Crisi del Teatro, la Fistel Cisl difende i lavoratori e chiede l'immediata nomina del Cda

Crisi del Teatro, la Fistel Cisl difende i lavoratori e chiede l’immediata nomina del Cda

Crisi del Teatro, la Fistel Cisl difende i lavoratori e chiede l’immediata nomina del Cda

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martedì 25 Febbraio 2014 - 16:33

Per il sindacato è fondamentale procedere immediatamente e prioritariamente alla nomina del Consiglio d’Amministrazione o in alternativa un commissario straordinario che porti il Teatro Vittorio Emanuele fuori dal limbo in cui si trova. Senza continuare a parlare dei lavoratori come la causa di tutti i mali.

Tra continui rimpalli di responsabilità e atti frammentati e disorganici il Teatro Vittorio Emanuele attraversa un moment difficile e in campo scende anche la Fistel Cisl che punta il dito soprattutto contro le scelte operate dalla Regione.

“La mancanza di un Consiglio d’Amministrazione – sottolinea il sindacato – impedisce all’Ente di assumere impegni e compiere atti amministrativi e gestionali ed è del tutto illogico nominare un commissario ad acta per approvare bilanci e cartelloni quando manca l’organo che poi li dovrà realizzare. Non si capisce quali siano i motivi che ostano alla nomina del Consiglio d’Amministrazione che, successivamente, dovrà a sua volta indicare il Sovrintendente. In questa situazione si produce solo confusione, instabilità e preoccupazione tra i dipendenti e non si capisce perché, mentre per il Teatro Bellini di Catania e per il Massimo di Palermo siano stati nominati dei commissari straordinari, per il Teatro di Messina si scelgono percorsi tortuosi che rendono impossibile qualsiasi attività istituzionale. A questa situazione aggiungiamo che l’Ente è tuttora sprovvisto di un Direttore amministrativo”.

La Fistel Cisl ha chiesto a più riprese una riprogettazione regionale del settore per dare alla Sicilia una politica culturale univoca per eliminare sprechi e differenze di trattamento economico tra i territori e Teatri, per armonizzare e innalzare il livello del rendimento degli investimenti regionali nelle produzioni culturali. “L’istituzione di un fondo unico per i teatri, dove attingere per programmare le manifestazioni e la messa in rete con gli altri Teatri è un atto che va nella direzione di una sana riprogettazione – sostiene la Fistel Cisl di Messina –il Teatro Vittorio Emanuele deve divenire centro e motore della promozione culturale provinciale dando corpo alle iniziative di diffusione della cultura, nelle scuole, nei Comuni, ed estendendo nella città la propria influenza e guida nelle attività artistiche/culturali”.

Il sindacato stigmatizza come, invece, durante l’ultimo incontro al Comune dello scorso 21 gennaio, siano state espresse valutazioni sul numero e sulla professionalità dei dipendenti “correi, secondo alcuni, della condizione attuale del Teatro Vittorio: la guerra degli ignoranti ai poveri”, per la Fistel, che ribadisce come “sin dal 1986 i lavoratori hanno contribuito alla rinascita del massimo teatro cittadino nonostante le ataviche e mai risolte questioni legate alla pianta organica e all’adeguamento ai ruoli regionali previsti dalla legge e con spirito di servizio hanno svolto attività che prevedono normalmente, in tutto il mondo civile, il riconoscimento del profilo professionale e la remunerazione adeguata al ruolo. Da oltre 27 anni, i dipendenti, tutti, hanno realizzato una notevolissima quantità di produzioni teatrali, musicali, espositive e di altro tipo, portando lustro alla nostra città, con risorse e impegni finanziari ben diversi da quelli erogati per altri Teatri siciliani. Messina non ha certamente contribuito agli abusi e agli sperperi. La spending review sia fatta nei luoghi e negli ambienti che hanno generato abusi, ma non a Messina”.

Fistel Cisl evidenzia come, nel progetto di rilancio espresso durante l’incontro, non sia stata fatta chiarezza, definitivamente, sul vincolo del 20% del finanziamento da destinare alla stabilizzazione dei professori d’orchestra. “Per noi è una legge che deve essere eliminata perché non risolve la questione giustamente posta dagli orchestrali ma contemporaneamente vincola le attività di impresa dell’Ente, mentre il contributo regionale diminuisce. Alla fine è gioco facile scaricare la colpa sui vertici del Teatro, di ieri, di oggi e di domani. Il problema posto dai professori d’orchestra deve essere risolto in modo diverso e non vincolando somme dal bilancio dell’Ente. È la Regione che deve farsene carico, non certo l’Ente Teatro di Messina”.

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