Pd, dopo le primarie la formazione delle liste si fa "rovente"

Pd, dopo le primarie la formazione delle liste si fa “rovente”

Rosaria Brancato

Pd, dopo le primarie la formazione delle liste si fa “rovente”

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venerdì 04 Gennaio 2013 - 06:26

Direzione regionale del Pd oggi pomeriggio a Palermo per decidere i criteri di composizione delle liste per Camera e Senato. Da capire come e dove e con quali regole saranno inseriti i nomi "blindati" di Bersani.

Dopo il vertice nazionale di ieri, oggi pomeriggio sono chiamate a raccolta le singole direzioni regionali del Pd, per iniziare a lavorare alle liste per Camera e Senato, che dovrebbero essere pronte martedì secondo quanto preannunciato da Bersani. All’ordine del giorno i criteri nella predisposizione delle liste. Le primarie del 30 dicembre infatti hanno indicato i vincitori in base al numero dei voti ma deve ancora essere deciso chi correrà per la Camera e chi per il Senato e soprattutto in base a quale ordine. Non si tratta di dettagli irrilevanti, pertanto la riunione di oggi pomeriggio a Palermo si preannuncia rovente anche perché resta da capire chi, come e dove saranno sistemati gli 11 prescelti da Bersani che non sono passati dalle primarie. In tanti tra i meno votati delle primarie aspirano ad un “ripescaggio” tra i favoriti del listino. Ancora Bersani non ha fatto tutti i nomi di quel 10% di nominati che finiranno nei listini di tutte le regioni. Ieri, anche alla luce della “salita” in campo di Monti con i centristi, Bersani ha pranzato con Renzi, per unire le forze in una campagna che si fa meno scontata di quanto potesse apparire in principio. Quanto spazio darà il segretario nazionale del Pd alle truppe renziane lo sapremo presto, anche se le pressioni per le poltrone sicure vengono ormai da ogni parte.

Tornando in Sicilia i malumori non mancano. A Palermo Alessandra Siragusa ha presentato ricorso in merito al risultato elettorale del comune di Godrano, dove avrebbero votato 250 elettori del Pd su 1150 abitanti. Un altro ricorso è stato presentato a Caltanissetta da Lillo Speziale, quasi-eterno deputato regionale che aveva rinunciato a ricandidarsi con la promessa di un posto sicuro alle Politiche. Che non c’è stato perché le primarie le ha vinte la figlia di Salvatore Cardinale, Daniela. A rendere incandescente la situazione è l’incertezza sui posti bloccati e sui criteri d’alternanza. Indiscrezioni ad esempio vogliono che capolista alla Camera nella Sicilia occidentale sia Davide Zoggia, non transitato dalle primarie e componente della segreteria nazionale. Altre voci vogliono l’inserimento del sempreverde Carlo Vizzini in quota Psi, mentre Sergio D’Antoni, bocciato alle primarie pare stia sperando in un recupero in corner, fatto questo che alimenterebbe le polemiche con altri bocciati pronti a protestare, come Bernardo Mattarella e Tonino Russo. Se i primi posti vanno ad un prescelto slittano di posizione tutti gli altri. Quanto al Senato non c’è folla di aspiranti perché lì scatta il premio di maggioranza e si stanno organizzando tanti di quei listini (compreso quello del Movimento Crocetta) che mettono a rischio chi finisce in posti bassi della lista Pd.

A Messina, dove Francantonio Genovese è risultato il più votato d’Italia, con quasi 20 mila voti su 25 mila votanti, non c’è stato alcun ricorso perché non si gioca sul fil di lana ma su differenze abissali. Il problema, semmai, è un altro, come rilevato con gli interventi di due candidati, Antonio Saitta e Lucia Tarro Celi, che hanno sottolineato tutte le anomalie del “sistema Genovese”, la necessità di una dialettica interna e di una situazione nel partito ormai totalmente sbilanciata. Lo stesso Genovese ha definito i numeri emersi dal voto “imbarazzanti” e davvero imbarazzanti risultano i quasi 12 mila voti di Maria Tindara Gullo che si troverà catapultata nelle alte vette della lista senza aver mai fatto politica attiva.

A Palermo quindi si dovranno sciogliere i nodi relativi ai criteri di posizionamento. I renziani chiederanno l’alternanza di genere o di area, che in entrambi i casi garantirebbe ad Alessandro Russo un posto in posizione favorevole, qualora, ad esempio, Antonio Saitta venisse schierato al Senato. Resta però sempre da capire come saranno sistemati i bersaniani blindati e chi saranno. In Sicilia sono 11 da suddividere tra le due liste per la Camera e quella per il Senato. Altra considerazione da fare è la rappresentanza territoriale, perché in ogni Collegio ci sono diverse realtà e bacini elettorali consistenti. E’ chiaro che chi, come Genovese, Crisafulli, Papania, ha registrato record di consensi farà valere la forza dei numeri e non sarà facile sistemare nomi “calati” dall’alto. Genovese ha dichiarato di non essere interessato al posto di capolista, ma quei 20 mila voti pesano come macigni. Per Genovese sono il lascia passare per un Ministero in caso di vittoria di Bersani, ma tutti questi elementi renderanno rovente la riunione di oggi a Palermo. Troppi i pretendenti per i primi posti e troppo fragili queste “primarie” che hanno palesato, soprattutto al sud, i limiti di un sistema che non riesce a crescere e a liberarsi di vecchie catene e vecchi metodi.

Rosaria Brancato

5 commenti

  1. BUFFONATA… quello che nelle nazioni civili è uno strumento di democrazia, in Italia sono riusciti a trasformarlo in una presa per i fondelli dei cittadini (l’ennesima)…. Il Pd si vergogni.

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  2. il mio voto se lo scordano…

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  3. Mariella De Francesco 4 Gennaio 2013 14:53

    a parte “l’imbarazzo” di Genovese, ma chi è Maria Tindara Gullo?
    Ma come fanno e come glielo permettiamo di giocare sulla nostra pelle?

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  4. liliana parisi 4 Gennaio 2013 16:43

    Per stabilire l’ordine nelle liste, suggerisco un bel sorteggio pubblico. Così non ci sono polemiche e il nuovo Parlamento si deciderà a ripristinare le preferenze.D’altra parte le cariche erano conferite per sorteggio nell’antica Grecia ,patria della democrazia; e le cose non andavano peggio di ora

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  5. IL VOTO E’ LIBERO E SEGRETO.
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    Penso che la migliore risposta, a questo punto, che l’elettorato puo’ dare a costoro (In modo bipartizan),sia quella andare in massa alle urne, votando però chi gli pare e piace a dispetto di questi candidati “blindati”.
    Mi si dirà : “ma dobbiamo attenerci ,alle liste, nel voto”. Ok, scegliendo dalle liste : MA NON I CANDIDATI BLINDATI. SARA’ SUFFICIENTE, QUESTO, COME SEGNALE.Votare scheda bianca, invece, o l’astensionismo, sarebbero dei grossolani errori.
    Ah, una cosa importante : io non mi sono candidato in nessuna lista, neanche all’ultimo minuto. Sono semplicemente un elettore e basta, che sta esprimendo, in modo democratico il proprio pensiero, come sancito dalla nostra Costituzione, quella stessa su cui giurai all’atto dell’immissione in servizio, anni or sono.
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