L'Ateneo presenta il nuovo volto amministrativo: prevista una riduzione nel numero di direzioni, uffici, settori ed aree. «È dal 1988 che la situazione all'interno degli uffici universitari non subiva uno svecchiamento. Finalmente ci siamo» affermano Tomasello e Cardile
Sono nei numeri, quelli snocciolati dal direttore amministrativo Giuseppe Cardile nella conferenza stampa di questa mattina per la presentazione della nuova struttura amministrativa dell’Ateneo, ad aver creato scompiglio e subbuglio tra gli addetti ai lavori e, soprattutto tra le organizzazioni sindacale. L’università di Messina, infatti, si “ridimesiona”: «Provvedimenti inevitabili, – sottolinea Cardile – adottati per stare al passo con la politica dei tagli attuata dal governo nazionale». Rispetto a quanto previsto ad un primo documento del 2006, poi non entrato in vigore, le direzioni vengono ridotte da 8 a 5: direzione del personale e affari generali; direzione servizi didattici, ricerca ed alta formazione; direzione bilancio e finanza – per il direttore amministrativo una delle più importanti; e poi ancora direzione appalti servizi e patrimonio, direzione UnimeSport e, come riportato nel prospetto del nuovo organigramma distribuito oggi in conferenza, in stand-by la direzione dei servizi informatici in attesa di una concertazione sindacale.
Ma le “riduzioni” vanno ben oltre: previste infatti 6 aree, 26 settori e 48 uffici in meno. Ad aumentare, di cinque unità, saranno solo le strutture di staff: «ciò – spiega Cardile – perché si tratta di strutture fondamentali a livello logistico soprattutto nell’ottica del cambiamento a cui l’Università si sta preparando». E tuttavia, sembra che proprio queste siano state queste le decisioni “maldigerite” dai rappresentanti dei lavoratori con cui , chiarisce tuttavia il delegato alle relazioni sindacali Ballistrieri oggi seduto a fianco di Tomasello e Cardile «la situazione verrà sicuramente definita perché ritengo si tratti solo ed esclusivamente di un difetto di comunicazione. L’università ha fatto più di quanto previsto dall’art. 91 del CCNL poiché ha stabilito con gli stessi sindacati i criteri e le modalità con cui effettuare questi cambi; il tutto è stato sottoscritto in un documento firmato giorno 7 aprile».
Documento che Cardile, poco prima dell’inizio della conferenza in attesa dell’arrivo di Tomasello, mostra ai presenti indicando e sottolineando più volte le adesioni date dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. A detta dei vertici accademici, dunque, gli spostamenti, i ricambi e le novità all’interno di aree, settori ed uffici sono stati stati effettuati sulla base di scelte condivise che di conseguenza si ritiene inutile criticare proprio adesso.«La nostra esigenza è quella di adattarci ai cambiamenti, alle novità, attraverso una logica di ammodernamento che ci permetta di stare al passo con i tempi – sottolinea il rettore – e questo, in termini di struttura amministrativa, può essere possibile solo attraverso una logica di mobilità che metta in collaborazione e relazione i vari uffici. È il momento di dire basta a questa mentalità a comportamenti stagni».
Tomasello non perde occasione per evidenziare, ancora una volta, come siano tanti che continuino a remare contro gli interessi dell’Ateneo: «Abbiamo individuato una serie di personaggi che non hanno la volontà di aiutarci in quest’ottica di cambiamento ma la cosa non ci preoccupa, noi andremo avanti nella nostra strada. È dal 1988 che in quest’università la situazione è rimasta immobile ed è ora che si arrivi ad una svolta. Né tentennamenti, né preoccupazioni». Ad intervenire è poi il direttore Cardile: «Le modalità di ristrutturazione sono stati ampiamenti resi noti ai sindacati, se il problema sono i nomi il discorso è ben diverso, ma in questo nessuno può mettere bocca perché è una decisione che spetta esclusivamente al sottoscritto e al rettore»
ELENA DE PASQUALE
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