La furia di Irma sta per abbattersi sulla Florida, piogge e venti a 200 km/h

La furia di Irma sta per abbattersi sulla Florida, piogge e venti a 200 km/h

La furia di Irma sta per abbattersi sulla Florida, piogge e venti a 200 km/h

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sabato 09 Settembre 2017 - 16:15

Le nubi spiraliformi dell'uragano "Irma" si preparano ad approcciare le coste della Florida che rischiano di essere sommerse da piogge torrenziali e forti mareggiate

L’ora “X” sta per scattare. Dopo aver devastato alcune delle più belle isole delle Piccole Antille, come Barbuta o Saint Martin, l’uragano “Irma” sta interessando le coste settentrionali di Cuba, puntando dritto verso le Keys e successivamente la Florida meridionale, che sarà raggiunta non prima della tarda nottata. L’uragano è un vero mostro, non solo per il fatto che presenta una struttura vorticosa enorme, con un immenso “anello di convezione” perfetto caratterizzato da gigantesche nubi cumuliformi alte più di 15-16 km. Ma quello che è più temuto dagli stessi meteorologi americani è proprio la sua traiettoria che rischia di interessare l’intera Florida, con l’occhio che rimarrà in mare, a poche decine di chilometri dalla terra ferma. In questo modo le tempeste più violente che si annidano attorno il profondissimo occhio centrale, che presenta un minimo barico da capogiro scese sui 924 hpa, rischiano di spazzare e devastare l’intera Florida meridionale, dalle aree paludose delle Everglades fino all’area a nord di Miami, includendo grandi città come Tampa o la stessa Orlando. Insomma, in poche parole la furia di questo uragano si abbatterà su alcune delle aree a più alta densità abitativa di tutti gli USA meridionali. Proprio per questo il governo statunitense stima che i danni causati dal passaggio di “Irma” potrebbero essere molto più ingenti di quelli causati da “Katrina” nel 2005, tanto che la cifra totale potrebbe raggiungere l’incredibile soglia dei 150-200 miliardi di dollari. Una cifra a dir poco impressionante anche per una super potenza come gli Stati Uniti. Lo stesso presidente statunitense, Donald Trump, ne risentirà parecchio in termini politici, e non solo, visto le devastazioni che si dovrà trovare ad affrontare. Purtroppo come temevamo “Irma” scorrendo sopra le ancora calde acque superficiali dei mari che circondano le Bahamas è riuscito nuovamente a prendere forza, divenendo nuovamente un imponente ciclone tropicale di 5^ categoria Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti fino ad oltre i 257 km/h nell’area attorno l’occhio e una pressione centrale da capogiro, scesa ora a ben 924 hpa.

Anche durante il passaggio davanti le coste settentrionali cubane, nonostante il forte attrito esercitato dai rilievi interni di Cuba, “Irma” ha dimostrato di possedere una struttura davvero immensa, capace di poter superare ogni tipo di ostacolo. Generalmente gli uragani dotati di una struttura molto grande, come “Irma”, rappresentano una serissima minaccia poiché tendono ad indebolirsi molto lentamente, anche poco dopo il “landfall”, conservando gran parte della propria forza originaria assorbita sopra le caldissime acque dell’Atlantico tropicale e del mar dei Caraibi. Proprio per questo ora l’uragano “Irma” spaventa la Florida, ed in modo particolare tutte le località della costa atlantica e di quella affacciata al Golfo del Messico, da Miami fino al confine con la Georgia e il South Carolina che rischiano ora di fare i conti con i potentissimi venti ciclonici da N-NE e NE, presenti sul quadrante più occidentale della tempesta. L’uragano in queste ore ha cominciato nuovamente a perdere potenza, venendo declassato alla 4^ categoria, con venti medi sostenuti che comunque superano sempre i 200 km/h, rendendolo sempre violento e molto pericoloso. Anche se le temperature lungo la sommità delle imponenti nubi torreggianti che circondano l’occhio centrale dell’uragano non sono particolarmente fredde, come solitamente ci si aspetta da un uragano di 4^ categoria, le sue dimensioni notevoli e soprattutto la gran quantità di vapore acqueo tropicale risucchiato nei giorni scorsi sul mar dei Caraibi rappresentano ora un grave pericolo per lo stato della Florida che rischia di essere coinvolto da piogge torrenziali polverizzate dai venti ciclonici violentissimi, ma anche dal fenomeno della “storm surge”, attivato dalle forti tempeste di vento attive sul lato nord dell’uragano. Con il termine “storm surge” s’intende un anomalo innalzamento del livello medio delle acque del mare prodotto dal brusco calo della pressione barometrica e dalla contemporanea azione di forti venti di tempesta, diretti verso la costa, che accompagna il passaggio del potente ciclone tropicale che tende a sospingere verso la costa un enorme quantitativo di acque, provocando gravi inondazioni nei tratti di costa pianeggianti.

