Vertenza Cargill, mediazione respinta. I sindacati chiedono l’intervento del governo nazionale

Vertenza Cargill, mediazione respinta. I sindacati chiedono l’intervento del governo nazionale

Redazione

Vertenza Cargill, mediazione respinta. I sindacati chiedono l’intervento del governo nazionale

giovedì 30 Ottobre 2025 - 08:26

La multinazionale americana rigetta la sospensione dei licenziamenti e la proposta di un tavolo tecnico. La politica e i sindacati si mobilitano

Si è conclusa con un nulla di fatto la seconda convocazione della Commissione Attività Produttive all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) sulla spinosa vertenza che riguarda lo stabilimento industriale Cargill di Giammoro, nel Comune di Pace del Mela, e che minaccia il posto di lavoro di circa 50 dipendenti, oltre all’indotto. Nonostante la presenza istituzionale, la proprietà ha mantenuto una linea inflessibile, respingendo ogni tentativo di mediazione e dialogo.

Azienda irremovibile: “Licenziamento unica soluzione”

Durante l’incontro odierno, la multinazionale americana, per bocca dei suoi legali rappresentanti, ha respinto categoricamente la richiesta, avanzata da tutte le parti sociali e istituzionali, di sospendere la procedura di licenziamento collettivo. L’azienda ha motivato la sua decisione trincerandosi dietro il pretesto di non aver ricevuto proposte serie per la vendita dello stabilimento, affermando che il licenziamento di tutti i lavoratori è, per l’azienda, l’unica soluzione.

“Cargill non sembra voler accettare ragioni e si trincera dietro il pretesto di non aver ricevuto proposte serie per la vendita dello stabilimento,” denunciano unitariamente Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

Inoltre, è stata rigettata la proposta di partecipare a un tavolo tecnico regionale che avrebbe dovuto esplorare, con il supporto delle istituzioni e delle parti sociali, alternative alla chiusura. Questo atteggiamento, che arriva dopo aver comunicato lo stato di crisi solo lo scorso 13 maggio senza coinvolgere le istituzioni, dimostra “la irremovibile volontà di chiudere subito il business siciliano, licenziare e gettare per strada 50 e più famiglie, alla faccia della responsabilità sociale dell’impresa e del territorio che per tanti anni ha ospitato la Cargill” – dicono i sindacati.

Le dure critiche dalla politica regionale

L’atteggiamento dei dirigenti ha provocato la ferma condanna dei deputati regionali presenti.

Il deputato di Forza Italia Alessandro De Leo ha espresso tutto il suo disappunto: “Dopo la prima audizione da me richiesta lo scorso 8 ottobre e disertata dai vertici aziendali, oggi la Cargill si è finalmente presentata in Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana, ma purtroppo l’atteggiamento dell’azienda è stato ancora una volta scorretto, arrogante e inaccettabile”. De Leo ha chiesto di bloccare i licenziamenti fino al 31 dicembre 2025, definendola “Una richiesta di buonsenso – che però non è stata accolta dai rappresentanti aziendali, segno di una chiusura totale e irresponsabile da parte della Cargill”.

De Leo ha rincarato la dose, accusando la società di “comportamento che offende le istituzioni siciliane, ignora i lavoratori e calpesta il nostro territorio” e definendola “un soggetto senza scrupoli, che dopo aver beneficiato per anni delle competenze e della dedizione dei lavoratori siciliani, oggi pensa di poter chiudere lo stabilimento di Giammoro nel silenzio generale, lasciando solo disoccupazione e disperazione. Questo è un attacco diretto alla dignità dei lavoratori e alla Sicilia intera”.

Appello a Schifani e Urso: “Aprite subito un tavolo di crisi nazionale”

Durissima anche la posizione dei deputati Dario Safina e Calogero Leanza (PD): “In Commissione Attività Produttive dell’Ars è andata in scena una vera e propria farsa. I rappresentanti di Cargill con arroganza e protervia non hanno inteso fare un passo avanti rispetto le richieste di sospendere i licenziamenti e accedere alla richiesta di confronto con sindacati e parti sociali”.

I deputati dem hanno poi puntato il dito contro la Giunta regionale: “Il governo regionale sta brillando per una gravissima assenza – continuano i deputati dem -, l’assessore Tamajo rispetti l’impegno di convocare un tavolo con il coinvolgimento del Governo Nazionale altrimenti sarà complice del disdicevole atteggiamento dell’azienda”.

I sindacati, in accordo con le istituzioni regionali, chiedono ora l’intervento del Governo centrale: “A questo punto, chiediamo al presidente Schifani e all’assessore Tamajo di farsi promotori presso il ministro Urso per l’apertura di un urgente tavolo di crisi, anche in relazione alla presenza di Cargill su tutto il territorio nazionale con altri stabilimenti, convocando i vertici aziendali e ricondurre l’atteggiamento della multinazionale alle proprie responsabilità nei confronti di un territorio e di decine di famiglie”.

Il responsabile al Lavoro PD Sicilia, Domenico Siracusano, si è unito alla mobilitazione contro “la tracotanza di una azienda che con un colpo di spugna vuole cancellare 50 posti di lavoro ed un sito industriale strategico”. Il rischio concreto, per i sindacati, è che i lavoratori si ritrovino licenziati a giorni, con il solo “temporaneo paracadute degli ammortizzatori sociali”, senza la garanzia di una ripartenza della fabbrica. Lavoratori e sindacati hanno convocato un’assemblea per giovedì per decidere le modalità della “strenua mobilitazione”.

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