Musica -da pazzi-

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venerdì 26 Febbraio 2010 - 17:41

38 tracce per imparare alcune delle piaghe mentali. Quando la musica può diventare anche apprendimento.

Questo pezzo lo dedico a tutti coloro che studiano psichiatria o psicologia, nonché agli appassionati di musica. Una diffusa impressione tra i colleghi di medicina e chirurgia è quella di rivedere, studiano i diversi disturbi psichiatrici, persone che si conoscono nella vita reale. Intendiamoci, questo non vuole assolutamente dire che ognuno di noi conosce dei veri e propri malati mentali. Ma molti studenti (e probabilmente anche professori, chissà) utilizzano queste conoscenze come esempi per illustrare o memorizzare le varie patologie.

Lo scorso anno, nello studiare la materia, ebbi l’idea di associare a ogni disturbo una canzone. Il risultato è stato sorprendente: mi accorsi nella musica sono presenti parecchi tratti delle personalità trattate, quasi tutte! Risultato? Addirittura 2 cd! E per l’obiettivo ultimo personale (cioè quello mnemonico) funzionò anche troppo bene, rendendo più piacevole lo studio della materia.

Analogamente a quanto detto sopra, c’è da specificare che ciò non vuol dire che gli autori di tali canzoni siano malati mentali. Anzi, probabilmente non hanno neppure delle nozioni conoscitive che giustifichino un eventuale intento esplicativo. Certo però è che quando la musica non è plastificata si sente. Si sente soprattutto dai testi, attraverso cui certi artisti fanno sì che le proprie esperienze trasudino colpendo spesso l’anima dell’ascoltatore.

Ultima premessa: le tracce di cui sotto non necessariamente descrivono un disturbo vero e proprio, ma più spesso dei tratti di personalità.

Illustriamo dunque i risultati di questo curioso esperimento.

Partiamo con il disturbo ossessivo compulsivo, caratterizzato sintomatologicamente da compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l’ossessione. Un divertente esempio si può considerare quello dello sketch O mamma di Giorgio Gaber, in particolare l’esilarante dubbio del gas…

Altro disturbo d’ansia (in questo caso un po’ più generalizzato del precedente) può essere quello di Stan, celebre canzone “epistolare” di Eminem che descriveva un suo fan letteralmente ossessionato dall’ottenere una risposta dal suo mito musicale, al punto da farne una ragione di vita. Risposta che non arriva in fretta, al punto che decide di uccidere sé stesso e la sua compagna in cinta uscendo di strada con la sua automobile… subito prima che Marshall rispondesse.

Prendendo in considerazione i disturbi della personalità, lo schizoide (ovvero il distacco emotivo “freddo” del soggetto dagli altri, e verso la realtà circostante) può essere associato a Non provo più niente di Fabri Fibra: il titolo dice già molto! Nel caso specifico il distacco di Fibra è nei confronti dello stereotipo della bella vita dei personaggi famosi (<<Dopo tutto il male che ho visto in tele ultimamente non provo più niente/ per le ragazze in tiro che pretendono di farmi godere non sanno di niente/ quando ti guardano in faccia e aspettano che paghi da bere non voglio più niente/ non mi interessano party a base di pu**ane violente non provo più niente>>).

Un altro disturbo di personalità “eccentrica” è lo schizotipico, caratterizzato, oltre che da tendenza all’isolamento sociale, da uno stile comunicativo e di pensiero eccentrico, tipicamente vago o metaforico, da stranezze del comportamento, e da idee di riferimento o credenze insolite… ad esempio quella nei confronti degli extraterrestri. E dunque, cosa c’è di meglio se non Extraterrestre di Eugenio Finardi? <<C’era un tipo che viveva in un abbaino/ per avere il cielo sempre vicino/ voleva passare sulla vita come un aeroplano/ perché a lui non importava niente/ di quello che faceva la gente/ solo una cosa per lui era importante/ e si esercitava continuamente/ per sviluppare quel talento latente/ che è nascosto tra le pieghe della mente/ e la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle/ dalla finestra nel tetto con un messaggio/ voleva prendere contatto, diceva: -Extraterrestre portami via/ voglio una stella che sia tutta mia/ extraterrestre vienimi a cercare/ voglio un pianeta su cui ricominciare”>>.

