Verso le primarie: in Sicilia vince Renzi. Il Pd di Messina ancora ibernato

Verso le primarie: in Sicilia vince Renzi. Il Pd di Messina ancora ibernato

Rosaria Brancato

Verso le primarie: in Sicilia vince Renzi. Il Pd di Messina ancora ibernato

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lunedì 03 Aprile 2017 - 08:08

I 24 mila tesserati dell'isola si sono espressi a favore dell'ex premier. Ma a Messina il Congresso slitta ulteriormente nonostante i 4 anni di "congelamento" del partito

Anche in Sicilia nella fase pre-primarie stravince Renzi, che nell’isola registra il triplo dei consensi rispetto ad Orlando, mentre Emiliano si attesta sulla stessa media che ha ottenuto a livello nazionale, il 5%.

Ad esprimersi per le Convenzioni congressuali in vista delle primarie del 30 aprile sono stati in Sicilia oltre 24 mila iscritti.

Al momento sono noti soltanto i dati regionali (peraltro ancora provvisori e non definitivi), raccolti dall’organizzazione del Pd, ma nei prossimi giorni dovrebbero essere diffusi i numeri provincia per provincia, necessari per poter fare una migliore analisi del voto.

Tre erano le mozioni presentate a sostegno dei candidati alla guida del Pd nazionale, ovvero l’ex premier e segretario nazionale uscente Matteo Renzi, il ministro della giustizia Andrea Orlando ed il governatore della Puglia Michele Emiliano.

In Sicilia, come detto, Renzi ha la maggioranza dei consensi dei tesserati.

Matteo RENZI – 72,35%

Andrea ORLANDO – 22,28%

Michele EMILIANO – 5,29%

“Sono stati giorni molto intensi ma al tempo stesso carichi di entusiasmo che hanno visto i nostri circoli mobilitarsi, in modo sereno ed ordinato, in ogni parte dell’isola. Siamo molto soddisfatti e pronti a fare partire la macchina organizzativa per le primarie del 30 aprile" dichiara in una nota il responsabile organizzazione Pd Sicilia Antonio Rubino. I dati definitivi, provincia per provincia, saranno diffusi dalle singole Commissioni elettorali.

Soddisfatto dell’esito delle convenzioni anche il segretario regionale Pd Fausto Raciti: “La soddisfazione è dovuta anche alla larga partecipazione e al nuovo entusiasmo che abbiamo vissuto nei Circoli. Abbiamo la conferma di avere un partito vivo e che discute e da oggi lavoriamo tutti insieme alla riuscita dell'appuntamento del 30 aprile".

L’avvio della macchina organizzativa per le primarie mette la pietra tombale, almeno per il momento, al Congresso del Pd dello Stretto, che, congelato dal 2013 verrà rinviato ulteriormente.

Possiamo tranquillamente sostenere che il Pd di Messina è il “Paperino” dei Pd del Paese, perché dal marzo 2013 è finito nella nuvola nera dei commissariamenti e delle gestioni ibernate.

Di commissario in commissario sono trascorsi 4 anni l’ultimo dei quali affidato alla gestione di Ernesto Carbone che ha ingessato il partito nonostante le premesse di apertura e di cambiamento. A gennaio 2017 la macchina sembrava essere rimessa in moto, con l’annuncio del Congresso a marzo e della fine, dal 1 marzo, della gestione commissariale. Così non è andata. Su disposizione nazionale si è aperta la campagna di tesseramento nelle realtà commissariate di tutta Italia (in Sicilia Enna e Messina). In riva allo Stretto, per invertire la rotta dei 60 circoli del passato e dei ventimila iscritti (cifre surreali) si è preferito un unico circolo e controlli rigorosi.

Ma se in passato l’esercito gonfiato degli iscritti finiva sui giornali ai giorni nostri, conclusa l’era del signore delle tessere Francantonio Genovese, è calato il sipario nel silenzio. A distanza di settimane dalla chiusura della campagna tesseramento non è dato sapere quali siano gli iscritti ufficiali a Messina. Ufficiosamente si sa che le tessere sono state oltre seimila, risultato dignitoso e certamente realistico rispetto al passato, ma il vertice nazionale del Pd ha inteso mettere sotto chiave i numeri o comunque “ibernare” l’ufficialità e questo è l’ennesimo segnale di un partito che non vuole lasciare libero il Pd dello Stretto da un controllo verticistico.

Il partito, dopo 4 anni di congelamento, dovrebbe essere in grado di “camminare con le sue gambe” senza bisogno di tutorial di vario genere.

Le manovre congressuali erano già partite, così come i tentativi, più o meno sotterranei di ereditare lo scettro delle tessere ed il controllo della segreteria provinciale. Non è un mistero che il deputato regionale Pippo Laccoto avesse già provato a mettere il cappello sulla segreteria provinciale.

Nel frattempo però la macchina messinese si è di nuovo fermata con la scusa delle Convenzioni il Congresso non si è tenuto e non c’è ancora una nuova data.

Appare scontato che si attenderà il 30 aprile, il che equivale a dire attendere anche il post-primarie, che però potrebbe essere preludio ad un ulteriore slittamento. L’esito delle primarie nazionali infatti non sarà indolore e potrebbe comportare nuove emorragie o divorzi.

Morale della favola: per ricominciare il Pd di Messina dovrà ancora attendere.

Aspettando Godot….

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. non sapevo che a Messina ci fosse il PD,ricordavo solo il partito di Genovese quello che ora è a FI.

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  2. non sapevo che a Messina ci fosse il PD,ricordavo solo il partito di Genovese quello che ora è a FI.

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  3. asterix primo 3 Aprile 2017 16:59

    I circoli del PD sono pilotati, aspetteremo il crollo del PD alle elezioni.
    I seggi elettorali sono cosa ben diversa dalle votazioni interne. Il delfino sicilino di renzi chi è? Faraone? prima rovina la scuola ora finisce l’opera con la sanità.

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  4. asterix primo 3 Aprile 2017 16:59

    I circoli del PD sono pilotati, aspetteremo il crollo del PD alle elezioni.
    I seggi elettorali sono cosa ben diversa dalle votazioni interne. Il delfino sicilino di renzi chi è? Faraone? prima rovina la scuola ora finisce l’opera con la sanità.

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