Valeria Migliorato, peloritana che per motivi di lavoro si è dovuta trasferire al Nord, ricorda la sua passione per il judo, disciplina iniziata intorno ai 7 anni quando, in palestra, iniziò a guardare le lezioni del fratello. Dopo l’invito dell’istruttrice a provare una lezione, per lei fu amore a prima vista.
Ricordo – spiega l’ex atleta di Cus Unime e Heiwa, cintura nera III dan, “la sensazione di libertà che mi davano i piedi nudi sul tatami, mi sentivo libera e felice anche se, a scuola, ero della mia classe che praticava tale disciplina visto che, le altre compagne, avevano scelto danza”.
“Ebbi – confessa – qualche difficoltà nell emergere, mi sentivo insicura, timida e ciò mi aiutava poco. Grazie agli allenamenti, e i combattimenti, ho capito che dovevo mettere cuore e grinta, che mi davano anche la spinta per poter vincere”
Da qui arrivano una serie di successi che portano la Migliorato a conquistare, a soli 17 anni, il terzo posto al Campionato Italiano di Categoria. Risultato che vale doppio, visto che, proprio in virtù di quel piazzamento, acquisisce la cintura nera. Inizia anche a viaggiare, conosce nuove realtà e stringe amicizie da ogni parte d’Italia.
Rispetto, educazione e disciplina. Sono concetti – spiega l’ex atleta – che nel judo si imparano subito e, in merito a questa disciplina come forma di difesa personale afferma: ”E’ molto utile, per le donne la difesa è un arma importante e il judo aiuta molto, grazie a leve, strangolamenti, e tecniche di squilibrio che lo caratterizzano”.
Trasferitasi al Nord per lavoro, alla Migliorato questa disciplina manca molto. “Mi mancano i piedi nudi sul tatami, gli allenamenti quelli duri, in cui per combattere dovevi stringere i denti per via dei muscoli che tremano”. Ringrazia tuttavia la sua famiglia per averla sempre sostenuta sia nella vita che nello sport e la sua istruttrice, Mimma Soraci, per aver sempre creduto in lei.