Un altro capitolo importante dei disturbi di personalità è quello dei disturbi “esplosivi”. Primo tra tutti l’antisociale, caratterizzato dal disprezzo del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall’incapacità di assumersi responsabilità ed dall’indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui, con mancanza del senso di colpa o del rimorso. La crew italiana che più di tutte rispecchia questa situazione sono i Truceboys, (ascoltare, tra le tante, Truceboia).

E, rimanendo in tema, passiamo a un’altra parola chiave: borderline. La stilosissima Posi Argento identificava con questa parola una linea di confine tra due emozioni opposte che si incontrano, tra disperazione e paura. Ma borderline è anche un disturbo (più frequente nel sesso femminile) consistente in un’instabilità pervasiva dell’umore, delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé, dell’identità e del comportamento, e una più generale anomalia nella percezione del senso di sé.

Decisamente diverso (pur essendo anch’esso un disturbo “esplosivo”) l’istrionico, soggetti in continua ricerca di attenzione, includente una seduttività inappropriata e un bisogno eccessivo di approvazione. Anche se c’è da dire che nell’istrionico vero e proprio c’è un’emotività di base caratteristica, a grandi linee possiamo adattare (con qualche forzatura) questo tipo di carattere alla G-Unit, una delle crew più “zalle” del mondo, con Stunt 101.

Anche se può sembrare scontato, riporto qui la definizione di narcisista: soggetto contraddistinto dal bisogno permanente di affermazione della propria unicità e importanza. Gli altri sono vissuti in modo del tutto accessorio e strumentale a tale bisogno: per questo il narcisista si serve del prossimo senza provare alcun segno di disagio o rimorso. Le critiche vengono vissute come tentativi di diminuzione e suscitano reazioni di rabbia, rifiuto, vergogna, che si pongono come ostacoli sulla strada della realizzazione di sogni carichi di gloria e potere. Canzone a tema: Chi è Silvio Berlusconi di Roberto Benigni. A prescindere dai giudizi politici e dal curriculum giudiziario, sfido chiunque a trovare una persona più narcisista del nostro presidente del Consiglio!

E passiamo al cluster “ansioso” dei disturbi di personalità. Anzitutto per quel che concerne il disturbo di evitamento, viene in mente quasi spontaneamente Animale di zona dei Litfiba (<<Mi chiedi perché io gioco con le parole/ sai come va, difendo la mia zona/ resto solo coi miei pensieri.

Nuoto nell’erba e passa il silenzio il mezzo a noi/ son l’animale che parla da solo col vento/ segno il mio confine/ questo è il mio limite di animale di zona>>) e Solo di Jesto.

Addirittura una tripletta per quanto riguarda il disturbo dipendente (comportamento sottomesso e adesivo, legato ad un eccessivo bisogno di essere accuditi): l’ironica Fossi figo di Elio e le Storie Tese e la più seria Unpretty delle TLC, entrambe incentrate sull’influenza delle apparenze estetiche sui soggetti (più avanti approfondiremo). Più caratteristica è, però, Nato il primo aprile di Ghemon (considerato il rapper “conscious” italiano per eccellenza) incentrata sul rapporto con la musica che diventa più di una semplice passione: <<è che con me non mi ritrovo/ ho il limite evidente di dipendere da quello che chiamate Rap game/ ma che per me non è un gioco/ e soffro con la musica a tal punto che se accumulo esplodo/ adesso schivo proiettili di stress ma in passato mi hanno preso come Curtis Jackson/ le pare con cui cresco sono sempre le stesse/ sul battere e il levare del tempo/ la scrittura chiede il conto/ il flow dà la struttura e non è sempre la cultura a fare un uomo più profondo/ è il mondo che ti scuoia/ e pulita la lama posa il coltello nella sua feritoia>>.

E adesso passiamo a un disturbo molto comune: la paranoia (già comunque vista a tratti con Stan). Qui segnalo l’ossimoro dei Club Dogo di Dolce paranoia (<<Non dico mai bugie perché ho una pessima memoria/ Sento voci, vedo croci… brutta storia/ La mano mi si blocca, cade il sushi nella soia/ Rinchiuso nel baule di una vecchia Seat Corolla/ Scannano a duemila all’ora, cinque volte rotatoria/ Per l’ansia vinco l’Oscar KO De la Hoya/ Ed è la m**da che respiro, tiro e inspiro/ Che mi fa voltare indietro quando me ne vado in giro/ Sento esplodere la testa tipo mossa di Ken Shiro

Sopra vetri frantumati senza essere un fachiro/ E sono in sbatti quando mi sto addormentando.

