L'opinione - Il ritorno al passato di Fini

L’opinione – Il ritorno al passato di Fini

L’opinione – Il ritorno al passato di Fini

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venerdì 10 Settembre 2010 - 23:09

Il discorso pesantemente conservatore pronunciato a Mirabello

Il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello è stato – come lo ha definito Francesco Piccolo su L’Unità – “molto forte, molto di destra e molto di opposizione”. È stato anche un discorso ricco di frasi fatte, tecnicamente buono, abile politicamente dove però ogni riferimento al passato fascista o alla legge sull’immigrazione è stato sapientemente rimosso. Sono più di vent’anni anni che Fini pronuncia dal palco sempre lo stesso discorso pesantemente conservatore. E anche se per un attimo il presidente della Camera è divenuto interessante – allorquando stava per dare voce a un dissenso controllato, a un’altra versione normalizzante della destra italiana, reagendo individualisticamente e con le idee all’isolamento politico cui l’astuzia di Berlusconi lo aveva condannato – è stato appunto solo questione di un attimo.

Col discorso di Mirabello, Fini ha semmai confermato la regola secondo cui anche i discorsi più alti, nei momenti decisivi della politica italiana, sono destinati a essere declamazioni, riferimenti, messaggi, ma tutti comprensibili nel vicolo cieco del nostro localismo. Il mondo, nelle parole di Fini, è stato solo uno scenario ineluttabile di crisi economico finanziaria, che giustifica tagli dolorosi nel nostro bilancio, ma non autorizza a calarli su tutti allo stesso modo, e almeno le polizie, le famiglie monoreddito e la scuola andrebbero risparmiati. “Per il resto – come ha notato Toni Capuozzo su Il Foglio – il mondo della globalizzazione, della delocalizzazione, delle migrazioni, si è affacciato solo per qualche affermazione di principio, generica, sul tema dell’immigrazione. E per un passaggio, che è quello che mi ha colpito. Quando Fini, parlando degli attacchi a sé e alla propria famiglia, ha detto “lapidazione islamica”. Intanto, è sorprendente che tanta correttezza politica si lasci scappare un “islamica” accanto a “lapidazione”. E’ vero che le lapidazioni di oggi vengono dal mondo islamico, ma non tutto il mondo islamico produce lapidazioni”. […] E poi, dettaglio rivelatore dell’orizzonte corto del discorso di un leader che pure è stato ministro degli Esteri, si può usare la vicenda della lapidazione, si può citarla senza dire una parola, una sola parola su Sakineh?”

Quel che a Fini interessava, probabilmente, era sfogare la propria rabbia e delusione per la scelta di chiudere l’esperienza di AN per farla confluire nel PDL, salvo poi dirsi pentito della scelta fatta, quindi minacciare la costituzione di gruppi parlamentari autonomi e poi cambiare nuovamente idea durante la direzione nazionale del partito dove con Berlusconi se le sono date di santa ragione. Evidentemente aver annullato un partito del 13% per crearne uno del 3 o, forse, 4%, a mente fredda, non deve essere stata considerata proprio una grande idea. Stando allora così le cose a Fini è rimasta solo una possibile manovra: convergere sui maniacali propositi di demolizione politica di Berlusconi nutriti dalle sinistre nell’ultimo quindicennio. Una mania che ha notevolmente semplificato i ragionamenti degli ex compagni, al punto tale che chiunque è contro Berlusconi viene considerato un amico, mentre tutti gli altri sono da considerarsi nemici da abbattere. Scrive ancora Piccolo su L’Unità: -I discorsi di destra o di sinistra sono in grado di accavallarsi, da quando c’è Berlusconi, in base al fatto che stiano con lui o contro di lui e, sfrondato dagli argomenti politici, quello era un comizio che poteva fare qualunque oppositore di Berlusconi, fino all’estrema sinistra-.

In buona sostanza Fini, nel suo lungo discorso, è stato allo stesso tempo oppositore e membro della maggioranza di governo; ha seppellito il Pdl per come lo conoscevamo, ha demolito il governo e il premier, ma ha pure confermato l’appoggio al governo. Insomma, tutto si tiene ma quello pronunciato a Mirabello è stato il discorso di un leader di una piccola formazione che cerca spazio nella maggioranza o altrove e questo ha segnato un netto ritorno al passato. Quanto poi questo ritorno al passato sarà utile all’Italia lo vedremo nel prossimo futuro.

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