Le opere di Togo (Enzo Migneco) in mostra all’Università sino al 20 febbraio, aspettando la Notte della cultura

Le opere di Togo (Enzo Migneco) in mostra all’Università sino al 20 febbraio, aspettando la Notte della cultura

Le opere di Togo (Enzo Migneco) in mostra all’Università sino al 20 febbraio, aspettando la Notte della cultura

lunedì 27 Dicembre 2010 - 12:42

La mostra si snoda lungo un itinerario che va dal centro città al litorale marino, con installazioni nell’Atrio universitario e presso Villa Pace ed è realizzata in collaborazione con il Circuito del mito- progetto dell’Assessorato regionale al Turismo

“Il postimpressionismo astratto di Togo”: inaugurata la personale di Enzo Migneco, organizzata dall’Università di Messina. La mostra, che rientra nell’ambito del cartellone invernale del Circuito del Mito, è stata presentata oggi, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Senato del Rettorato, insieme ad un’altra esposizione dal titolo “Attraversamenti – Crocevia di Culture contemporanee”, una collettiva di artisti contemporanei provenienti dal bacino euro-mediterraneo, organizzata dall’associazione ArteAlta, che sarà inaugurata oggi, alle 17, nei locali di Villa Pace.Entrambe le mostre resteranno aperte al pubblico dal 27 dicembre al 20 febbraio .

Alla conferenza stampa sono intervenuti il maestro Enzo Migneco in arte “Togo”, il prof. Giuseppe Anastasi, Prorettore Coordinatore del Collegio dei Prorettori, il prof. Daniele Tranchida, Assessore Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, l’avv. Giuseppe Cardile, Direttore Amministrativo dell’Ateneo, il Sindaco di Messina, dott. Giuseppe Buzzanca, i professori Teresa Pugliatti, Luigi Ferlazzo Natoli, Giuseppe Frazzetto e l’Arch. Eleonora Cacopardo . Erano presenti anche l’artista messinese Nino Frassica e lo scenografo Marco Dentici.

L’artista Togo, dopo aver ringraziato l’Ateneo per l’attenzione dedicata alla sua esposizione, ha dichiarato che“fare pittura significa buttar dentro la tela la favola che è in noi”.

Il prof. Anastasi ha sottolineato come “la mostra del Maestro Togo, occasione prestigiosa per l’Ateneo, rappresenti un momento di arricchimento per l’intera comunità ed entrare nell’atrio dove sono dislocate le opere rende l’Università casa della cultura e dell’arte.”

“Un evento – ha dichiarato l’Assessore regionale al Turismo Daniele Tranchida – che si fa in due per una Sicilia sempre più ‘aperta e plurale’, che valorizza l’eredità del passato in un’ottica attenta al futuro, e all’area della quale, per natura, l’isola è da sempre centro geografico: il bacino euro mediterraneo”.

Il direttore amministrativo Cardile ha sottolineato che “l’Università ha l’obbligo istituzionale di contribuire alla diffusione del sapere e della cultura, aprendosi ai giovani, al territorio e alla cittadinanza; in questa ottica il nostro Ateneo ha deciso l’apertura dei propri spazi alle opere d’arte, collocandole anche in luoghi inusuali o di transito come l’androne”.

Buzzanca ha sottolineato che “Messina sta vivendo un momento felice dal punto di vista culturale” e ha auspicato che le esposizioni presentate oggi potessero essere inserite nel progetto “La notte della cultura” che vede la collaborazione di tutte le istituzioni (vedi articolo a parte).

La mostra di Togo si snoda lungo un itinerario che va dal centro città al litorale marino, con installazioni nell’Atrio universitario e presso Villa Pace ed è realizzata in collaborazione con il Circuito del mito- progetto dell’Assessorato regionale al Turismo.

Nato nel 1937 a Milano, Togo (Enzo Migneco) nel ’46 si trasferisce a Messina, città di origine della sua famiglia ed è qui che inizia adolescente i suoi primi approcci con l’arte. Nel 1962 torna a Milano che in quegli anni rappresentava il centro del mondo culturale italiano. Nella città lombarda, pur in mezzo a stimoli ed ambienti culturali diversi, mantiene la memoria delle proprie radici e , dunque, la nota fondamentale di una mediterraneità ricca di immagini ma soprattutto di uno straripante colore.

“La mostra odierna”, scrive Teresa Pugliatti, “parte da alcune immagini degli anni Sessanta (Paesaggio a Vulcano; Scogliera) in cui la sintesi è cercata in un assemblaggio di forme non ancora delimitate dal segno, ma qui è il colore che si assume il carico di creare delle zone differenziate.E via via, apparirà il segno che delimita le forme, mentre negli anni Novanta Togo raggiunge una mirabile sintesi nell’immagine di un paesaggio con mare (Composizione e mare, 1991), dalle forme serrate, fortemente strutturate e delimitate attraverso stacchi netti tra sezioni cromatiche contigue. Finché, nei quadri degli anni dal 2006 fino ad oggi, il paesaggio è ormai espresso in assemblaggi geometrici allusivi.

”I quadri di Togo“ ha detto il prof. Ferlazzo Natoli ”nascono dalle immagini del paesaggio mediterraneo, da lui, come sembra, sentito addirittura visceralmente: e per ciò stesso egli attribuisce ai suoi dipinti dei titoli che a quel paesaggio si riferiscono; e le visioni pittoriche corrispondenti sono così intimamente intrise di tali impressioni che costringono a riconoscerle anche quando siano espresse con delle sintesi direi quasi criptiche“

L’evento espositivo Attraversamenti, a cura di Giuseppe Frazzetto e Antonio Rocca, propone opere di Gianni Asdrubali, Renata Boero, Sandro Bracchitta, Cane Capovolto, Franco Carlisi, Gianfranco D’Alonzo, Anne-Clémence De Grolée, Pablo Echaurren, Alberto Parres, Natale Platania, Giorgio Vicentini. Pittori, fotografi, video artisti assai noti in Italia e all’estero, caratterizzati da opzioni operative e di ricerca estremamente diversificate. Del resto alcuni di loro testimoniano anche col proprio dato esistenziale un elemento peculiare del nostro tempo, cioè l’opportunità collegata all’”attraversamento“.

In un certo senso la mostra si propone come contributo alla riflessione sullo stato attuale di alcuni linguaggi, considerati soprattutto nei loro incroci e attraversamenti. Più in generale si azzarda qui anche qualche linea di riflessione più ampia, relativa allo stato dell’arte a partire dal ‘guado’ nel quale l’arte stessa si è avviata a partire dagli anni Ottanta.

Del resto molto è cambiato, per chi si occupa di immagini. Il cambiamento più evidente è l’attraversamento necessario dal fare che fu proprio dell’arte al fare che in prima istanza sembra semmai appartenere ai media digitali. Altro attraversamento è quello spaziale. Si è conclusa da tempo l’epoca in cui la collocazione spaziale coincideva con uno iato culturale; tuttavia il senso della localizzazione, nel rapporto complesso col globale, spinge gli artisti a interrogarsi con veemenza sulla loro identità anche dal punto di vista territoriale.

Altro attraversamento è infine quello per così dire ‘interno’ all’arte, dalla pittura intesa come concentrazione sulla pittura stessa, alla pittura come calamita di immagini ulteriori provenienti da innumerevoli ambiti, dalla televisione al reportage, dal fumetto al videogioco.

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