Perché per gli incubi non c’è il telecomando/ Nella stanza entra una venere con un revolver e/ Mi toglie il cannone di bocca e mi mette in bocca un cannone/ Brutta gente, brutto ambiente, brutta musica/ Avvelena il mio bicchiere e mi bacia con lingua ruvida>>) e Territorial pissings dei Nirvana (<<Just because you’re paranoid doesn’t mean they aren’t after you>>).

Paranoia che è anche una forma cronica di delirio (parola tanto cara a Beppe Grillo, il quale ha intitolato con questa parola uno dei suoi tour), ovvero una varietà di stati mentali confusionali in cui l’attenzione, la percezione e la cognizione del soggetto appaiono significativamente ridotti. In musica, questo stato è descritto sapientemente da U-Led, il quale descrive come delirio l’acclamazione del potente di turno in contrasto con la realtà che viviamo tutti i giorni.

Passiamo ora ai disturbi dell’umore: la depressione, caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell’umore, compromettendo il -funzionamento- di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. In pratica, un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno. Una delle canzoni che descrive meglio questo stato è Blue degli Eiffel 65, ballatissima 11 anni fa, anche se in pochi hanno colto il fatto che “blue” in inglese è inteso come “depresso”, e non esclusivamente il colore (<<I have a blue house with a blue window/ Blue is the colour of all that I wear/ Blue are the streets and all the trees are too/ I have a girlfriend and she is so blue/ Blue are the people here that walk around/ Blue like my corvette it’s in and outside/ Blue are the words I say and what I think/ Blue are the feelings that live inside me>>).

Altro importante disturbo dell’umore, anche se più raro, è il disturbo bipolare (o psicosi maniaco-depressiva): caratterizzato dallo sviluppo di almeno un episodio maniacale o misto (commistione di sintomi eccitativi e depressivi) intercorso in un periodo qualsiasi della vita del paziente. Pur con qualche difficoltà, possiamo fare un parallelo tra questo disturbo e Guardo fuori di Nesli, anche per il fatto che nella sua prima intervista su Groove disse apertamente di cambiare spesso idea e di non piacergli chi non la cambia mai. In questa canzone effettivamente è come se cambiasse repentinamente il proprio pensiero tra inizio e fine!

Entrando nel tema “psicosi”, casca a fagiolo American psyco II dei D12 (<<I’m a little bit off the chain/ you can call me insane/ but the fact remains/ that I’m a psycho>>).

Entrando poi nello spinoso tema del suicidio, sciogliamo l’imbarazzo della scelta tra le tantissime canzoni con la classica Lamette di Donatella Rettore (tratto dal concept album Kamikaze rock’n’roll suicide, interamente incentrato appunto sul suicidio per onore).

Il suicidio spesso è causato dai cosiddetti disturbi d’adattamento, a proposito dei quali segnalo la bellissima Autodafé di Frankie Hi-Nrg Mc, nel caso specifico con tratti distimici. Inoltre, i disturbi d’adattamento sono condizioni che derivano per lo più da un evento scatenante traumatico, catastrofico o violento: disturbo post-traumatico da stress. Qui si potrebbe citare qualsiasi pezzo della discografia di Eminem (in particolare l’ultimo disco, Relapse), ma per variare un po’ segnaliamo un altro artista che di traumi familiari la sa lunga: Mondo Marcio con Dentro alla scatola.

E ora cambiamo completamente capitolo, andando a ricordare una patologia purtroppo abbastanza frequente nel sesso femminile: l’anoressia. In realtà, la seguente canzone non parla esattamente di questo, anzi del contrario: Bella ciccia del gruppo reggae Radici Nel Cemento, un vero e proprio inno alla rotondità e alla “carne” che quando non è eccessiva fa sempre piacere (<<Non dare retta all’amica invidiosa/ L’uomo preferisce la donna formosa/ se magre e infelici è il nuovo che avanza/ viva la ciccia, evviva l’abbondanza>>).