In questo caso l’effetto dello “storm surge” potrebbe avere esiti davvero distruttivi su buona parte della costa atlantica della Florida, dalle Keys fino a Palm Beach, dove si potrebbe sviluppare un’onda di mare alta più di 2 metri, in grado di sommergere intere aree fino all’entroterra. In particolare per le aree più depresse della costa che rischiano così di finire sott’acqua durante il passaggio della tempesta, coinvolgendo diversi centri abitati e città. Il pericolo di una “storm surge” dagli esiti distruttivi si potrebbe realmente concretizzare se l’occhio centrale di “Irma” si avvicinerà minacciosamente alla fascia costiera della Florida, nei pressi di Key West, favorendo l’ingresso delle violente tempeste da NE, E-NE, ed Est fino a ridosso delle coste della Florida centrale. Se tale ipotesi dovrebbe realizzarsi una piccola parte delle coste della Florida centro-meridionale rischia di essere letteralmente spazzata dalle tempeste di vento più violente, da NE, E-NE, Est e E-SE, che si annidano a poco più di 50 km dall’occhio centrale, con associate forti mareggiate e conseguenti inondazioni delle zone costiere per “storm surge”. In tal caso alcune località della Florida meridionale rischiano di dover subire, per diverse ore, venti aventi l’intensità di uragano, anche di 2^ e 3^ categoria, in grado di poter arrecare danni anche alle strutture mobili e alle abitazioni. Mentre le isole Keys e l’area delle Everglades, trovandosi a pochi chilometri dal passaggio dell’occhio di “Irma”, potrebbe sperimentare per poche ore i venti più violenti, forse con raffiche ben oltre i 190-200 km/h, che apporterebbero la massima distruzione ad abitazioni, edifici e alberi sradicati, senza parlare dei danni ingentissimi ai tanti porti e porticcioli dove sono sistemati decine e decine di yacht. Dalle ultime emissioni dei modelli, in particolare del modello statunitense GFS, il nucleo centrale di “Irma” sembra che scorrerà verso il Golfo del Messico, risalendo verso nord-nord/ovest, quasi sfiorando le coste occidentali della Florida. Ciò vuol dire che l’intera Florida verrà interessata dal quadrante orientale di “Irma”, quello dove si celano le tempeste di vento più forti, dapprima da NE, E-NE ed Est in rotazione a E-SE e SE. Venti violenti provenienti direttamente dall’oceano, quindi in grado di sollevare ondate davvero enormi che inonderanno vaste aree costiere, dalle Keys fino a Palm Beach. Entro la prossima serata il quadrante occidentale dell’uragano dovrebbe cominciare ad abbordare le coste della Florida, scaricando le prime piogge e i primi forti rovesci di pioggia, cominciando dalle isole Keys e risalendo fino a nord di Miami. Queste precipitazioni si accompagneranno anche ad un significativo rinforzo dei venti, dapprima da NE, in successiva rotazione da ENE ed Est, e dopo da E-SE e SE, con raffiche anche piuttosto intense sulle coste. Man mano che il ciclone tropicale si avvicinerà alle coste della Florida esso dovrebbe cominciare ad indebolirsi, finendo su acque sempre meno profonde, e con sempre meno calore latente a disposizione per lo sviluppo della convezione lungo i suoi bordi.

Inoltre a cominciare dalla mattinata di domani l’uragano, ormai prossimo alle coste della Florida, continuando a salire verso nord dovrà fare i conti con un sensibile rinforzo del “wind shear” in quota che potrebbe cominciare ad intaccare la circolazione ciclonica sul settore più settentrionale, premendo al proprio interno con un flusso di aria più secca nella media troposfera che potrà indebolire, seppur parzialmente, l’attività convettiva sul quadrante meridionale. Ma nonostante il probabile indebolimento l’intensa attività convettiva che si conserverà all’interno del nucleo centrale del ciclone tropicale, supportata dall’enorme quantità di umidità tropicale aspirata precedentemente sul mar dei Caraibi, riuscirà a dispensare precipitazioni davvero di carattere torrenziale, se non eccezionali anche per le coste atlantiche della Florida e quelle del South Carolina, dove il rischio di pericolosi “flash floods” sarà particolarmente elevato. Si stimano localmente possibili accumuli anche superiori ai 400-500 mm, se non addirittura superiori. Piogge torrenziali che rischiano di far straripare fiumi e paludi, generando inondazioni su vastissime porzioni di territorio, sommandosi agli allagamenti e alle inondazioni prodotte dalla “storm surge”.

Daniele Ingemi

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