L’opinione - Università e Policlinico: due facce della stessa medaglia

L’opinione – Università e Policlinico: due facce della stessa medaglia

L’opinione – Università e Policlinico: due facce della stessa medaglia

mercoledì 01 Settembre 2010 - 07:46

I vostri articoli I vergognosi fatti del Policlinico di Messina, mi fanno ricordare gli anni 70. Chi a quel tempo frequentava la facoltà di medicina dell’Università di Messina era spesso testimone di episodi di gravissime intimidazioni. In quegli anni il clientelismo mafioso ed il baronato erano talmente radicati nella nostra Università che molti medici si sono laureati con la -mazzetta-, mettendo a repentaglio la vita di molti pazienti. Venivano dalla vicina Calabria ben armati e assistevano agli esami di anatomia dei loro protetti, puntando la canna della pistola che nascondevano in tasca. Il professore di turno, sbiancava dalla paura e terrorizzato da quelle presenze inquietanti, non vedeva l’ora di farla finita, firmando il libretto degli esami senza approfondire gli argomenti. E’ accaduto così che la nostra Università ha partorito in quegli anni e non solo, molti medici corrotti e impreparati, che si sono poi ritrovati sempre con l’ausilio della clientela mafiosa, a ricoprire degli invarichi di prestigio negli ospedali, scavalcando i meritevoli. Questa dinamica ha causato molti episodi di malasanità che hanno visto alcuni pazienti perdere la vita per banali interventi di ruotine. Le vicende messinesi delle -lauree comprate e vendute-, delle intimidazioni, delle collisioni, del sistema di potere spregiudicato e mafioso della nostra Università, è espressione di un ambiente tipicamente siciliano e calabrese. Soltanto le forniture delle farmacie del Policlinico muovevano miliardi e imbrogli di tutti i tipi. Si va dai posti di lavoro ai contributi di ricerca, dalle cattedre agli appalti, dalla macchina di servizio ai viaggi all’estero, dai laboratori alle poltrone. Insieme ai professori e agli studenti, un esercito di tecnici, telefonisti, uscieri, autisti, medici, infermieri, funzionari, gravita intorno al bilancio di ogni singola sede. Questo gravissimo contesto battezzato con il nome di -verminaio- è ben lungi dall’essere sanato, e non sarà certamente la passerella di qualche ministro a risolvere la situazione. A Messina c’è bisogno d’altro per invertire la tendenza, e quando i riflettori di questi giorni si saranno spenti, tutto ritornerà come prima, e qualche altro sfortunato paziente ci rimetterà la pelle, sotto i ferri di uno di quei medici laureati con la -mazzetta- che continuano a farla da padroni in una città di servi. Un cordiale saluto.

Emanuele Ferrara

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