Trattando i disturbi sessuali, in particolare il masochismo, è praticamente scontato aggiungere in tracklist Crudele di Mario Venuti (<<Io sono la classica persona/ che ama solo quando soffre/ o quando sente più vicino l’abbandono/ E sento qualcosa che ci unisce/ destino fatale e ineluttabile/ come un legame/ tra la vittima e il carnefice>>). E per ricordare che l’omosessualità non è più considerata una malattia dal 1970 (dal DSM II… oggi siamo arrivati al DSM V!) a meno che questa non causi un’egodistonia (ovvero vergogna, senso di colpa, imbarazzo). E qualcuno lo spieghi anche alla Mussolini, Fiore, Borghezio, al Papa e a Povia. Da ascoltare Resta come sei di Dolcenera, dedicata a Laura, una ragazza lesbica invitata appunto a non vergognarsi della propria diversità.

Ricollegandoci all’importanza estetica nella società (abbiamo visto Fossi figo, Unpretty e in parte Bella ciccia), a volte ne deriva un bisogno di cambiare i connotati con il fine di sentirsi accettati da questa: la cosiddetta dismorfofobia corporea. Casca dunque a fagiolo Plastic nation dei Public Enemy.

Entrando invece nell’importante capitolo dei disturbi dissociativi segnaliamo anzitutto il disturbo di depersonalizzazione, ovvero l’incapacità di realizzare il proprio senso di identità personale. Ne danno un esilarante esempio i genovesi Albe & Dj Kamo con Alter ego. Ben diverso è invece il disturbo da trance, una temporanea alterazione dello stato di coscienza. Anche se piuttosto decontestualizzato, il mio consiglio è quello di ascoltare l’originalissima Torna catalessi di Caparezza: il cantautore pugliese invoca il ritorno della catalessi, uno stato di stasi che l’autore desidera per contrapporla al mondo eccessivamente frenetico che ci circonda, il quale viene ridicolizzato da Caparezza tanto da volerne l’assoluto “stop” (<<Meglio uno stato di trance che il tran tran di troppi transiti, la Terra pare una tela di Kandisky Vassily…>>). Più passivo invece l’atteggiamento in U-topia del progetto Artificial Kid (voce di Danno dei Colle Der Fomento): <<la depressione, l’alienazione/ la mia generazione uccisa dall’omologazione/ le paranoie, le ansie da prestazione/ è tutto un problema di comunicazione/ e l’inquietudine, la solitudine/ ed ogni cosa che diventa un’abitudine/ ho cercato qualcuno a cui parlare/ per capire e non dire che è stato tutto inutile/ Utopia>>.

Entriamo ora in disturbi apparentemente più “terra-terra”, come i disturbi di controllo degli impulsi: ad esempio la Cleptomania, celeberrima canzone dei Sugarfree, e il disturbo da gioco d’azzardo patologico, per il quale segnalo l’autobiografica Rouge et noir di Pupo, scritta a ricordo di quando il cantante toscano si giocò quasi tutti i suoi averi al casinò.

Ricollegandoci a quanto detto precedentemente, la mania è una condizione patologica, spesso costituisce una fase del disturbo bipolare. Questa malattia è caratterizzata dall’alternarsi di fasi depressive e fasi maniacali. La fase maniacale si presenta come quasi opposta a quella depressiva.

Analogamente a Ghemon, anche il rapper brianzolo Ape associa la mania al rapporto che ha con il rap nel caso specifico: <<La mia mania è un egocentrismo da monologo/ La mia mania è essere atipico/ La normalità mi dà il panico/ La mia mania è un anestetico/ Che ha il potere di rendermi apatico>>).

Sintomi maniacali si possono comunque trova anche in altre patologie (schizofrenia) o in conseguenza all’utilizzo di alcol e droghe. Ed è proprio trattando questi ultimi argomenti che ci avviamo verso la fine. Prima però ricordiamo che anche l’astinenza da fumo di tabacco può avere effetti sulla psiche, grazie anche alla nicotina che dà luogo a una dipendenza nettamente superiore rispetto alle droghe leggere (chi lo spiega a Giovanardi?): la Filastrocca del fumatore affranto degli Arpioni ne dà un divertente esempio su un sound in salsa sudamericana.

