Risanamento, ecco come vendere la propria casa al Comune di Messina

Risanamento, ecco come vendere la propria casa al Comune di Messina

Marco Ipsale

Risanamento, ecco come vendere la propria casa al Comune di Messina

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lunedì 13 Agosto 2018 - 09:20

Le abitazioni devono avere specifici requisiti. Poi verrà nominata una commissione che valuterà tutte le offerte. Il Comune vorrebbe acquistare duemile case, finanziamenti permettendo

Duemila case per chiudere la "partita" dello sbaraccamento. Il sindaco Cateno De Luca vuole riuscire lì dove tutti i suoi predecessori hanno fallito. E lo vuole fare in tempi brevissimi, addirittura entro il 31 ottobre, in pratica in tre mesi, quando in passato non si è riusciti a farlo in decenni. Se il risultato sarà raggiunto, sarà davvero un'impresa, ma tutto dipenderà anzitutto dalla disponibilità dei finanziamenti, fin qui arrivati sempre col contagocce. De Luca si è assunto il compito di invertire la rotta.

La politica è la stessa, in teoria vincente in pratica affatto semplice, adottata dalla giunta Accorinti, vale a dire quella di acquistare gli alloggi sul mercato. In città ci sono circa 30mila case sfitte delle quali, secondo gli esperti di settore, 8mila avrebbero i requisiti per essere acquistate del Comune.

L'AVVISO

Nell'avviso firmato dal dirigente Domenico Signorelli, i requisiti principali delle case, ovviamente nel territorio comunale di Messina, per presentare proposte di vendita: una superficie compresa tra i 45 e i 95 metri quadri, certificazione di agibilità (elemento sul quale era caduto l'unico tentativo fatto finora dalla vecchia giunta) da produrre anche dopo la proposta di vendita ma prima del rogito, nessuna ipoteca, usufrutto o altro gravamento, opere di urbanizzazione primaria, riscaldamento autonomo. Non sono ammessi alloggi acquistati con edilizia sovvenzionata né quelli che abbiano barriere architettoniche, con obbligo di ascensore se dal terzo piano in su.

LA COMMISSIONE

Il Comune nominerà una commissione che valuterà le offerte economicamente vantaggiose. Il prezzo dovrà essere entro i limiti stabiliti dal decreto dell'assessorato regionale ai lavori pubblici. Il costo base massimo è di 910 euro al metri quadro, che può aumentare fino a 1.050 euro in caso di prestazioni aggiuntive. Solo per complessi di nuova edificazione non ancora abitati, il costo di vendita al metro quadro potrà raggiungere i 1.470 euro.

LA SCADENZA

Chi è proprietario di una casa e vuole venderla deve presentare la propria offerta al Comune entro il 25 settembre, direttamente al Municipio oppure via posta, per la data farà fede il timbro. La proposta di vendita andrà firmata, con fotocopia del documento d'identità del proprietario. Bisognerà presentare planimetria, visura catastale, foto, descrizione e l'offerta al metro quadro.

IL CRONOPROGRAMMA

Se la casa sarà valutata idonea, Palazzo Zanca comunicherà l'eventuale sopralluogo da fare e l'eventuale interesse entro trenta giorni dall'erogazione del finanziamento. E qui si torna al punto di partenza. Il sindaco De Luca si è dato un cronoprogramma strettissimo: i rogiti addirittura entro il 15 ottobre, cioè appena venti giorni dopo il termine per presentare domanda, per poi liberare tutte le baracche entro il 31 ottobre e abbatterle entro il 31 dicembre. Tempi quasi impossibili da rispettare ma, anche se dovesse volerci qualche mese in più o pure un intero mandato, la vittoria sarà riuscire ad ottenere i finanziamenti necessari, potrebbero servire fino a 200 milioni, e liberare finalmente Messina dalle baracche.

2 commenti

  1. arcangelofranco 13 Agosto 2018 13:06

    Non è che poi salterà fuori che le case vennero sovrastimate?

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  2. Non hanno nessun diritto alla casa ,il diritto è di tutti non siamo più nel 1989 siamo nel 2018.Sono abusivi che hanno occupato il suolo pubblico e hanno costruito il tutto abusivamente e in Italia è reato .Devono essere processati come abusivismo come tutti i cittadini non essere premiati .Anche se il reato penale è prescritto sempre abusivi sono ,solo l’intervento della magistratura può fare rispettare la legge.

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