vuole avere la massima fiducia nella deputazione e crede fortemente che il vostro ruolo sia vitale e determinante” così si chiude la relazione di Ordile.

Adesso si deciderà tutto a Palermo: l'Ente Teatro chiederà per l'ennesima volta un incontro urgentissimo al presidente Crocetta per capire se veramente vuol fare qualcosa per il Teatro di Messina. Senza escludere azioni, anche eclatanti.

I sindacati invece hanno chiesto ai deputati non solo un intervento fermo e deciso sulla questione tagli ai finanziamenti ma anche per chiedere una nuova classe dirigente alla guida del Vittorio Emanuele. Il tempo a disposizione però ormai è davvero poco. Se forse fin dall’inizio ci fosse stata questa unità d’intenti probabilmente oggi si parlerebbe solo di spettacoli e attori che calcano il palco del teatro cittadino.

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