Cicerone, Messina e la storia della villa-monumento del ricco Gaio Eio

Cicerone, Messina e la storia della villa-monumento del ricco Gaio Eio

Daniele Ferrara

Cicerone, Messina e la storia della villa-monumento del ricco Gaio Eio

Tag:

lunedì 29 Gennaio 2018 - 04:50

A Messina c'è il "vicolo Cicerone". Nell'età Repubblicana Messina era una delle 3 città autonome della Sicilia ed i suoi oligarchi erano detti Mamertini. Vi raccontiamo cosa collega Cicerone alla città in quegli anni

NOTA introduttiva: Grazie alle orazioni In Uerrem (“Contro Verre”) di Cicerone si sono tramandati nel tempo questi e molti altri dettagli sulla Messina del tempo. L'articolo è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione del professor Franz Riccobono.

Alla prima espansione di Roma, che aveva trasformato la Sicilia in una sua provincia, subentrò un periodo di crisi fatto di guerre intestine scatenate da schiavi ribelli e da partiti rivali, che avrebbe portato di lì a poco alla nascita dell’Impero; in quel tempo a Messina viveva un nobile di nome Gaio Eio, il cittadino più in vista, uomo ricco e giusto.

Allora Messina era una delle tre città autonome della Sicilia (insieme a Noto e Taormina) e i suoi oligarchi erano detti Mamertini in riferimento agli omonimi conquistatori; aveva mura benfatte e un bellissimo porto eppure appariva trasandata rispetto al passato, perciò l’opulenta villa di Eio era ritenuta un vero e proprio monumento. Non sappiamo che aspetto avesse la dimora, ma sappiamo che molte pregiate opere d’arte vi erano custodite.

La proprietà includeva un’antica cappella appartenuta agli antenati di Eio, aperta tutti i giorni al pubblico e spesso visitata dai viaggiatori d’alto rango, che venivano a contemplarvi le sue preziosissime statue: un Cupido marmoreo di Prassitele e un Ercole bronzeo di Mirone collocate in lati opposti con antistanti altarini, due canefore ateniesi di Policleto anch’esse in bronzo e un simulacro ligneo della Buona Fortuna. Altri beni posseduti da Eio erano un arazzo attalico (tessuto con fili d’oro) decantato in tutta la Sicilia e alcuni scaphia (recipienti a forma di nave) rituali.

Sfortunatamente in quel periodo la Sicilia fu governata da Gaio Licinio Verre, politico corrotto, concussore, un uomo perverso che per tre anni compì violenze e rapine in tutta l’isola e la derubò di denaro, frumento e artefatti; colpì anche Messina e riuscì a estorcere gli splendori di Eio, lasciandogli la Buona Fortuna sola.

I Siciliani si rivolsero all’avvocato e senatore Marco Tullio Cicerone, che da Questore di Marsala aveva lasciato in loro un ottimo ricordo, e gli chiesero di portare Verre in tribunale a Roma e di rappresentare la Sicilia nell’accusa. Molti Mamertini, collusi con o ricattati da Verre, pressarono Eio perché ne facesse un elogio davanti ai giudici, ma alla fine il nobile preferì l’onore della città a quello dei suoi plutocrati e testimoniò tutti i vergognosi e immorali illeciti nella città dello Stretto. Senza nemmeno dispiegare tutta la sua strategia, Cicerone riuscì a fare condannare il perfido governatore.

Non sappiamo che sorte abbiano avuto la casa di Eio e le sue statue; certe zone di Messina nei secoli venivano ciclicamente danneggiate dalle alluvioni, e quando le costruzioni più antiche rimanevano abbattute e sepolte, nei periodi successivi si facevano scavi per cercare e recuperare materiali da riutilizzare in nuovi edifici. E se qualcosa di quel mirabile palazzo fosse rimasto?

Nel centro storico di Messina c’è un vicolo intitolato a Cicerone (e dire che gli dovremmo dedicare una via ben più importante!). Alcuni anni fa, ironia della sorte, dei lavori d’escavazione in quell’area hanno portato alla luce i resti di un’antica abitazione con mosaici pavimentali, forse aristocratica; lo scavo non è stato approfondito ed è rimasto sigillato. E se proprio lì ci fosse sepolto quanto rimane della villa di Gaio Eio, il più illustre cittadino della Messina d’età repubblicana?

Articolo realizzato grazie alla preziosa collaborazione del professor Franz Riccobono.

Daniele Ferrara

Un commento

  1. UNA PREGHIERA NON DITE A CICERONE COME HANNO RIDOTTO MESSINA SAREBBE IL PIU’ ACCANITO E ACERRIMO AVVOCATO DI ACCUSA CONTRO MESSINA.

    0
    0

Rispondi a giovannino Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007