Picciolo: "Noi schieriamo uomini, storie, programmi. Gli altri simboli vuoti"

Picciolo: “Noi schieriamo uomini, storie, programmi. Gli altri simboli vuoti”

Rosaria Brancato

Picciolo: “Noi schieriamo uomini, storie, programmi. Gli altri simboli vuoti”

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sabato 24 Febbraio 2018 - 04:20

"I messinesi sono di fronte a un bivio: o riportare Messina al centro delle questioni politiche o tornare al vecchio e votare scatole vuote. Dietro i simboli di Forza Italia e del M5S c'è il nulla"

Sono certo che il risultato del Pd a Messina sarà in controtendenza rispetto alle Regionali, rispetto ai sondaggi e persino rispetto ai dati nazionali. Abbiamo fatto le liste interpretando al meglio il Rosatellum, che prevede candidati con legami forti nel territorio, che sappiano davvero interpretarne le istanze”.

E’ ottimista Beppe Picciolo, leader di Sicilia Futura e candidato nel listino Pd al Senato per la Sicilia Orientale, subito dopo la capolista Valeria Sudano. Con gli altri candidati sta facendo una campagna elettorale “porta a porta”, ricordando sempre però che, in base alla nuova legge elettorale, non si deve sbarrare il suo nome, ma il simbolo, che è quello del Pd. Il candidato che invece si sta scommettendo nel Collegio Uninominale della provincia di Messina per il Senato è Fabio D’Amore, quindi con un doppio riconoscimento per Sicilia Futura che vede due esponenti in corsa.

Dopo la mancata elezione all’Ars per meno di 100 voti vivo questa candidatura con un grande senso di gratitudine verso quanti continuano ad impegnarsi per costruire un centro-sinistra forte nei numeri e nei programmi-prosegue- Il nome di Fabio D’Amore non ha rivali, peraltro a differenza di Urania Papatheu schierata da Forza Italia, D’Amore è messinese ed ha fatto tantissimo per Messina. Dirò di più: Papatheu da esterna in Fiera non ha fatto bene per le sorti dell’Ente, mentre Fabio D’Amore si è battuto strenuamente per la salvezza della Fiera, che è un pezzo di storia di Messina”.

Mentre quasi nessun leader lascia spazio ad altri del proprio gruppo nelle liste, Picciolo ha fatto la scelta opposta, lanciando la candidatura di D’Amore all’Uninominale “Credo negli uomini e nella forza del gruppo. Ognuno deve essere valorizzato, se a Sicilia Futura fosse toccato un altro Collegio, ad esempio nei Nebrodi, avrei chiesto a Filippo Miracula di candidarsi, o nella Jonica a Pippo Miano”.

Le candidature di Sicilia Futura nelle liste Pd hanno provocato proteste nelle altre province e mal di pancia a Messina e domani a Palermo i cosiddetti “partigiani del Pd” terranno una manifestazione per spiegare le ragioni dei malumori (sebbene in gran parte siano legati alla mancata candidatura quindi ad un fatto di poltrone).

Il Pd sta cambiando, è aperto e si integra con quelle forze che già alle Regionali hanno dimostrato di remare dalla stessa parte. L’unione fa la forza ed alle Politiche è quello che serve. La scelta del nome partigiani del Pd è troppo forte e rievoca brutti periodi storici, spero che dopo il 4 marzo si avvii una fase di unificazione. Ma una cosa la voglio dire. Gli esponenti del Pd di Messina hanno dimostrato una grande serietà a differenza di altre province. Il nuovo Pd scommetterà su questi esponenti storici che hanno dimostrato di credere nei valori del partito anche in un momento difficile. Ci stiamo impegnando per riaprire i circoli nei 108 comuni”.

Secondo l’ex deputato regionale in questa campagna elettorale c’è stata forse, rispetto ad esempio ai 5stelle da parte del Pd una sorta di “pigrizia informatica” che ha spinto a usare poco i social o la diffusione delle iniziative che sono state in gran parte un ritorno al contatto diretto con i cittadini, nelle piazze e nei villaggi.

Uno dei temi più caldi è il ddl presentato all’Ars da Forza Italia e che prevede l’accorpamento tra Irccs e Papardo. Su questo tema Picciolo, che è tra i “papà” della fusione tra Irccs e Piemonte invita alla cautela: “Questa proposta di legge ha un obiettivo di prevenzione che però è più pericoloso della cura. E’ come se per prevenire un tumore venisse asportato l’organo prima ancora dell’insorgere del male. Inizialmente c’era il PoliPardo, con un accorpamento che penalizzava il Papardo. Poi, dal 2009 il Piemontardo. Adesso siamo riusciti a salvare il Piemonte grazie alla fusione con l’Irccs che sta realizzando un vero e proprio Polo per la riabilitazione insieme all’emergenza urgenza. Ma il Papardo a questo punto deve riuscire a reggersi sulle sue gambe. Ha eccellenti Unità complesse, come oncologia, chirurgia, cardiochirurgia, malattie infettive, cardiologia. Bisogna stare attenti a non causare svantaggi irreparabili. Un Irccsardo potrebbe non essere la soluzione”.

Chiuse le urne il 5 marzo ci sarà appena il tempo di capire il nuovo contesto nazionale che sarà subito nuova campagna elettorale, quella per le amministrative. I riflettori sono quindi accesi sul nuovo Pd e sui risultati che il tandem Navarra-Picciolo porterà.

I candidati non si sbilanciano ma è evidente che solo dopo il 5 si potrà capire verso quali coalizioni ed equilibri si andrà anche nella scelta dei candidati sindaco.

Intanto è tempo di ultimi appelli.

I messinesi oggi sono di fronte a un bivio: o portare Messina al centro della questione politica nazionale portando messinesi come D’Amore in Parlamento o tornare all’antico e votare ad occhi chiusi un simbolo. Direi di più, come nel film: sotto il simbolo c’è il nulla. L’appello è anche a tutti gli elettori moderati, di centro, non è tempo di populismi o di un centro destra a trazione leghista. D’Amore ha dato tanto a Messina ed è slegato da lacci e lacciuoli. Noi schieriamo uomini, programmi, storie e contenuti. Gli altri gridano e basta”.

Rosaria Brancato

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