L'accoglienza dei minori migranti: ancora pesanti accuse, denunce e un reportage fotografico

L’accoglienza dei minori migranti: ancora pesanti accuse, denunce e un reportage fotografico

Francesca Stornante

L’accoglienza dei minori migranti: ancora pesanti accuse, denunce e un reportage fotografico

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mercoledì 06 Aprile 2016 - 16:10

Oggi in commissione servizi sociali si sono accesi di nuovo i riflettori sul caso della PalaRussello che a ottobre ospitò per qualche giorno i minori migranti in via emergenziale. Si è discusso però anche dell'attuale gestione dell'accoglienza, alla luce anche del recente esposto del circolo Thomas Sankara. Unica la richieste: scelte politiche chiare.

Minori migranti, accoglienza in emergenza, strutture, report, foto, dossier, denunce. La questione resta un tema caldissimo che oggi è stato al centro di una nuova seduta della IV commissione consiliare di Palazzo Zanca presieduta dalla consigliera Donatella Sindoni. Una nuova puntata dello scontro a distanza che si continua a consumare tra chi tenta di mantenere costantemente accesi i riflettori sul modo in cui Messina accoglie i migranti minori non accompagnati e l’assessorato retto da Nina Santisi che deve assicurare e garantire la gestione dei piccoli migranti che sbarcano dai viaggi della speranza totalmente soli. Oggi in aula non c’era l’assessore perché impegnata in un altro importane incontro in Prefettura, c’era però il dirigente del Dipartimento Servizi Sociali Zaccone e c’erano soprattutto Antonio Mazzeo, Tania Poguisch, il circolo Thomas Sankara, il rappresentante del Centro Ahmed, la garante dell’infanzia, un’assistente sociale del Comune. Un dibattito che ha riaperto la discussione sui giorni dell’emergenza di ottobre, quando il Comune decise di accogliere i minori migranti in un’ala del PalaRussello perché non aveva trovato altre strutture disponibili per la sistemazione dei ragazzi. Una decisione che già nei mesi scorsi aveva visto un duro scontro tra la Santisi, Mazzeo e Poguish che proprio durante la commissione della consigliera Sindoni avevano parlato di lager e di condizioni invivibili per quei ragazzi. Quella soluzione durò solo pochi giorni ma a quanto pare oggi i problemi sono ancora tanti.

Nei giorni scorsi il circolo Thomas Sankara ha presentato un esposto per denunciare la drammatica situazione di decine di adolescenti tra i 15 e i 17 anni, letteralmente abbandonati a loro stessi. Ragazzi costretti a vivere nei centri di prima accoglienza per adulti del PalaNebiolo e di Bisconte, senza un’adeguata assistenza sanitaria, in una situazione di scandalosa promiscuità con gli adulti e senza nessuno dei supporti che per legge devono essere garantiti ad ogni minore non accompagnato. In entrambi i casi la Santisi aveva replicato parlando di accuse strumentali. A rispondere però c’era oggi Giuliana Sanò, del circolo Thomas Sankara, che ha raccontato ai consiglieri che proprio dopo la denuncia 14 minori sono stati trasferiti dalla ex caserma di Bisconte al centro Ahmed, dimostrando dunque come sia una prassi quella di non controllare con accuratezza tutto ciò che accade al momento degli sbarchi. ”Le risposte della Santisi non bastan, servono scelte politiche chiare” ha detto la rappresentante del circolo.

Antonio Mazzeo si è invece presentato in aula con un reportage fotografico che documenta le condizioni in cui hanno vissuto i minori non accompagnati al PalaRussello per far vedere a tutti perché aveva definito quella struttura un “lager” e perché continua la sua battaglia contro le condizioni disumane a cui anche Messina nel tempo ha sottoposto i suoi minori non accompagnati. Mazzeo ha parlato anche del PalaNebiolo e della ex Caserma di Bisconte che accolgono gli adulti, definendole vergognose. E poi il centro Ahmed la casa che ancora oggi è preposta alla prima accoglienza dei minori migranti. “In questi anni abbiamo posto una serie di questioni di legittimità sul centro Ahmed. Sicuramente gli standard strutturali non sono pessimi ma si tratta sempre di una struttura che sta operando grazie solo ad un’ordinanza contingibile e urgente che il sindaco Accorinti ha dovuto firmare, sotto la pressione anche della Prefettura, dopo aver perso troppo tempo sull’interpretazione della famosa circolare Morcone. In tutto questo tempo l’amministrazione si è resa responsabile di omissione di intervento e solo il 25 novembre 2015 è arrivata l’ordinanza siglata dal primo cittadino che ha lasciato al centro Ahmed la gestione della prima accoglienza, in attesa di reperire strutture più idonee entro il 30 giugno 2016. Un’ordinanza che ha aumentato il numero dei posti disponibili da 160 a 224, rispetto alla vecchia convenzione, e che ha posto anche il problema del personale in forza alla cooperativa Senis Hospes che gestisce la struttura: “Il personale dovrebbe essere tre volte superiore così come tre volte superiore dovrebbe essere il tipo di assistenza che viene garantita a minori migranti che arrivano a Messina senza genitori, senza famiglie, senza conoscere la lingua”.

L’appello che è stato lanciato oggi ha puntato soprattutto alla necessità di maggiori controlli sul sistema dell’accoglienza, soprattutto dei minori, e sulla scelte politiche che quest’amministrazione può e deve fare in particolare sui minori, la cui competenza è tutta nelle mani dell’amministrazione comunale.

Benny Bonaffini ha però difeso il lavoro svolto fino ad oggi dal centro Ahmed, anche alla luce di convenzioni e ordinanze che hanno affidato alla cooperativa Senis Hospes la delicatissima fase della prima accoglienza. “Quando è stato aumentato il numero dei posti da 160 a 224 è stato stabilito che il personale sarebbe stato adeguato man mano che aumentavano i ragazzi ospiti della struttura. Casa Ahmed però offre molto di più di quanto sarebbe previsto dalla prima accoglienza, sono stati fatti tanti passi in avanti, abbiamo costruito una rete con alcuni istituti scolastici che non solo facilitano l’accesso a scuola ma attivano anche corsi di formazione per i ragazzi”.

Insomma un quadro visto da prospettive molto diverse, una questione che sarà approfondita ancora la prossima settimana.

Francesca Stornante

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