Pd, Mineo: "Per uscire dal ventennio servono i ventenni. Non si cambia con le larghe intese"

Pd, Mineo: “Per uscire dal ventennio servono i ventenni. Non si cambia con le larghe intese”

Rosaria Brancato

Pd, Mineo: “Per uscire dal ventennio servono i ventenni. Non si cambia con le larghe intese”

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sabato 07 Dicembre 2013 - 14:54

In vista delle primarie di domani che porteranno all'elezione del segretrario nazionale del Pd, oggi è stato a Messina il senatore Corradino Mineo, sostenitore della mozione Civati: "Vogliamo una sinistra giovane, che parli italiano e non politichese, un partito che quando parla di cambiamento poi non sigla le larghe intese...."

“Citando Civati, potremo uscire dal ventennio solo con i ventenni. La sinistra della mozione Civati è una sinistra giovane, che parla italiano e non politichese, che dice “io vorrei” e non “io sono”. Il senatore Pd Corradino Mineo a Messina ed in Sicilia per la volata finale in vista delle primarie di domani sintetizza in poche parole il messaggio di Giuseppe Civati, che insieme a Renzi e Cuperlo si contende la poltrona di segretario nazionale del partito. In gioco però non c’è solo il vertice, ma anche la composizione dell’Assemblea Nazionale perché i delegati saranno eletti in percentuale ai voti ottenuti dai tre candidati.

Ad aprire il dibattito con Mineo, che per la verità è tornato spesso a Messina molto più di quanti, eletti qui, dopo le elezioni sono scomparsi “avrei voluto venire più spesso ma il Pd non mi ha più invitato ad alcuna occasione”, è stato il capolista della lista Civati in riva allo Stretto Piero David: “Per chi, come noi, sostiene Civati e non ha deputati alle spalle è stato difficile, ma siamo riusciti ad ottenere ai congressi di circolo comunque un buon risultato e adesso, alle primarie, che sono aperte a tutti, contiamo di migliorare. Il nuovo Pd, chiunque vinca, non sarà più lo stesso, siamo ad una svolta. Dobbiamo però riuscire a parlare ai giovani e a fare capire che se loro non si interessano al futuro,sarà il futuro ad essere contro di loro”.

Prima di rispondere alle domande dei presenti il senatore Mineo ha fatto un passo indietro, ripercorrendo gli errori della sinistra sin dalla caduta del muro di Berlino via via fino all’ormai nota “fusione a freddo” tra Ds e Margherita, per arrivare poi alla campagna elettorale per le Politiche del 2013 e quindi alle larghe intese.

“Sarei voluto venire qui più spesso- ha detto- ma il Pd ha chiuso le porte e le finestre. Anche in campagna elettorale,ad esempio, ho detto a Bersani che avrei voluto fare i comizi, ma lui ha risposto che l’arma atomica del partito sono gli iscritti. Invece a me sarebbe piaciuto farli,così come ho iniziato negli anni ’70 quando giravo i paesi con la cinquecento e facevo politica, prima di fare il giornalista. Dopo le elezioni poi nessuno mi ha più chiamato…”.

Adesso è di nuovo in Sicilia insieme a Civati, per parlare di quella sinistra che non è apparato e non è neanche quella di Renzi, “Il Pd nasce dal presupposto sbagliato, ha unito due anime per sottrazione sui singoli temi. Così finiva a rissa ogni volta”.

Mineo senatore lo ha voluto Bersani, che lo ha chiamato in occasione delle primarie del 2012 e lo ha voluto capolista al Senato alle Politiche, inserito tra i “blindati”.

“Credevo che Bersani volesse davvero cambiare- spiega- ma quanto accaduto successivamente mi ha fatto capire che il cambiamento si è fermato alle lenzuolate programmatiche. In 7 mesi siamo passati dal cambiamento alle Larghe intese. E noi come Pd non possiamo rivendicare niente, non abbiamo abbassato le tasse, non abbiamo fatto nulla di quanto detto. Il governo va avanti per decreti”.

La delusione maggiore per Mineo sono state le fasi che hanno portato alla riconferma di Napolitano, dopo i famosi franchi tiratori e i 101 rimasti ignoti. Le discussioni interne al partito, sia sul nome di Marini che su quello di Prodi, hanno dato al senatore l’idea di quel Pd che lui non vuole.

“I 101 si sa chi sono- ha sorriso- basta andare a vedere chi presiede le commissioni e chi dalle larghe intese ha avuto giovamenti. Non era questo il cambiamento che volevamo. Governare con Berlusconi non è cambiamento”.

L’unica sinistra che può cambiare il Paese, secondo Mineo, è quella della mozione Civati, un partito giovane che non emargina i giovani “i ragazzi di Civati non ti dicono: io sono…ti dicono io voglio questo, io mi batto per questo”.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Vedo folle oceaniche…..prevedo un flop di dimensioni bibliche.

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  2. Le solite frasi scontate……cambiali in bianco a nessuno!

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