Teatro, i revisori dei conti: "Dopo lo stop al bilancio rigoroso rispetto nella gestione della spesa"

Teatro, i revisori dei conti: “Dopo lo stop al bilancio rigoroso rispetto nella gestione della spesa”

Rosaria Brancato

Teatro, i revisori dei conti: “Dopo lo stop al bilancio rigoroso rispetto nella gestione della spesa”

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domenica 03 Luglio 2016 - 22:07

Intanto un componente dei revisori si dimette. Massimo riserbo invece sul successore di Saija. La scadenza per la presentazione delle candidature era il 9 giugno ma ancora il Cda non ha scelto.

A distanza di due mesi dalle dimissioni del sovrintendente Saija e di un mese dalla presentazione dei curricula da parte degli aspiranti a quel ruolo, la situazione al Teatro Vittorio Emanuele non è delle più semplici.

Sul piano economico la situazione è di stallo, dal momento che il consuntivo 2015 non è stato presentato né approvato ed il bilancio di previsione 2016 ha avuto il parere negativo dei revisori dei conti: Tra gli altri rilievi il Collegio ha sottolineato “le entrate sovrastimate” rispetto a quelle reali con riferimento sia ai contributi, come i 100 mila euro del Comune che alle sponsorizzazioni (leggi qui).

Adesso però gli stessi revisori hanno posto paletti ben precisi alle spese, proprio alla luce dello stallo dei documenti contabili. In una nota si legge: “Il Collegio dei revisori invita l’amministrazione dell’Ente ed i responsabili degli uffici ad un rigoroso rispetto nella gestione della spesa, considerato che al bilancio di previsione non è stato dato parere favorevole da questo organo di vigilanza, che dovrà essere riferita nelle tipologie e modalità previste dalle disposizioni normative sulla gestione provvisoria” (peraltro scaduta il 30 giugno).

Eppure nei primi giorni di maggio, quando Saija si dimise, valutò insieme al Cda la decisione di lasciare concretamente l’incarico solo tra fine maggio e i primi giorni di giugno per poter definire i bilanci. A gennaio e nei mesi successivi inoltre, in conferenza stampa ed in diverse dichiarazioni l’ex sovrintendente ha sempre ribadito una situazione florida dei bilanci, rispedendo al mittente qualsiasi perplessità sulle criticità relative proprio alle entrate previste. Fino a pochi giorni prima delle dimissioni aveva anche predisposto la nuova programmazione per l’Arena di Furnari prevedendo più di 1 milione di spese. A distanza di due mesi dal 2 maggio invece i conti sono ancora fermi al palo, il previsionale 2016-2017 non ha ottenuto il parere favorevole dei revisori che invitano l’Ente ad una rigorosa gestione delle spese, così come previsto dalla normativa in materia.

In questo quadro, con il Comune che non ha mai deliberato i 100 mila euro destinati al Teatro (anche perché alle prese con i suoi problemi di bilancio), il sindaco e l’assessore Ursino decidono di affidare ad un Ente in piena incertezza il Giardino Corallo ed una stagione estiva che con ogni probabilità vedrà la luce ad agosto, nela migliore delle ipotesi ed in misura ridottissima (e nel contempo cestina la proposta presentata da una quarantina di associazioni per circa 100 eventi da giugno a settembre).

Nel frattempo si è dimesso un componente del Collegio dei revisori, Fabio Turano, nominato dall’assessorato regionale allo spettacolo, “stante che lo stesso è impegnato nel carico di lavoro ordinario” ed impossibilitato quindi a seguire anche le questioni dell’Ente.

Capitolo a parte è quello relativo al nuovo sovrintendente, sul quale vige il più stretto riserbo. Il termine per la presentazione delle candidature è scaduto quasi un mese fa, il 9 giugno, eppure, in barba alla tanto sbandierata trasparenza, (peraltro rispettata negli anni scorsi da Comune e Provincia in occasione di tutte le nomine) non è stato reso noto neanche il numero dei curricula pervenuti nell’ufficio del Presidente Puglisi (dovrebbero essere circa una ventina).

Il Cda è impegnato nella selezione del successore di Saija anche se nel frattempo sono arrivate diverse “grane” sul fronte economico e chi prenderà il suo posto avrà non poche criticità da affrontare, tra proteste dei sindacati, fornitori scontenti, artisti che ancora attendono le somme dovute e casse che languono.

Rosaria Brancato

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