La Regione "boccia" il bilancio. Bloccata l'attività dell'Ente Teatro

La Regione “boccia” il bilancio. Bloccata l’attività dell’Ente Teatro

La Regione “boccia” il bilancio. Bloccata l’attività dell’Ente Teatro

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mercoledì 05 Giugno 2013 - 14:00

Per la prima volta viene chiesto l'accantonamento di una quota del 20 % per la stabilizzazione dell'orchestra. Ma non è possibile procedere alla variazione perché, dopo le dimissioni del consigliere nominato dalla Regione, il Consiglio d'Amministrazione non ha più il numero legale. La Regione dovrebbe sostituirlo ma, presumibilmente, non lo farà prima del termine della tornata elettorale e l'attività del Teatro resterà bloccata sino a luglio inoltrato

Nel penultimo giorno utile prima che scattasse il silenzio-assenso, l’Assessorato regionale al Turismo ha rimandato indietro, non approvato, il bilancio di previsione 2013 che l’Ente Teatro di Messina aveva consegnato l’8 maggio scorso dopo l’approvazione del CdA e con il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti.

A parte alcuni aspetti puramente formali, il maggiore rilievo riguarda una mancanza prevista dalla Legge Regionale 17/2004 che recita: “Una quota del 20 per cento del contributo in favore dell’Ente autonomo regionale Teatro di Messina è destinata, a decorrere dall’esercizio finanziario 2005, alla stabilizzazione dell’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina”. Senza le conseguenti modifiche, “risultando impossibile formalizzare la prevista approvazione, non si potrà procedere all’impegno e alla liquidazione di somme”.

La Regione chiede quindi di accantonare in bilancio la “posta” del 20 per cento, all’incirca un milione di euro. Fatto questo, bisognerebbe riapprovare il bilancio e rimandarlo a Palermo.

Il problema è che il CdA, dopo le recenti dimissioni della consigliera Carmela David, non ha più il numero legale e la Regione dovrebbe quindi sostituirla (la David era l’unico consigliere nominato direttamente dalla Regione).

Presumibilmente, la decisione non sarà presa prima che si concluda la tornata elettorale. Quindi, nel migliore dei casi tutto l’iter potrà essere concluso solo a luglio inoltrato. Fino a quella data tutta l’attività dell’Ente Teatro sarà bloccata, anche come programmazione futura.

E l’Ente Teatro esprime perplessità anche su altre cose. “Dal 2005 a oggi nessun bilancio di previsione ha previsto la “posta” sull’Orchestra che, di fatto, avrebbe impedito buona parte dell’attività svolta. Perché solo ora, improvvisamente, la Regione si risveglia? Al contrario, nel passato è stato l’Ente Teatro a chiedere invano, moltissime volte e per iscritto, spiegazioni e istruzioni precise su quale percorso seguire per applicare la legge. La norma, infatti, prevede chiaramente che il 20 per cento deve essere destinato alla stabilizzazione dell’Orchestra e non alla sua attività, come invece scrisse a suo tempo l’ex assessore Tranchida, eludendo ciò che gli era stato chiesto con quattro raccomandate. Analoga richiesta è stata rivolta nel febbraio scorso al presidente Crocetta, apparso così sensibile alle sorti dei professori d’orchestra, ma anche questa è rimasta senza risposta. Nella recente riunione tra CdA e deputazione regionale messinese, anche i deputati che furono allora promotori della norma hanno dichiarato che mai la Regione aveva poi provveduto a dare contenuto alla parola “stabilizzazione”. Inutilmente, infine, il presidente del Teatro di Messina ha chiesto un incontro all’attuale assessore regionale al Turismo”.

Secondo i vertici della massima istituzione culturale cittadina, la letterale applicazione della norma impedirebbe la totale attività istituzionale. Ed ancora – si chiede – “cosa vuol dire esattamente la parola stabilizzazione? Che la Regione lo dica chiaramente: assunzione a tempo indeterminato? Assunzione part time? Un numero minimo di giornate lavorative e quindi assunzione a tempo determinato? E, in questo caso, chi stabilisce il numero delle giornate?”.

Domande e perplessità alle quali manca una risposta. Anzi, una c’è e non è positiva: l’attività del Teatro si blocca nuovamente.

6 commenti

  1. I consiglieri sanno leggere?

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  2. E così, per ogni decisione, si aspettano i risultati delle elezioni. Così amici degli amici e favori proliferano…

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  3. Che brutta faccenda dipendere dalla regione….Non puoi programmare nulla….Una provincia autonoma, indipendente non deve chiedere niente a nessuno…..i contributi arrivano direttamente ed integralmente alla provincia……mentre oggi c’è una regione che decide per i messinesi….che di fatto sono sempre più massacrati da tagli e ridimensionamenti, trasferimenti di uffici ed istituzioni…lasciamo che Messina e provincia sia a gestione messinese……dei messinesi…..basta con la schiavitù regionale.
    Messina provincia autonoma come Trento e Bolzano.

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  4. Totonno secondo lei chi bisognerebbe votare per dare una svolta?

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  5. Ancora una volta, nonostante i tentativi di “giustificazione” forniti dall’Ente, questi dirigenti (o quelli che sono rimasti) continuano a mortificare il teatro, gli abbonati, i suoi lavoratori, i cittadini e gli amanti della cultura. Mi piacerebbe sapere cosa debba ancora accadere, affinchè si prendano seri provvedimenti ed arrivino “competenze” a dirigere questo importante polo culturale; chi lo ha distrutto in questi anni vevono andare via, e subito!

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  6. Caro Fredd, manca un movimento politico che cura con amore gli interessi dei messinesi di Messina e provincia.
    I vari candidati mostrano tutti buoni propositi, anche se in partenza alcuni di loro indicano di mirare ad obbiettivi che con i problemi reali di Messina non hanno niente a che vedere.
    Con il sistema attuale, se la regione non cambia registro con Messina, il Sindaco può fare poco o nulla….L’esempio del teatro…..che può fare il sindaco????? La regione è pro Catania e Palermo ed antimessinese….Catania e Palermo hanno teatri stabili con orchestra stabile, se vanno in difficoltà la regione va in loro soccorso…..Niente di tutto questo per il teatro V.E. dei messinesi…..Messina come cenerentola con la regione matrigna che ama le sue due figlie(Catania e Palermo) e maltratta la figliastra Messina/Cenerentola…..ma siccome non ci sono fate e neanche principi…..bisogna creare un movimento che ci liberi dalla regione, con gli strumenti di legge…..referendum e altro…..Un movimento della città per la città……

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