Tornando all’argomento alcol e droga, dicevamo, di canzoni correlate ne sono presenti a migliaia. Per semplificare, segnaliamo anzitutto Transalcolico dei Negrita: <<Io bevo per dimenticare/ Bevo per non stare male/ Bevo che così mi drogo/ Bevo tutto quel che trovo/ Bevo che non mi fa niente/ Bevo come un deficiente/ Bevo… cosa c’è che non va?/ Bevo eppure sono qua>>. Successivamente, in quanto a droghe, due pezzi assolutamente diversi tra loro. Il primo molto ironico, Luna Park mentale degli Articolo 31 con Posi Argento, la quale viene messo in evidenza l’aspetto più “ribelle” e anticonformista tipico di una certa gioventù. La seconda, decisamente più seria, Pain di Fabri Fibra sul sound di Antianti (bassista dei Linea 77), pone invece l’accento sulla condizione di disagio giovanile come predisponente all’utilizzo delle droghe: <<Mi fai stare bene/ ma sono troppe, troppe pene<…>/ Non conosco una persona che non beve e non fuma/ dimmi se non ti pare facile con 3 vite in una/ e questa merda ha occupato i miei polmoni, accecandomi gli occhi/ mi schiaccia gli ormoni/ a volte mi comporto come un 15enne in gita/ e sembra quasi che disprezzo la vita/ ma quale vita? Qui non c’è niente/ E chi vorrebbe vivere per sempre?/ Io ogni volta che prendo un aereo penso che potrei schiattare sul serio/ mi devi menare se vuoi che smetta>>.

E per chiudere due pezzi che oserei definire obbligatori. Anzitutto, Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi, vincitrice di Sanremo 2007 (sia per il pubblico che per la critica). Altro che Marco Carta, Valerio Scanu ed Emanuele Filiberto! Cristicchi ha tratto ispirazione dai racconti dei pazienti di alcuni istituti psichiatrici. E’ dunque necessario accennare qualcosa sulla Legge Basaglia: una legge che definirei “rivoluzionaria” in quanto ha fatto sì che i malati mentali non siano “isolati” dalla società (precedentemente visti come un pericolo nei confronti di quest’ultima). O qualora lo siano, l’isolamento serve esclusivamente a tutelare il malato stesso.

Dulcis in fundo, un po’ di sana satira con Paolo Rossi che immagina di leggere un manoscritto ideato da un pazzo, ricoverato nel manicomio di Baden Baden che si crede Dio. Semplicemente esilarante.

E se dopo aver letto questo articolo vi riconoscete in uno di questi disturbi… ricordatevi che il reparto di psichiatria è al padiglione A del Policlinico Universitario.

Tracklist

CD1:

1. Giorgio Gaber – O mamma

2. Eminem featuring Dido – Stan

3. Fabri Fibra – Non provo più niente

4. Eugenio Finardi – Extraterrestre

5. Metal Carter featuring Truceboys – Truceboia

6. Posi Argento – Borderline

7. G-Unit – Stunt 101

8. Roberto Benigni – Chi è Silvio Berlusconi

9. Litfiba – Animale di zona

10. Jesto – Solo

11. TLC – Unpretty

12. Elio e le storie tese featuring Gianni Morandi – Fossi figo

13. Ghemon – Nato il primo aprile

14. Club Dogo – Dolce paranoia

15. Nirvana – Territorial pissings

16. U-led – Delirio

17. Eiffel 65 – Blue (Da ba dee)

18. Nesli – Guardo fuori

19. D12 featuring B-Real – American psyco II

20. Donatella Rettore – Lamette

CD2:

21. Frankie Hi-Nrg Mc – Autodafè

22. Mondo Marcio – Dentro alla scatola

23. Radici nel cemento – Bella ciccia

24. Mario Venuti – Crudele

25. Dolcenera – Resta come sei

26. Public Enemy – Plastic nation

27. Albe & Dj Kamo – Alter ego

28. Caparezza – Torna catalessi

29. Artificial Kid – U-topia

30. Sugarfree – Cleptomania

31. Pupo – Rouge et noir

32. Ape featuring Kuno – Mania

33. Arpioni – Filastrocca del fumatore affranto

34. Negrita – Transalcolico

35. Articolo 31 featuring Posi Argento – Luna park mentale

36. Antianti featuring Fabri Fibra & Diegone – Pain

37. Simone Cristicchi – Ti regalerò una rosa

38. Paolo Rossi – Messaggi dal manicomio di Baden Baden

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