L’indagine statistica mette in luce il rapporto tra titolo accademico e sbocchi occupazionali
Università e lavoro, un difficile connubio che si conferma anche nei dati contenuti nel XIV Rapporto Alma Laurea, indagine condotta a livello nazionale su un campione di circa 400.000 studenti laureati. Anche a Messina la ricerca è stata realizzata con particolare cura e che si è basata sulle interviste che ha coinvolto complessivamente 5.899 laureati dell’Ateneo peloritano. Gli esiti dell’indagine statistica riguardano: i laureati triennali e specialistici biennali che hanno concluso il corso di studi nel 2010 e consultati a distanza di un anno; gli studenti specialistici biennali che hanno conseguito la laurea nel 2008, interrogati dopo tre anni ed i laureati che hanno conseguito il titolo accademico prima della riforma del 2006, incontrati dopo cinque anni. Gli studenti laureati nel 2010 ed intervistati ad un anno dal conseguimento del titolo sono stati rispettivamente 2.816 (laureati triennali) e 1.054 (laureati specialistici biennali) che hanno reso un tasso di risposta dell’88%.
Le risultanze dicono che i giovani con la laurea triennale occupati sono il 37% del totale (di questi il 26% è impegnato esclusivamente nell’attività lavorativa mentre l’11% si divide tra lavoro e prosecuzione degli studi per il conseguimento della laurea specialistica), un dato più basso di quello nazionale che si attesta al 44%; il 53% dei neolaureati triennali prosegue gli studi mentre il 18%, dopo il conseguimento del titolo triennale, si dichiara disoccupato. Sul totale dei dottori con laurea triennale che dichiarano di essere occupati ad un anno di distanza, il 39% sono impegnati con contratti a tempo indeterminato o con un lavoro autonomo (in Italia la media è del 36%) mentre i precari sono il 60% (la media nazionale è del 64%) e di questi il 27% hanno un contratto a tempo determinato. Il reddito dei neolaureati (tratto da un calcolo che comprende coloro che lavorano e quelli che uniscono lo studio all’occupazione) si attesta a 954 euro mensili, un dato di poco superiore a quello nazionale.
Per quanto riguarda i laureati specialistici dell’Università di Messina, ad un anno dal conseguimento del titolo, gli occupati sono il 39%; (media nazionale del 56%), di questi lavora stabilmente il 48,5% mentre i precari sono il 51% con un reddito medio complessivo di 966 euro. Il resto dei giovani laureati specializzati si suddivide in un 16,5% che prosegue con la formazione post laurea mentre i disoccupati si attestano al 45%. Infine, i dati sull’andamento occupazionale a distanza di tre anni dal conseguimento del titolo accademico hanno fatto riferimento alle risposte fornite da 650 soggetti laureati a Messina con un tasso di risposta dell’83%. I soggetti che hanno dichiarato di avere un’occupazione sono il 54% (il corrispondente livello occupazionale in Italia è del 73%), di questi il 48% ha un lavoro stabile; I’11,5% è ancora vincolato alla formazione post universitaria mentre i disoccupati sono il 34%. Le retribuzioni medie dichiarate si aggirano sui 955 euro mensili netti.
(Giuseppe Spano’)
